ricevo e pubblico COMUNICATO STAMPA
Acqualatina: iniziato il conto alla rovescia.
Con la grande manifestazione di ieri a Roma per la ripubblicizzazione dell’acqua, ma soprattutto con l’approvazione definitiva da parte del Senato del decreto fiscale di accompagnamento alla finanziaria, si apre una nuova pagina (completamente diversa dal passato) nella gestione dei Servizi Idrici Integrati.
Nel decreto infatti è inserita la moratoria sull'affidamento del servizio idrico, fino all'emanazione di una nuova normativa in materia e comunque per il massimo di 12 mesi.
Quindi nei 27 Ambiti Territoriali Ottimali (sui 91 totali) dove non si è ancora proceduto all’affidamento del servizio, non si potrà adottare alcun atto, almeno per un anno.
La moratoria non colpisce direttamente gli ATO nei quali il servizio è già stato avviato, come nel nostro caso. Per questi affidamenti già in essere, comunque è previsto che entro tre mesi dalla data di conversione del decreto (quindi entro il 28 febbraio 2008), “il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, trasmette alle Camere una relazione sullo stato delle gestioni esistenti circa il rispetto dei parametri di salvaguardia del patrimonio idrico e in particolare riguardo all’effettiva garanzia di controllo pubblico sulla misura delle tariffe, alla conservazione dell’equilibrio biologico, alla politica del risparmio idrico e dell’eliminazione delle dispersioni, alla priorità nel rinnovo delle risorse idriche e per il consumo umano”.
Il Governo quindi dovrà produrre al Parlamento una relazione dettagliata sullo stato degli affidamenti che, tra gli altri parametri, dovrà riguardare “l’effettiva garanzia del controllo pubblico sulla misura della tariffa ” (e vedremo cosa avrà da dire il Presidente della Provincia a tal proposito – visto che si è rifiutato di consegnare gli atti al TAR), oltre alla “politica del risparmio idrico e dell’eliminazione delle dispersioni” (che da noi ancora sono ferme al 69% dell’acqua immessa in rete – a fronte del 72% di inizio gestione Acqualatina).
Si apre quindi la strada per i commissariamenti degli ATO che non saranno in grado di dimostrare, dati alla mano, come hanno rispettato quei criteri economicità, efficienza ed efficacia che imponeva la legge Galli. Verso tale obiettivo (il commissariamento), ovviamente il “nostro” è in pool-position.
Nel frattempo è già iniziato l’iter parlamentare della proposta di legge di iniziativa popolare per far tornare interamente in mano pubblica la gestione del servizio; la proposta in tutta Italia ha raccolto 406.000 firme (contro le 50.000 necessarie) ed ha visto un importante contributo attraverso i nostri comitati locali (oltre 12.000 firme raccolte nell’ATO 4).
Le ripubblicizzazione del servizio ormai è un obiettivo a portata di mano, anche se piovono le solite accuse di demagogia (vale a dire captare consenso con false argomentazioni) a causa dei costi troppo elevati che l’operazione comporterebbe. In realtà, autorevoli docenti universitari hanno già calcolato che il costo di una simile operazione in tutta Italia, non supererà i 900 milioni di euro complessivi. Sembra (ed è) una grande cifra. Ma in realtà si tratta di 60 euro in media a famiglia.
L’equivalente di quello che stiamo pagando ad Acqualatina in poco più di un anno per la cosiddetta “quota fissa”, cioè per la parte della tariffa che non è legata ai consumi reali, ma solo a quei “costi di gestione” che si riesce mai a capire come si formano.
La strada è ancora lunga, ma il percorso è segnato e la stanchezza pesa di meno.
Per Acqualatina e i suoi strenui difensori quindi, oltre al tempo, cominciano a scarseggiare anche gli argomenti e le motivazioni per sostenere una gestione che finora, oltre ad incassare i soldi, non ha pensato quasi a nient’altro.
Latina, 02 Dicembre 2007.
A nome del Comitato Provinciale Difesa Acqua Pubblica
Alberto De Monaco, Gennaro Variale e Roberto Lessio.
Ieri personalmente ho vinto la "paura" di Roma .......
Era veramente una scommessa per tutto il Forum riuscire a portare a Roma tanta gente. In questo noi "popolo dell'acqua" di Aprilia sentivamo una grande responsabilità.
La scommessa è stata vinta.
Come molti dello stesso Forum hanno affermato, vinta in maniera ampia ed oltre ogni più rosea aspettativa. Per questo sono, siamo, più che contenti noi che temevamo e che avevamo proposto la manifestazione ad Aprilia.
La prova di Roma, come sostenuto da molti del Forum, era necessaria. Era una sfida/scommessa da affrontare, e va dato atto a chi ha organizzazto che la sfida è stata vinta ed il coraggio ripagato in pieno.
Oggi proprio noi che avevamo dubbi e paura siamo i più contenti poichè da questa paura ci siamo affrancati e quindi insieme a tutto il Forum ci sentiamo più sicuri per affrontare il dopo Roma.
La cosa più bella che io ho potuto osservare nella piazza a Roma era la presenza contemporanea e convergente delle tre componenti principali di questo processo, (per dirla con un temine "commerciale") era presente veramente tutta la filiera democratica che in questi mesi ha fatto nascere e crescere il Forum:
erano presenti coloro che "danno" acqua, coloro che garantiscono che l'acqua venga "data", coloro che ricevono "acqua" che io riconosco rispettivamente nei Lavoratori delle aziende pubbliche e private, gli enti locali, i cittadini.
