martedì 13 agosto 2013
rifiuti e discarica La festa di Malagrotta: «Ma non smettiamo di combattere»
Gli striscioni ci sono sempre. Ma finalmente sono un po' sbiaditi. Finalmente, perché per una volta la lotta contro le discariche non si fa nella Valle Galeria, la zona a ovest di Roma dove ogni frazione ricorda il nome di un sito coinvolto nei piani dei rifiuti: Monti dell'Ortaccio, Testa di Cane, Piana del Sole e ovviamente Malagrotta. >>leggi
Risanamento ambientale e cemento. Che c’azzecca?
12 agosto 2013 - Ho letto l’articolo del Messaggero del 9 agosto a firma di Francesco Olivo, che riporta anche il senso di una mia intervista rilasciatagli una decina di giorni prima, pur con le consuete sintetizzazioni giornalistiche che tendono spesso a modificare, e a volte perfino a stravolgere, il pensiero dell’intervistato.
In questo caso comunque la sintesi risponde pienamente al mio pensiero e, per quello che mi è dato ci conoscere, anche a quello degli altri intervistati. Il titolo invece, “Festa di Malagrotta” mi sembra proprio sbagliato, come confermato dal contenuto degli interventi riportati nel articolo, se non in una certa euforia di Pippo La Cognata in previsione dei 3 milioni di metri cubi che verranno costruiti, come da Piano Regolatore, tra Magliana e l’Aurelia
La “riqualificazione del territorio” attraverso la costruzione di milioni di mc. di cemento è paradigmatica di una peculiare concezione di un certo ambientalismo, che immagina e definisce “sviluppo”ciò che invece è solo abuso del territorio, indicando appunto con un termine positivo “sviluppo”, quello che in pratica è solo ulteriore devastazione di territori ad unico vantaggio dei costruttori e della rendita immobiliare. *
Con buona pace sia di quanto si aspettano invece i cittadini, sia di quello che effettivamente significa, o dovrebbe significare, riqualificare un territorio martoriato come quello della Valle Galeria.
Alcuni anni fa, nella campagna elettorale per la Regione Sardegna, il candidato berlusconiano e attuale Presidente, Ugo Cappellacci, usò una frase che viene attribuita ad un capo pellerossa: – un popolo notoriamente rispettoso della natura, e quindi spazzato via – “Non abbiamo la terra in dono dai nostri padri, l’abbiamo in prestito dai nostri figli”. Il futuro Governatore sardo utilizzò questa frase per motivare il progetto di liberalizzare le costruzioni sulle più belle coste della Sardegna, appunto per tramandare ai figli una Sardegna più bella. (!)Non ho mai detto, e mai dirò, che i politici sono tutti uguali, che non c’è nessuna differenza fra destra e sinistra e via qualunquismizzando; però devo confessare che, a volte, mi risulta veramente difficile trovare le differenze culturali che motivano posizioni di esponenti di schieramenti politici contrapposti. In questo caso tra il Presidente PDL della Sardegna, Cappellacci, e La Cognata, notoriamente vicino al PD e di provenienza DS.
Maurizio Melandri
*. Un metodo questo, di camuffare con termini positivi oggetti o azioni che sono invece l’esatto contrario è ormai molto usato; vedi ad esempio definire “termovalorizzatori” gli “inceneritori”. Non è un metodo originale, ci aveva già pensato George Orwell nel famoso libro “1984” "Il vocabolario B consisteva di parole create deliberatamente per scopi politici, vale a dire parole che non solo avevano sempre un significato politico, ma erano precisamente intese a imporre un atteggiamento mentale, in una direzione desiderata, nella persona che ne faceva uso. Le parole B erano sempre parole composte. Consistevano in due o più parole, ovvero porzioni di parole, combinate assieme in una forma che fosse di semplice pronuncia. L¹amalgama che ne risultava era sempre un sostantivo+verbo, e si coniugava secondo le regole ordinarie. Nessuna parola del vocabolario B era ideologicamente neutra. Gran parte erano eufemismi. Parole, ad esempio, come svagocampo (campo per i lavori forzati) o Minipax (Ministero della Pace, e cioè Ministero della Guerra) significavano quasi puntualmente l¹opposto di quel che sembravano in un primo momento." - "I principi della neolingua", Appendice a 1984 di George Orwell
Ciao
Maurizio
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Rassegna Stampa
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