giovedì 19 luglio 2012
Pontinia campi sportivi e stadi nuovi o ristrutturazione esistenti, le agevolazioni
Via libera della Camera alla legge sugli stadi
I privati potranno comprare dai Comuni gli impianti sportivi per farne complessi multifunzionali
di Rossella Calabrese
19/07/2012 - È stato approvato dalla Commissione Cultura della Camera il disegno di legge per la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi, dopo un’interruzione dell’iter durata circa un anno e mezzo.
Si tratta del provvedimento finalizzato a favorire e incentivare la realizzazione di nuovi impianti sportivi e la ristrutturazione di quelli esistenti, secondo criteri di sicurezza, fruibilità e redditività dell’intervento e della gestione economico-finanziaria, e attraverso la semplificazione e l’accelerazione delle procedure amministrative.
Per realizzare nuovi impianti sportivi o nuovi complessi multifunzionali, il ddl prevede che il soggetto proponente o il Comune individui le aree e presenti uno studio di fattibilità. Il Comune esamina lo studio di fattibilità entro 90 giorni dalla presentazione e, in caso di valutazione favorevole, invita il proponente a presentare il progetto definitivo. Segue la Conferenza di Servizi per approvare le varianti urbanistiche e commerciali e per disporre gli eventiali espropri, i cui oneri sono a carico del proponente.
I pareri e gli altri atti di assenso delle Autorità competenti alla tutela dei vincoli archeologici, architettonici, idrogeologici, paesaggistici e storico-artistici sono acquisiti nella Conferenza di servizi. Resta ferma la disciplina in materia di valutazione di impatto ambientale e di aree naturali protette. Eventuali varianti urbanistiche sono approvate dal Consiglio comunale nei successivi 30 giorni. Il provvedimento conclusivo della Conferenza di servizi è titolo valido per la realizzazione dell'intervento ai sensi dell’articolo 15 del Dpr 380/2001.
Nel caso in cui l’area su cui è programmata la realizzazione del nuovo impianto sportivo sia di proprietà del Comune, una volta attribuita l’idonea destinazione urbanistica, il Comune può vendere al proponente la proprietà dell’area o il diritto di superficie, tramite assegnazione diretta, tenendo conto dei principi di concorrenza in materia di appalti.
Il progetto per gli impianti sportivi, eventualmente inseriti in complessi multifunzionali, deve garantire l’equilibrio economico e finanziario della gestione; garantire le migliori condizioni di visibilità per gli spettatori; prevedere locali da adibire a palestra, servizi commerciali, attività sociali per la cittadinanza, anche in convenzione con scuole e associazioni sportive; garantire la massima sicurezza degli impianti sportivi e la fruibilità degli spazi per le persone disabili; prevedere la realizzazione di impianti sportivi scolastici nel Comune dove sorge il nuovo impianto, nel limite di costo del 2% di quello di costruzione.
Il complesso multifunzionale può prevedere spazi per attività residenziali, direzionali, turistico-ricettive e commerciali. In questo caso il proponente deve: diversificare le attività all'interno della struttura; prevedere box o palchi per seguire le manifestazioni sportive da una posizione privilegiata; prevedere un sistema di telecamere a circuito chiuso e una centrale operativa; predisporre la struttura per l’uso di tecnologie innovative di produzione di energie alternative e di risparmio di energia, quali sonde geotermiche, illuminazione led, con particolare riguardo ai sistemi fotovoltaici idonei a generare energia elettrica, a favore del territorio su cui è ubicato l'impianto.
Per quanto riguarda gli impianti sportivi esistenti, il ddl mira a favorirne la ristrutturazione e la trasformazione in complessi multifunzionali. Il Comune, acquisita una perizia di stima dell’Agenzia del Territorio, può cedere a titolo oneroso con affidamento diretto i diritti reali di proprietà o di superficie per almeno 50 anni alle società sportive che ne abbiano l’uso prevalente.
L'acquirente deve sostenere gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria e garantire, mediante convenzione, per almeno 10 anni, l’uso delle strutture per attività sportive, commerciali e ricettive connesse, ricreative e di spettacolo, e per le funzioni sociali e pubbliche cui gli impianti sportivi sono destinati.
Al fine di garantire l’equilibrio economico-finanziario della gestione dell'impianto sportivo o del complesso multifunzionale e la loro redditività, il Comune può prevedere la possibilità di un ampliamento edificatorio delle cubature che già insistono sull'area interessata.
Le disposizioni del disegno di legge si applicheranno anche ai progetti di costruzione o ristrutturazione degli impianti sportivi in corso di esecuzione alla data della sua entrata in vigore.
(riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2012/07/urbanistica/via-libera-della-camera-alla-legge-sugli-stadi_28700_23.html
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