lunedì 12 agosto 2013

Biomasse: pericolo ozono dalle pioppelle

Un grido d'allarme lanciato da Nature Climate Change autorevole rivista scientifica: le coltivazioni intensive di piante da legno a rapido accrescimento rilasciano isoprene nell'aria che - in presenza di inquinanti e sotto l'effetto della luce - forma OZONO. Pioppo, eucalipto, salice tra le piante da legno incriminate. Nella Pianura Padana catino di veleni vogliamo aggiungere alle emissioni dei camini anche quelle di ulteriori pioppeti? E' bene ricordare che l'OZONO non fa solo male alla salute, ma è un inquinante terribile per le piante compromettendo le produzioni agricole. E' proprio vero che le biomasse distruggono l'agricoltura. Non bastava il mais nei digestori che manda in crisi la zootecnia per aumento di importazioni di mangimi e/o chiusura di stalle, non bastavano le terre sottratte. Con il che poi il biogas non si farà nemmeno con i reflui zootecnico. LE BIOMASSE SONO SOLO FOLLIA E AVIDITA' CHE PORTA DISGRAZIE. Gli agricoltori devono ribellarsi alle loro organizzazioni i cui dirigenti sono in larga misura cooptati nel business delle biomasse e del biogas (anche se agli interessi dell'industria si erano già svenduti). 
fonte: http://www.rinnovabili.it/energia/biomassa/inquinamento-il-lato-oscuro-della-biomassa604/


(Rinnovabili.it) – I nuovi target introdotti dall’Europa per affrontare il Climate Change con le agroenergie potrebbero danneggiare il clima piuttosto che aiutarlo. Lo rivela uno studio redatto dalla Lancaster University e pubblicato domenica sulla rivista Nature. Sotto inchiesta da parte del ricercatore Nick Hewitt e del suo team di colleghi è finito l’apporto della biomassa all’inquinamento atmosferico in zone dove la qualità dell’aria è già contaminata e le colture legnose sono spinte al massimo.

“La coltivazione dei biocombustibili è ritenuta una buona soluzione perché in grado di ridurre la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera”, ha spiegato Hewitt all’agenzia di stampa Reuters. “Ma possono anche avere un effetto negativo sulla qualità dell’aria”, ovunque siano prodotti in grande quantità. Il legno di alberi come il pioppo, il salice o l’eucalipto, tutti impiegati come fonte di combustibile rinnovabile, emette alti livelli di isoprene durante la crescita; questo elemento chimico, sostiene lo studio, è in grado di formare ozono se mescolato con altri inquinanti atmosferici sotto l’esposizione luminosa.

Il rapporto stima che l’ozono prodotto dalle colture lignee necessarie a soddisfare l’obiettivo UE al 2020 potrebbe determinare quasi 1.400 morti premature l’anno e ridurre il valore annuale della produzione di grano e mais dal momento che questo gas danneggia le coltivazioni. La soluzione? I ricercatori suggeriscono di mantenere le colture agro-energetiche lontane 

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