Un
colpo al «poltronificio»
DOVE
SELEZIONE
«INTERNA»
NEL 2008,
POI
L’ESPOSTO
ALLA
PROCURA
LO
SCANDALO
DEL
CREIA DI FONDI
RETROSCENA
MOLTI
«VINCITORI»
PROVENGONO
DALLE
FILA
DELL’AGENZIA
PARCHI
il
caso
DI
GRAZIELLA DI
MAMBRO
Il
Presidente della Regione,
Nicola
Zingaretti, ha sospeso
undici
dirigenti divenuti tali
per
un concorso molto sospetto
già
finito dentro un’inchiesta della
Procura
di Latina, nell’esposto
del
sindacato dei dirigenti regionali
e
in un’interrogazione del
Movimento
5 Stelle, ma soprattutto
dentro
uno dei recenti servizi
di
Report. Non sorprende che
tra
gli undici sospesi, tre sono di
Fondi,
uno di Terracina e una,
Maria
Grazia Pompa, di Latina.
Si
sapeva da tempo, infatti, che
l’agro
pontino era serbatoio per
assunzioni
pilotate dentro la Pisana,
quella
che viene fuori con
questo
provvedimento è solo l’ul -
tima,
piccola, prova.
Concorso
farsa
Il
concorso farsa cui si fa riferimento
è
del 2008, in realtà si
trattò
di una selezione interna e i
vincitori
ebbero poi contratti variabili
tra
i 78mila e i 112mila
euro
l’anno; la stragrande maggioranza
dei
bravi selezionati
proveniva
dalle fila dei dipendenti
dell’Agenzia
Regionale Parchi,
considerata
una sorta di «spugna
»
creata appositamente oltre
una
decina di anni fa per le assunzioni
senza
concorso che, alla
lunga,
immettevano personale
anche
in ruoli direttivi nell’orga -
nico
della Regione Lazio.
Nell’elenco
dei dirigenti appena
sospesi
da Zingaretti figurano
due
parenti di Raniero De Filippis,
il
super direttore del Settore
Ambiente,
arrestato a gennaio
scorso
nell’ambito dell’inchiesta
su
Cerroni; i nipoti risultano essere
dirigenti
di due Creia (organismi
di
derivazione regionale) diversi,
uno
a Roma e l’altro a
Fondi;
c’è poi Fabio Refini, attualmente
consigliere
di Forza
Italia
e già capogruppo dello stesso
partito
a Fondi, dirigente regionale
dislocato
al Creia di Fondi;
poi
ci sono Giovanni D’Ono -
frio
di Terracina, proveniente
anch’egli
dall’Agenzia Parchi, e
Maria
Grazia Pompa, definita
dalla
Procura di Roma « protetta»
di
Luca Fegatelli, l’altro dirigenti
(nonché
direttore dell’agenzia regionale
per
i beni confiscati) arrestato
nell’indagine
sullo scandalo
Cerroni.
Nell’ordinanza sugli arresti
si
legge che «...appare evidente
la
correità dei funzionari
regionali
al gruppo criminale, e
segnatamente
dei soggetti che
operano
in sottordine rispetto al
Fegatelli:
Maria Grazia Pompa e
Manuela
Manetti», le quali comunque
non
risultano indagate.
Il
«peso» sui rifiuti
La
Pompa era per la precisione il
dirigente
che si occupava delle
tariffe
e molte di queste hanno
finito
per agevolare il gruppo
Cerroni.
Adesso è tra i dirigenti
sospesi
in quanto vincitrice del
concorso
dubbio su cui la Procura
di
Latina aveva aperto un’inchie -
sta
e per il quale aveva anche
chiesto
una perizia tecnica ora
acquisita
dalla Regione per procedere
alla
sospensione dagli incarichi.
Però
anche quest’ultimo
provvedimento
contiene dei passaggi
beffa:
per esempio tra gli
undici
dipendenti demansionati
ce
ne sono due appena andati in
pensione
con il tetto da dirigenti,
appunto;
c’è inoltre il rappresentante
Rsu
Cisl in Regione, ossia
uno
di quelli che avrebbero dovuto
vagliare
la regolarità dei concorsi
in
rappresentanza degli
iscritti
e comunque in forma di
rappresentanza
sindacale. Infine
il
caso-Pompa: la dirigente appena
sospesa
era stata anche in
realtà
«appena nominata» vicedirettore
di
Arpa Lazio, ossia
l’Agenzia
che non vede quasi
niente
dei vari disastri ambientali
che
si verificano in lungo e in
largo
per il Lazio e che, per
esempio,
non si è accorta che
Indeco
non conservava i fondi
post
mortem né che Ecoambiente
diluisce
il percolato con l’acqua
per
barare sui risultati delle analisi.
Però
il Presidente Zingaretti
ha
già spiegato che la nomina di
Grazia
Pompa è frutto della mediazione
consiliare
che garantisce
le
diverse rappresentanze politiche.
Anche
se di tratta di dirigenti
che
hanno vinto un
concorso
farsa.
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IL
QUOTIDIANO - Sabato 1 Novembre 2014
Latina
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