martedì 1 aprile 2014

Circeo, le ruspe tornano per finire il lavoro: via agli abbattimenti degli scheletri di Quarto Caldo

IL COMUNE di san felice RIPRENDE I LAVORI nel parco nazionale 

Sono nove le villette che dovranno essere demolite. Costruite negli anni '70, dovevano essere rase al suolo già nel 2012

Scheletri a Quarto Caldo, questa volta si va fino in fondo. Le ruspe sono tornate sul promontorio del Circeo per finire un lavoro già iniziato nel mese di ottobre del 2012 ovvero l’abbattimento dei famosi scheletri nove strutture accorpate in blocchi oggetto di una querelle giudiziaria andata avanti per circa quarant’anni. Dal Comune di San Felice Circeo fanno sapere: “ la completa rimozione degli scheletri del Sacco del Circeo avverrà entro un mese”. Niente dietrofront almeno nelle intenzioni, il che presuppone che l’iter per l’utilizzo dei fondi necessari alle demolizioni sia arrivato a buon fine, un caso quello dei contributi che dopo il “congelamento” dei lavori si era trasformato in una sorta di rimpallo delle responsabilità tra Comune ed Ente Parco. Ma ora è tutto risolto tanto che l’amministrazione Petrucci ci tiene a ringraziare “l'Ente Parco del Circeo per il sostegno economico fornito all'intervento, segno di una importante collaborazione che proseguirà con la presenza costruttiva del Comune di San Felice Circeo nel Consiglio dell'Ente”.
LA STORIA  Nel 1973 il Comune di San Felice Circeo rilasciò alla società  Maiora III le concessioni edilizie per realizzare quattro blocchi, in tutto 21 unità abitative per circa 10mila metri cubi di cemento. Nel 1976 un provvedimento della magistratura bloccò tutto e contestualmente il Comune di San Felice Circeo ritirò le licenze. La lottizzazione, dopo il fallimento della Maiora passò circa dieci anni dopo ad un’altra società e poi alla Acantos nel 1994. Entrambe le società tentarono una sanatoria delle strutture, sempre respinta dal Comune. Il braccio di ferro in Tribunale nel frattempo era già iniziato nel ’73 una serie di ricorsi e controricorsi fino ad un  pronunciamento del Tar nel 2000 quando l’Ente procedette ad un primo intervento di abbattimento. Il secondo poi è quello più noto del mese di ottobre 2012 quando uno scheletro fu demolito. Poi l’intera operazione cadde nel limbo della burocrazia, una questione “sommersa” dal altre vicende tra cui quella del dissesto finanziario.
I NODI DA SCIOGLIERE Nei mesi scorsi sulla vicenda scheletri era più volte intervenuto il portavoce di Ecologia e Territorio Giorgio Libralato, il primo di fatto ad “accorgersi” che le demolizioni non erano andate oltre la prima struttura. Oggi l’ambientalista torna sulla vicenda auspicandosi che anche altri nodi vengano sciolti non solo a San Felice Circeo ma anche a Sabaudia . “Dopo il 31 ottobre 2012 – commenta Libralato -  i lavori di demolizione dei nove scheletri di Quarto Caldo, nella zona a tutela integrale del Parco Nazionale del Circeo, si erano fermati per cause poco chiare forse burocratiche e forse di finanziamento. L'annuncio del comune di San Felice Circeo circa la ripresa dei lavori di demolizione di opere che non potevano essere certo recuperate come qualcuno aveva pensato e scritto, in quanto realizzate senza i requisiti anti sismici e con una situazione di degrado delle strutture lasciate alle intemperie e senza manutenzione, fa chiarezza su una vicenda iniziata nel 1973 e all'epoca  denominata "sacco del Circeo". La gestione del territorio deve essere fatta con lungimiranza e con una programmazione per qualificarlo dal punto di vista ambientale, paesaggistico e turistico. Dopo la demolizione degli scheletri di Quarto Caldo occorrerà  bonificare la Cava dove oltre un anno fa sono stati rinvenuti rifiuti di vario genere, così come era successo alle Crocette. Occorre anche fare chiarezza su Torre Paola e anche sull'utilizzo nonchè gestione di 80 ha a Sant'Andrea che la regione Lazio voleva assegnare a privati
IL TRAGUARDO RAGGIUNTO Dal comune non nascondono la soddisfazione per i nuovi lavori “l'Amministrazione Petrucci – fanno sapere -  porta così a compimento uno dei punti fondamentali del suo programma, basato sul ripristino della legalità e la tutela del territorio”. Se le operazioni fossero davvero ultimate entro la fine di aprile, per la prima volta dopo circa 40 anni il volto del promontorio assumerebbe un altro aspetto, la prima estate senza ecomostri anche se come sottolineato da Libralato, le situazioni a cui mettere mano sono diverse e spesso ereditate. Un primo passo, importante è stato comunque fatto, il cammino è stato aperto anche se gli ostacoli, spesso legati alle lungaggini burocratiche non sono pochi come dimostrato dagli ultimi passaggi della lunga saga degli scheletri.  http://www.corrieredilatina.it/news/notizie-locali-centro/4848/Circeo--le-ruspe-tornano-per.html

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