Non di meno si avvertiva la presenza del "divino" (per chi vi crede ovviamente) attraverso la carica umana di padre Alex e delle comunità parrocchiali che hanno portato la loro testimonianza.
Presenze queste ultime più apprezzate perchè capiamo tutti che la loro presenza all'interno del Forum non è affatto scontata poichè vi è un abbisso tra la "Chiesa stato" è la "chiesa di fedeli iteneranti"
Il tutto poi è stato ampiamente condito con la vivacità, il sorriso, il frastuono del popolo partenopeo che suona, balla e canta e ti da una carica di ottimismo che ti rimane dentro.
Sul dopo Roma, in appena un anno di tempo a disposizione (ma non disperiamo), ritengo di proporre alcune considerazioni sul da farsi:
1) 3-5 Manifestazioni di livello nazionale sui territori nei quali maggiormente si avverte l'arroganza dei privatizzatori privati e pubblici per trasferire sul locale la "carica" che è venuta da Roma ed a sua volta farla crescere;
2)intensificare sugli enti locali, sia in numero che contenuti, la scelta dell'gestione pubblica Acqua ed avviare significativamente processi CORAGGIOSI di rescissione dei contratti in essere dove le privatizzazioni sono già relatà compiuta;
3)avviare a livello nazionale e continuare a livello locale un confronto tra sindacati e Forum.
Auguro a tutti un meritato riposo, sapendo che da domani il nostro impegno dovrà aumentare in qualità, quantità, e determinazione poichè il nostro successo a Roma aumenterà l'arroganza e la determinazione dei poteri economici-finaziari sia nelle gestioni sia sulla classe politica che dovrà dimostrare di voler porre un freno alla sua dipendenza dall'imposizione dei poteri "privati".
ps: la manifestazione sotto l'ambasciata di Francia è stata proprio la ciliegina sulla torta e riprendendo la proposta dell'amico Roberto di Latina, dico che se Parigi dirà acqua pubblica, la nostra prossima manifestazione del Forum dovrà essere a Parigi!
Alberto De Monaco, comitato cittadino acqua pubblica Aprilia.
La Repubblica, Domenica 2 Dicembre
Quarantamila a Roma. La manifestazione organizzata dal Forum delle acque
Il ministro Ferrero: "Questo sarà uno dei temi della verifica di gennaio"
"L'acqua è un bene pubblico"
In marcia contro la privatizzazione
ROMA - In marcia per difendere l'acqua, "un bene comune che non va privatizzato". Quarantamila persone, donne e uomini appartenenti a comitati territoriali e associazioni, forze culturali e religiose, sindacali e politiche per sostenere una legge di iniziativa popolare (già 400 mila le firme raccolte) per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell'acqua.
Tra le tante manifestazioni, le più svariate, che Roma è abituata a ospitare quella di oggi in nome del diritto all'acqua che "non è una merce" è stata sicuramente tra le più insolite. E quella che al momento incassa anche un successo quasi immediato e quasi tangibile. Il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero promette infatti che la "ripubblicizzazione dell'acqua sarà uno dei punti della verifica di governo a gennaio".
Il corteo, animato e colorato con tante gocce d'acqua di cartone, è stato organizzato dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua che raggruppa 70 associazioni e reti nazionali e circa mille comitati territoriali. Un arcipelago che ha sintetizzato in quattro punti le cose da fare subito: moratoria contro tutte le privatizzazioni; immediata approvazione della legge d'iniziativa popolare; ristrutturare la rete idrica nazionale che tra perdite e infiltrazioni aiuta il mercato delle privatizzazioni, "una grande opera pubblica" recita un cartello sarcastico. Infine la gestione pubblica e partecipata dai lavoratori e dalle comunità locali (www.acquabenecomune.org).
Nel corteo bandiere di diverse sigle. Tra le altre, quelle di Verdi, Prc, Sd, Pdci, Cobas, Cgil, Wwf e gonfaloni di alcuni comuni, come Gualdo Tadino. Fra i manifestanti anche i volontari dei "grilliromani", nati dal blog di Beppe Grillo.
"Senza beni comuni come l'aria e l'acqua non possiamo vivere: sono diritti fondamentali degli esseri umani fin dalla nascita e non si possono ridurre a merce" ha affermato il missionario comboniano Alex Zanotelli, uno dei personaggi simbolo della battaglia per la ripubblicizzazione del sistema idrico in Italia. Con lui ha sfilato anche il leader dei Verdi e ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che ha sottolineato come "bisogna evitare che ci sia un tentativo di privatizzazione, che ci porterebbe - anche nel mondo - a vere e proprie guerra per l' acqua: noi non vogliamo correre questo rischio".
Il ministro Ferrero ha appoggiato la manifestazione perché - ha scritto in un comunicato destinato al Forum delle acque - "l'acqua costituisce un bene di prima necessità che non può essere mercificato né, tantomeno, monopolizzato da qualche multinazionale". Una realtà, scrive il ministro, "ancora più vera in un momento in cui i cambiamenti climatici in corso stanno rendendo la scarsità delle risorse idriche un problema ancora maggiore rispetto al recente passato". Considerare perciò l'acqua come un bene pubblico è una strategia di salvaguardia per il futuro di tutti i cittadini.
Il decreto fiscale appena approvato ha bloccato per un anno la privatizzazione dei servizi idrici. E' qualcosa, ma ancora troppo poco. "E' necessario - aggiunge il ministro - arrivare al più presto a una legge che conduca alla ripubblicizzazione integrale dell'acqua". E questo deve essere uno dei punti della verifica di gennaio.
domenica 2 dicembre 2007
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