giovedì 20 febbraio 2014

Greenpeace a Versace rispondiamo così: basta bugie, vogliamo una moda di cui poter andare fieri!

La Settimana della Moda di Milano è una vera kermesse di bellezza e stile, il palcoscenico su cui vanno in scena i sogni dell’Alta moda.  Quest’anno però il primo evento “fuori” programma era firmato Greenpeace. Con i nostri climber e uno striscione di 100 metri quadri in Galleria Vittorio Emanuele abbiamo svelato l’incubo tossico che si nasconde dietro i sogni che l’Alta moda vuole venderci. Insieme al nostro piccolo Re abbiamo chiesto a gran voce a Versace di garantire ai nostri bambini una moda, ed un futuro, libero da sostanze tossiche. E’ stato incredibile vedere migliaia di persone fotografare il nostro banner, informarsi attraverso i nostri volontari e dialogatori e diffondere ovunque sui social media la nostra storia #TheKingIsNaked per chiedere a Versace un impegno #Detox sulla sua pagina di Facebook e Twitter

Poi stamattina a mezzo stampa Versace ha risposto a noi e alle migliaia di persone che hanno supportato la nostra azione di ieri. Ma non è la risposta giusta!
L’azienda ha dichiarato: “di operare in conformità con le leggi vigenti in materia di prodotti tessili (...) e che “ l’azienda continuerà a lavorare nella ricerca di materie prime e soluzioni tecnologiche eco-sostenibili, con requisiti ancora più stringenti di quelle previste ai sensi delle norme vigenti, rinnovando il suo impegno per la sostenibilità del pianeta."
Quello che vogliamo far sapere a Versace è che - come tutti i cittadini sanno - rispettare le regole e le normative è un OBBLIGO del quale è persino di cattivo gusto vantarsi. 
Questo però non vuol dire assolutamente fare tutto il possibile per garantire ai propri consumatori che i propri vestiti per bambini siano liberi da sostanze chimiche pericolose.
Noi abbiamo fatto una richiesta specifica, e abbiamo ricevuto una risposta superficiale. Ecco infatti quello che Versace ci sta davvero dicendo:
  • che è legale usare sostanze chimiche pericolose che inquinano le acque come i PFCs, NPEs e ftalati senza alcuna restrizione nelle fabbriche cinesi, messicane e indonesiane;
  • che in Europa è legale vendere vestiti che contengono residui di queste sostanze;
  • che è legale nascondere un incubo tossico dietro immagini da sogno, e non rivelare nulla sulle proprie filiere e sui loro effetti sull’ambiente alle comunità locali.
Ma è davvero questo quello che un brand come Versace vuole dire ai suoi clienti?
L’azienda ha avuto più di un anno per capire come implementare l’impegno per l’eliminazione delle sostanze tossiche che Greenpeace ed i consumatori gli chiedono.
Decine di migliaia di messaggi sono stati inviati all’azienda da consumatori e genitoripreoccupati per il futuro e la salute dei nostri bambini. Quello che queste persone stanno chiedendo non è semplicemente il rispetto della legge ma che come brand siate all’altezza dell’immagine che vendete di voi stessi e dei vostri prodotti e di fare quello che veri leader nel settore (quelli previdenti, coraggiosi e responsabili) come Valentino hanno già fatto.
Versace è ora che rendiate i vostri clienti davvero orgogliosi di indossare i vostri vestiti. Noi continueremo a chiedervelo con tutta la forza possibile. Con il vostro aiuto.
Chiara Campione
The Fashion Duel Project Leader
@chiaracampione su twitter http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/a-versace-rispondiamo-cos-basta-bugie-vogliam/blog/48270/

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