In difesa delle specie a rischio nasce l'astroecologia, che sfrutta software e algoritmi sviluppati dagli astrofisici per monitorare gli animali nei loro habitat naturali. Ripresi nelle immagini a infrarossi girate dai droni, i loro corpi caldi appaiono brillanti come stelle e possono essere monitorati per fare censimenti e contrastare il bracconaggio. A dimostrarlo sono i test della Liverpool John Moores University presentati alla Settimana europea dell'Astronomia e della Sc...
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In difesa delle specie a rischio nasce l'astroecologia, che sfrutta software e algoritmi sviluppati dagli astrofisici per monitorare gli animali nei loro habitat naturali. Ripresi nelle immagini a infrarossi girate dai droni, i loro corpi caldi appaiono brillanti come stelle e possono essere monitorati per fare censimenti e contrastare il bracconaggio. A dimostrarlo sono i test della Liverpool John Moores University presentati alla Settimana europea dell'Astronomia e della Scienza spaziale.
L'astroecologia si basa su algoritmi di apprendimento automatico e strumenti di identificazione che gli astrofisici hanno sviluppato attraverso il software open source Astropy per individuare stelle e galassie. Inizialmente testato per identificare uomini e bovini nelle immagini a infrarossi dei droni su una fattoria, i ricercatori hanno poi collaborato con gli zoo per costruire un database di immagini con cui addestrare il sistema a riconoscere diversi animali nei loro habitat, anche se nascosti dalla vegetazione.
A settembre sono cominciati i primi esperimenti sul campo, con il monitoraggio in Sud Africa di una delle specie di mammifero più minacciate: il coniglio di fiume. Nei prossimi mesi saranno condotti nuovi test con l'orangotango della Malesia, la scimmia ragno del Messico e il delfino di fiume brasiliano.
L'astroecologia si basa su algoritmi di apprendimento automatico e strumenti di identificazione che gli astrofisici hanno sviluppato attraverso il software open source Astropy per individuare stelle e galassie. Inizialmente testato per identificare uomini e bovini nelle immagini a infrarossi dei droni su una fattoria, i ricercatori hanno poi collaborato con gli zoo per costruire un database di immagini con cui addestrare il sistema a riconoscere diversi animali nei loro habitat, anche se nascosti dalla vegetazione.
A settembre sono cominciati i primi esperimenti sul campo, con il monitoraggio in Sud Africa di una delle specie di mammifero più minacciate: il coniglio di fiume. Nei prossimi mesi saranno condotti nuovi test con l'orangotango della Malesia, la scimmia ragno del Messico e il delfino di fiume brasiliano.
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