In
sei sono detenuti agli arresti domiciliari dopo l’ordinanza emessa
dal gip Cario
GLI
SCENARI
IL
BLUFF
DELL’EMERGENZA
PER
CONSENTIRE
L’AMPLIAMENTO,
I
SOLDI FINIVANO
IN
LUSSEMBURGO
NEL
MIRINO
INDAGINI
CONDOTTE
DALLA
MOBILE
HANNO
ACCERTATO
GLI
ILLECITI
E’
stato discusso ieri a Roma
davanti
ai giudici del
Tribunale
del Riesame, il
caso
dei sei indagati che sono agli
arresti
domiciliari per lo scandalo
della
discarica di Borgo Montello
che
aveva portato all’arresto dei
vertici
della Indeco.
Il
collegio difensivo ha chiesto
la
revoca della misura cautelare
emessa
nei giorni scorsi dal giudice
per
le indagini preliminari
Giuseppe
Cario su richiesta del
pubblico
ministero Luigia Spinelli.
Dopo
la discussione i magistrati
romani
si sono riservati e
nei
prossimi giorni motiveranno
la
loro decisione.
Secondo
quanto ipotizza il pm
inquirente
Luigia Spinelli, gli indagati
hanno
sottratto e portato in
Lussenburgo
ben 34 milioni di
euro;
è il denaro delle bollette dei
rifiuti
in teoria utilizzato per la
bonifica
e la messa in sicurezza
della
discarica di Borgo Montello.
L’accusa
è quella di peculato
ma
in questi giorni il sostituto
procuratore
sta esplorando un’al -
tra
ipotesi di reato come la truffa.
Nell’ordinanza
di custodia cautelare
il
principale indagato è Ernesto
D’Aprano
insieme ad Andrea
Grossi.
La «storia sorprendente
»,
come l’aveva ribattezzata
in
un passaggio dell’ordinenza di
custodia
cautelare il gip del Tribunale
di
Latina Giuseppe Cario
non
è ancora finita.
Erano
stati gli agenti della Squadra
Mobile,
coordinati dal vicequestore
aggiunto
Tommaso Niglio,
a
fare luce su un meccanismo
che
alla Regione Lazio
invece
non avevano mai notato.
I
provvedimenti cautelari erano
stati
emessi nei confronti di Ernesto
D’Aprano,
nato in Germania
ma
residente a Latina, presidente
del
Cda della Indeco. Stessa sorte
anche
per Cimini, consigliere del
consiglio
di amministrazione della
Green
Holding spa. Oltre a
D’Aprano
e Cimini, sul registro
degli
indagati e ai domiciliari,
sono
finiti anche Stefano Lazzari,
originario
di Salò in provincia di
Brescia
e residente a Moniga sul
Garda
(Brescia) 51 anni consigliere
del
Cda della Indeco, Antonio
Romei,
originario di Minucciano
(Lucca)
ma residente
nell’hinterland
milanese, anche
lui
del Cda. E poi Paolo Titta,
bergamasco
di 47 anni amministratore
della
Green Holding spa
Le
altre quattro persone che sono
state
denunciate sono: A.B. 47
anni
di Rho; P.C., 71 anni di
Segrate;
S.G., 37 anni di Inzago;
P.G.,
37 anni di Segrate, vivono
tutte
nella zona di Milano. Nelle
prossime
ore i giudici scioglieranno
la
riserva.
IL
QUOTIDIANO - Sabato 1 Novembre 2014
Latina
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