domenica 21 maggio 2017

Pontinia veleni e chimica nel piatto, nelle acque a km zero, malattie, infertilità e va tutto bene

ci hanno dichiarato guerra. Accettiamo che ci avvelenano senza ribellarci. Già nel cordone ombelicale 300 sostanze chimiche. Ma va tutto bene: basta avere la squadra del cuore in alto in classifica... Avvertivamo del pericolo già 30 anni fa. Nessuno ci ha dato retta. Eravamo, quando andava bene, "ecoterroristi". Infertilità, malattie mentali ereditate, e continuano a votare chi avvelena. Il mercato della morte funziona sempre, come quello dell'ignoranza e dell'arroganza. Una mamma della Terra dei fuochi: pensavamo di nutrire i nostri figli invece gli stavamo avvelenando. Oggi lo possono dire pure le mamme di Pontinia. Va bene così? Un vastissimo territorio dedito all'agricoltura convenzionale controllato poco o nulla in materia di pesticidi rilasciati nelle acque superficiali e sotterranee o nell'aria. Questo il dato emerso ieri mattina nell'aula magna dell'Its "Bianchini" durante il partecipatissimo convegno "Agricoltura e salute", dedicato all'uso dei pesticidi e ai rischi per la salute umana. Incontro voluto dal Wwf Litorale laziale e dal gruppo "No Pesticidi", 60 mila membri iscritti e una battaglia da portare avanti: regole più stringenti a tutela della popolazione, chieste anche con un'interrogazione al Consiglio comunale di Terracina, su impulso del Pd. Al tavolo, la presidente del Wwf Litorale laziale Franca Maragoni e Raniero Maggini di Wwf Lazio, a moderare gli interventi. Il biologo Pino Forlenza (che ha fornito una fotografia dettagliata dei pesticidi), Pietro Paris, responsabile sostanze pericolose di Ispra e Patrizia Gentilini, oncoematologa dell'Isde, l'associazione medici per l'ambiente. Presente anche quasi tutta la giunta comunale. All'Ispra, che monitora i livelli di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee del Paese, il compito di fornire i dati sull'agro pontino: le ultime rilevazioni risalgono al 2014 e indicano che i territori di Sabaudia e Pontinia subiscono la presenza di pesticidi sopra i limiti di legge. Nel Lazio sono questi i territori "zona rossa". A Sabaudia, nelle acque sotterranee sono stati rilevati Alaclor, Metolaclor e Terbutilazina. Quanto alle acque superficiali, pesticidi oltre i limiti compaiono nei canali Botte e Sisto. In particolare sono presenti Metolaclor e Terbutilazina. «Il Lazio fornisce dati assai disomogenei», aggiunge Paris. «Le indagini sono incomplete e lacunose, alcune sostanze, come il glisofato, pur essendo in cima alle tabelle di utilizzo, non viene cercato». Dati così parziali non consentono di avere un quadro completo. «Ciò che non si cerca, non si trova», ha chiosato Paris. La Regione ha solo 5 punti di monitoraggio di acque superficiali e 10 di sotterranee. «Ce ne vorrebbero almeno 400».

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La Redazione

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