In alcuni periodi dell’anno le coltivazioni sono letteralmente sotto assedio. C’è il problema parassiti, compresi quelli definiti “alieni” come ad esempio il punteruolo del peperone. Ci sono poi zone che confinano con boschi e parchi popolati da specie come daini e cinghiali che spesso durante la notte fanno irruzione nei campi danneggiando i raccolti. Infine esiste un terzo problema che viene direttamente dalla terra e che è quello delle erbe infestanti. Anche in questo caso, come per quanto riguarda gli insetti “alieni”, occorre aggiornare i piani di contrasto in uso sia per il sopraggiungere di nuove specie che per sperimentare prodotti che tendano il più possibile al bio nel rispetto della terra e dei consumatori.
Quello della Regione è quindi uno sforzo su più fronti e comincia con una fase di studio seguita dagli interventi. Questo per fornire agli agricoltori degli strumenti che siano davvero utili. È stato approvato infatti l’aggiornamento delle «Norme Tecniche di difesa integrata e controllo delle erbe infestanti» un elaborato dell’Area Servizio Fitosanitario Regionale.
A misura d’uomo
L’obiettivo della Regione è innanzitutto quello di arrivare ad avere «un minor impatto verso l’uomo e l’ambiente, consentendo di ottenere produzioni economicamente sostenibili». Per arrivare a questo risultato occorre avere molto rispetto per il terreno su cui si coltiva considerando anche fattori come la ciclicità. Ad esempio per le colture annuali, in base alle norme regionali, deve essere applicata una rotazione colturale che preveda un intervallo di almeno due anni prima del ritorno della stessa coltura sul medesimo appezzamento. Deve essere, inoltre, rispettata una razionale alternanza tra colture miglioratrici e colture depauperanti. Sono classificate come colture depauperanti i cerali autunno-vernini, ed in particolare frumento tenero, frumento duro, farro, orzo, avena, triticale e segale. È consentita la successione tra due colture miglioratrici. Non sono ammessi avvicendamenti che prevedono la successione tra due colture depauperanti.
Un territorio complesso
Il Lazio è una regione che presenta territori molto diversi fra loro basti pensare a come cambiano i paesaggi e anche le tipologie di colture dal mare all’entroterra fino alle zone collinari e montane. Gli agricoltori potranno rifarsi a delle schede indicando a loro volta le caratteristiche dei territori in cui si trovano le aziende, compresa la presenza di parassiti. Quali i parametri inseriti nelle schede? Si comincia con l’ “epoca”: viene riportata la fase fenologica della coltura a cui si riferisce la strategia di controllo delle infestanti consigliata (pre-semina, pre-emergenza, post-emergenza, pre-trapianto, post-trapianto); si continua con gli “infestanti”: sono riportate le tipologie delle infestanti nei confronti delle quali viene impostata la strategia di controllo proposta; c’è poi la parte sui «criteri di intervento»: per ciascuna avversità vengono specificati i criteri di intervento che si propone di adottare per una corretta difesa integrata. In particolare si evidenziano eventuali soglie economiche di intervento; infine vengono indicati i «mezzi di difesa»: per ciascuna infestante (o gruppo di infestanti) viene indicato il mezzo di difesa da utilizzare tra cui in particolare le sostanze attive.
In ogni scheda vengono indicate quindi le specie infestanti, eventuali malattie delle coltivazioni, la tipologia di intervento da effettuare e anche le quantità di sostanze da impiegare.
È un piano che guarda oltre perchè è anche dalla cura delle coltivazioni che si ottiene maggiore qualità per quello che poi finisce sulle tavole, prodotti venduti in tutto il Paese. http://www.latinaoggi.eu/news/news/38625/erbe-regione-lazio-premio-infestanti.html
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