mercoledì 3 luglio 2013
ENERGIA In bolletta c’è il tributo alla politica
Il fatto quotidiano 3 luglio 2013
di Carlo Stagnaro
LE BOLLETTE e n e r g e t iche
delle famiglie italiane
contengono una voce
non dichiarata: il tributo
alla politica. L'ultimo aggiornamento
trimestrale
deciso dall'Autorità per
l'energia lascia pressoché
inalterata la spesa complessiva.
Infatti, i prezzi
del gas scendono e quelli
elettrici crescono, compensandosi.
Per quel che
riguarda il metano, è entrata
in vigore la riforma
dei prezzi di riferimento.
In pratica, mentre prima
tali prezzi tenevano conto
in larga misura dei
contratti a lungo termine
per l'approvvigionamento
gas, adesso si basano
quasi esclusivamente
sui prezzi spot. In
sé la scelta non è né
buona né cattiva ma, per
come si configura, equivale
a un “obbligo” per i
trader a rifornirsi con
acquisti a breve termine.
Al tempo stesso, però,
l'Autorità ha ritenuto i
costosi contratti take or
pay un premio alla sicurezza
del paese, e pertanto
ha introdotto un “s u ssidio”
a favore dei grandi
gruppi che li mantengono
in portafoglio. In
sostanza, il regolatore ha
sia deciso la strategia di
approvvigionamento del
paese, sia operato un
trasferimento di fatto
dagli operatori indipendenti
a quelli verticalmente
integrati. Nell'elettrico,
le cose sono invece
più semplici: come
ha ricordato nella sua
relazione annuale il presidente
dell'Aeeg, Guido
Bortoni: “Agli incrementi
dei prezzi hanno contribuito
in maniera prevalente
le componenti
tariffarie di natura fiscale
o parafiscale”, in particolare
gli incentivi alle
fonti rinnovabili.
Due domande meriterebbero
una risposta.
Primo: non è l'ora di
ammettere che, alla luce
dei risultati, l'enorme
manovra a sostegno delle
energie verdi (del valore
di circa 12 miliardi
di euro all'anno) è un
monumento agli errori
della politica industriale?
Secondo: a quasi 15 anni
dalla liberalizzazione,
non è il momento di abbandonare
lo schema distorsivo
dei “prezzi di riferimento”,
lasciando alla
competizione tra operatori
la scelta del paniere
di approvvigionamento
“ottimo”? Il pensiero
che i cittadini non sappiano
concludere da sé
un contratto luce o gas
non è tutela del consumatore,
è, semplicemente,
offensivo.
Twitter@CarloStagnaro
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