Ci sono da fare alcune precisazioni a servizio della
discussione sul ciclo dei rifiuti. Se la Raggi (oppure altri suoi colleghi
sindaci espressione di vere liste civiche e del M5S) hanno vinto le elezioni
comunali è per il fallimento clamoroso delle amministrazioni e della classe
dirigente che ha creato un corto circuito tra finanza, opere e appalti
pubblici, corruzioni, servizi, impianti per rifiuti. Il voto di protesta non
sempre si concretizza in una proposta e in azioni incisive amministrative.
Spesso i nuovi eletti o nominati scontano inesperienza, incapacità
amministrativa, errori di organizzazioni e comunicazione. Nel Lazio (secondo le
inchieste) c’era un sodalizio imprenditoriale / amministrativo che ha portato
agli arresti l’8 gennaio 2014 (inchiesta Cerronopoli) e da allora si è
modificato il quadro dell’impiantistica. Nello stesso mese di gennaio
seguiranno altri due gruppi di arresti in ciascuno dei quali saranno
interessate le maggiori aziende del settore dei rifiuti del Lazio e di Latina.
Poi altri arresti ad ottobre e novembre che hanno interessato il gruppo Indeco.
L’inchiesta Cerronopoli è stata alimentata dalla denuncia di Altissimi (Rida
ambiente Aprilia) titolare del Tmb. Nelle inchieste sono coinvolti persone
delle amministrazioni regionali in modo importante e anche almeno 3 esponenti
di spicco di Legambiente. Guarda caso si è scoperchiato una parte del sistema
denunciato (fino ad allora inutilmente) dai cittadini dimostrando che molte
autorizzazioni se non illegittime, sicuramente venivano favorite dalla
politica. Qualche mese prima (agosto 2013) Carmine Schiavone iniziava le sue
interviste dalle quali era evidente che la parte deviata del sistema di
gestione dei rifiuti (politica e imprenditori) aveva corrotto la malavita
arrivando allo smaltimento illecito di rifiuti speciali, tossici, nocivi e “atomici”.
La regione Lazio da allora, anche con la gestione Zingaretti, ha continuato a
rilasciare autorizzazioni, in materia di rifiuti, contestati e denunciati dai
cittadini anche con ricorsi amministrativi. Tornando alla Raggi di errori, in
tema di rifiuti, ne ha fatti molti, soprattutto come comunicazione e con scelte
di persone chiaccherate. E’ vero che non spetta ai comuni e alle province
autorizzare impianti, di certo la loro azione amministrativa è fondamentale
nella gestione dei rifiuti. Le dichiarazioni di alcuni esponenti politici che
hanno governato e amministrato la regione (pd e pdl) lasciano perplessi
favorendo uno o l’altro impianto. Secondo un esponente di una nota ditta di
rifiuti ritiene che le scelte degli impianti, le autorizzazioni per lo
smaltimento dei rifiuti, arriverà da un “commissario”. In altre parole questo
dualismo esasperato alimentato, guarda caso, da importanti redazioni nazionali
e regionali vicine al sistema attuale di potere e governo, sarà propedeutico
proprio per imporre delle scelte territoriali incomprensibili. Quindi dagli
alla Raggi che noi ci facciamo i nostri affari. Sfruttando la pressione sul
sindaco di Roma e sugli errori di Grillo che sembrano fatti a posta non per
trovare soluzioni alternative ma per aiutare i soliti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento