sabato 8 marzo 2014

lettera aperta di Bonelli sulle mancate risposte di Vendola sull'Ilva. L'email che sbugiarda lo sgovernatore della Puglia di Sel sui veleni a Taranto

Ilva, l’email che sbugiarda Vendola VELENI IN PUGLIA Il direttore dell’A ge n z i a per l’Ambiente arrabbiato per aver atteso invano fuori dagli uffici della Regione: “Non mi faccio trattare in questo modo” di Francesco Casula e Antonio Massari Me ne sono andato dopo un’attesa di 20 minuti mentre Antonicelli e Nicastro erano in riunione da Vendola. Io non mi faccio trattare in questo modo”. È il testo di una mail che è in contrasto con le dichiarazioni di Nichi Vendola ai magistrati. A scriverla è Giorgio Assennato, direttore dell’Arpa Puglia, in risposta a una lettera che gli chiedeva come fosse andata la conferenza stampa sull’Ilva, negli uffici della Regione, del 15 luglio 2010. Un documento che Assennato ha recuperato durante le feste natalizie e consegnato alla procura il 31 dicembre scorso. La data del 15 luglio è fondamentale, nella ricostruzione dell’accusa di concussione nei confronti di Vendola, perché proprio quel giorno si tenne un incontro tra il presidente e i Riva che, all’uscita della riunione, commentarono al telefono: “Tieni presente che già psicologicamente, ieri, è avvenuto questo: Assennato è stato fatto venire al terzo piano però è stato fatto aspettare fuori… come segnale forte…”. Vendola è categorico: Assennato non fu convocato per quella riunione. “Io non ho memoria di Assennato – risponde Vendola ai pm – non era nel palazzo, non era nel mio campo visivo… non lo convocammo nel corso della riunione… non ricordo che nessuno l’abbia convocato con un sms…”. E precisa che la riunione si tenne dalle 11 all’una. Il direttore dell’Arpa, dopo aver trovato la mail nel suo archivio, spiega che “tra le 11.01 e le 12.04 si desume che possa aver avuto la possibilità di recarmi in Regione, attendere inutilmente 20 minuti, per poi ritornare alla sede dell’Arpa, che si trova a 600 metri di distanza”. Insomma: orario di presenza in Regione e testo della mail, a questo punto, appaiono un riscontro robusto alle intercettazioni dei Riva. Assennato precisa: “Si desume che l’attesa sia riferibile all’incontro previsto per le 11: la conferenza stampa”. Di certo, nel testo della mail, Assennato riferisce di aver aspettato 20 minuti, che l’attesa era motivata dal fatto che “Antonicelli e Nicastro (presenti all’incontro con i Riva, ndr) erano in riunione da Vendola” e, soprattutto, che il direttore era parecchio adirato: “Non mi faccio trattare in questo modo”. Per il resto Assennato conferma di non aver subìto pressioni da Vendola anche se – in un documento precedente - ammette: “Le ragioni dell’attesa non sono il frutto di un ‘segnale forte’ o di una ‘intimidazione’ subìta, ma il riflesso di un contrasto di vedute… la linea dell’Arpa quella di adottare misure preliminari e immediate… che evidentemente non incontrava più i consensi della visione politica della Regione, che preferiva attendere i risultati del monitoraggio diagnostico…”. E proprio sul versante politico, il leader dei Verdi Angelo Bonelli, scrive a Vendola una lettera aperta con 5 domande, tra le quali: perché la legge antidiossina, descritta da lei come una legge all’avanguardia, è stata disapplicata? Perché s’è tardato a istituire il registro tumori? Perché disse sì al rilascio dell’Aia – autorizzazione integrata ambientale - del 2011? Perché non ha mai fatto un’indagine epidemiologica? “Spero – conclude Bonelli – che vorrà darmi una risposta”. il fatto quotidiano 8 marzo 2014

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