il quotidiano di Latina 4 gennaio 2015
Conti
sottosopra e ricorso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori
Le
società partecipate
sono
arrivate ad un
bivio
e non si tratta
solo
di Latina Ambiente,
Ecoambiente,
Acqualatina,
Slm,
multiservizi varie. A
quindici
anni dallo loro fan
tasiosa
invenzione fatta con
l’obiettivo
di rendere i servizi
pubblici
più efficienti e
meno
costosi si scopre che
fanmolte
di
queste spa sono
fallite,
altre stanno con l’ac -
qua
alla gola perché hanno
assunto
in via clientelare e
adesso
stanno mettendo lavoratori
in
cassa integrazione
o
solidarietà, quindi a
carico
della previdenza pubblica.
Le
spa partecipate non
hanno
vincoli pubblicistici,
quindi
assumono chi vogliono
e
altrettanto fanno con le
convenzioni
esterne. Se sforano
il
budget non importa
perché
basta aumentare le
bollette
di acqua e rifiuti. Al
limite
si rivolgono al welfare
e
ricorrono alla cassa integrazione
anche
se nel loro
caso
non si tratta di crisi di
produzione
ma di eccessivi
costi
finanziari su cui, forse,
andrebbe
fatta qualche verifica
aggiuntiva
rispetto a
quelle
dei revisori. Visti i
risultati.
Come si sa, e come
era
giusto che fosse, i tagli
sui
lavoratori sono stati pagati
con
fondi pubblici,
quelli
messi in campo per le
aziende
davvero private in
crisi.
Insomma si sono risanati
gli
sprechi con i fondi
del
sociale. Ed è forse ciò
che
ormai attende anche i
lavoratori
delle due società
dei
rifiuti, come è accaduto
già
per i contratti di solidarietà
dei
dipendenti di Acqualatina.
In
questo senso le
società
partecipate non solo
non
hanno raggiunto lo scopo
per
cui sono state create
(ottimizzare
i servizi a costi
contenuti
e con maggiore
efficienza)
ma si sono trasformate,
o
si stanno trasformando,
in
carrozzoni costosi
in
primo luogo per i fruitori
dei
servizi che erogano
e,
in secondo luogo, per il
welfare.
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