Parte oggi da Verona il monitoraggio sulla presenza di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) nell’acqua potabile erogata nelle scuole primarie del Veneto. Nelle scorse settimane abbiamo inviato richieste ai dirigenti scolastici di oltre trenta scuole primarie venete. Per il momento ci hanno risposto in tredici, autorizzando la raccolta e l’analisi dei campioni di acqua potabile.
Nei casi di contaminazione come questo i soggetti più vulnerabili sono proprio i bambini e per essi deve valere il principio di maggior tutela. Per questo - venendo incontro alle richieste dei genitori preoccupati - abbiamo in programma di effettuare analisi indipendenti sull’acqua potabile nelle scuole.
Il monitoraggio toccherà numerosi comuni delle province di Verona (tra cui San Bonifacio, San Giovanni Lupatoto, Legnago), Vicenza (tra cui Montecchio Maggiore, Brendola, Arzignano, Sarego, Vicenza) e Padova (tra cui Montagnana e Padova) caratterizzati da un diverso grado di contaminazione da PFAS.
Un secco no alla nostra richiesta è invece arrivato dai dirigenti scolastici delle scuole primarie di alcuni dei comuni più esposti alla contaminazione come Lonigo, Noventa Vicentina, Pojana Maggiore e Arcole. Per altri istituti, da Cologna Veneta ad Altavilla Vicentina, ancora non è arrivata un’autorizzazione ufficiale.
Comprendiamo le cautele di alcuni dirigenti scolastici di istituti situati nei comuni dell’area più contaminata da PFAS ma riteniamo preoccupante che non ci consentano di raccogliere campioni di acqua, negando così la richiesta di molti genitori di avere dati indipendenti sulla presenza di PFAS nell’ acqua potabile delle scuole frequentate dai loro figli. Confidiamo in un loro ripensamento.
Chiediamo alla Regione Veneto di individuare e fermare tutte le fonti di inquinamento da PFAS ed abbassare i livelli consentiti per queste sostanze nell’acqua potabile allineandoli con quelli in vigore in altri paesi europei.
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