Mancato ristoro nucleare, il Governo risponde a Vacciano: "Seguiremo le vie legali"
Latina - Il senatore del Gruppo Misto: una replica insufficiente perché il problema è normativo non giurisprudenziale
Il senatore del Gruppo Misto: una replica insufficiente perché il problema è normativo non giurisprudenziale
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È arrivata la risposta dell'interrogazione con cui si chiedeva al Ministro dell'Economia di riferire sul mancato conferimento delle cifre riconosciute come ristoro ambientale ai comuni nei quali insistono ex centrali nucleari o siti di stoccaggio di combustibile atomico. Un nulla di fatto, tante parole per comunicare che il Consiglio dei Ministri e il CIPE intendono perseguire le vie legali per dirimere questa circostanza che, comunque, non è di natura giurisprudenziale bensì normativa. Nel luglio del 2016 un giudice del Tribunale di Roma ha stabilito che l'amministrazione statale avrebbe dovuto provvedere al pagamento in solido della cifra di 100 milioni di euro - calcolati sui tagli al ristoro - in favore degli enti locali ricorrenti, cioè i Comuni di Ispra, Rotondella, Saluggia, Caorso, Trino, Piacenza, Minturno e Sessa Aurunca. Latina invece, non inclusa dalle passate amministrazioni in questa platea di risarcibili, continua a percepire a singhiozzo la servitù nucleare per di più ridotta del 70% a causa di un comma della Legge Finanziaria del 2005 non armonizzato con la normativa che a tutt'oggi regola questa materia. 

In sostanza, con l'interrogazione si chiedeva al Ministro Padoan di aprire un confronto con le amministrazioni diverse da quelle partecipanti al contenzioso originario, sia per non aprire ulteriori contenziosi sia per trovare una soluzione normativa orizzontale di modo da non penalizzare i Comuni che non hanno adito le vie legali ma che pagano il peso della presenza di materiale contaminato nel territorio di loro competenza. Si ricorda che a Latina, nella ex centrale di B.go Sabotino è ancora lì - e chissà per quanto tempo vi rimarrà - il reattore Magnox che nessun tecnico di settore è ancora in grado di smantellare.

Tutto ciò è stato ribadito durante la mia replica al Viceministro, ma malgrado sia un ragionamento logico e condivisibile il MEF ha deciso di affidare a queste parole l'epilogo della vicenda: "La causa è stata rinviata al 5 dicembre 2018 per la precisazione delle conclusioni".