venerdì 19 maggio 2017

rifiuti dagli alla Raggi per imporre impianti dal commissariamento?

Ci sono da fare alcune precisazioni a servizio della discussione sul ciclo dei rifiuti. Se la Raggi (oppure altri suoi colleghi sindaci espressione di vere liste civiche e del M5S) hanno vinto le elezioni comunali è per il fallimento clamoroso delle amministrazioni e della classe dirigente che ha creato un corto circuito tra finanza, opere e appalti pubblici, corruzioni, servizi, impianti per rifiuti. Il voto di protesta non sempre si concretizza in una proposta e in azioni incisive amministrative. Spesso i nuovi eletti o nominati scontano inesperienza, incapacità amministrativa, errori di organizzazioni e comunicazione. Nel Lazio (secondo le inchieste) c’era un sodalizio imprenditoriale / amministrativo che ha portato agli arresti l’8 gennaio 2014 (inchiesta Cerronopoli) e da allora si è modificato il quadro dell’impiantistica. Nello stesso mese di gennaio seguiranno altri due gruppi di arresti in ciascuno dei quali saranno interessate le maggiori aziende del settore dei rifiuti del Lazio e di Latina. Poi altri arresti ad ottobre e novembre che hanno interessato il gruppo Indeco. L’inchiesta Cerronopoli è stata alimentata dalla denuncia di Altissimi (Rida ambiente Aprilia) titolare del Tmb. Nelle inchieste sono coinvolti persone delle amministrazioni regionali in modo importante e anche almeno 3 esponenti di spicco di Legambiente. Guarda caso si è scoperchiato una parte del sistema denunciato (fino ad allora inutilmente) dai cittadini dimostrando che molte autorizzazioni se non illegittime, sicuramente venivano favorite dalla politica. Qualche mese prima (agosto 2013) Carmine Schiavone iniziava le sue interviste dalle quali era evidente che la parte deviata del sistema di gestione dei rifiuti (politica e imprenditori) aveva corrotto la malavita arrivando allo smaltimento illecito di rifiuti speciali, tossici, nocivi e “atomici”. La regione Lazio da allora, anche con la gestione Zingaretti, ha continuato a rilasciare autorizzazioni, in materia di rifiuti, contestati e denunciati dai cittadini anche con ricorsi amministrativi. Tornando alla Raggi di errori, in tema di rifiuti, ne ha fatti molti, soprattutto come comunicazione e con scelte di persone chiaccherate. E’ vero che non spetta ai comuni e alle province autorizzare impianti, di certo la loro azione amministrativa è fondamentale nella gestione dei rifiuti. Le dichiarazioni di alcuni esponenti politici che hanno governato e amministrato la regione (pd e pdl) lasciano perplessi favorendo uno o l’altro impianto. Secondo un esponente di una nota ditta di rifiuti ritiene che le scelte degli impianti, le autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti, arriverà da un “commissario”. In altre parole questo dualismo esasperato alimentato, guarda caso, da importanti redazioni nazionali e regionali vicine al sistema attuale di potere e governo, sarà propedeutico proprio per imporre delle scelte territoriali incomprensibili. Quindi dagli alla Raggi che noi ci facciamo i nostri affari. Sfruttando la pressione sul sindaco di Roma e sugli errori di Grillo che sembrano fatti a posta non per trovare soluzioni alternative ma per aiutare i soliti. 

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