Ieri
la contestazione nel verbale finale sul monitoraggio effettuato
all’interno dei due invasi
DETTAGLI
IL
MATERIALE
ABBANCATO
IN
MODO
IRREGOLARE
CAUSA
I CATTIVI
ODORI
«C’E’
DIFFORMITÀ TRA QUANTO
STABILITO
NELLE CONFERENZE
DI
SERVIZI E GLI ATTI DELL’AIA
CONCESSA
ALLA SOCIETÀ INDECO»
DI
GRAZIELLA DI
MAMBRO
Blitz
a sorpresa ieri
mattina
presso i due
invasi
di Borgo Montello
che
raccolgono il materiale
di
risulta del trattamento
Tmb
e da un anno emanano
odori
nauseabondi
contestati
con decine di
esposti
dai cittadini della
zona.
Ma ciò che è emerso
va
oltre le polemiche ed è
forse
anche più grave perché
attiene
un «falso» nel recente
rinnovo
dell’aut orizzazione
Aia
alla Indeco srl e
che
diventerà oggetto di un
esposto
alla Procura da parte
di
Comune e Provincia di
Latina.
Si va allo scontro
istituzionale.
Senza risolvere
alla
base il problema cardine
dell’inquinamento
delle
falde
e della bonifica che,
in
base alla conferenza di
servizi,
doveva essere la
condizione
essenziale e propedeutica
a
qualsiasi nuova
bonifica.
In particolare dal
verbale
redatto dopo l’ispe -
zione
presso Indeco emerge
che
«alla luce del mancato
rispetto
della realizzazione
del
progetto di bonifica, in
particolare
il capping di S0»
è
«in contraddizione rispetto
a
quanto espresso in sede
di
conferenza di servizi».
Inoltre
sempre nel verbale
di
ieri la Provincia di Latina
ha
fatto rilevare che nel rinnovo
dell’Aia
ad Indeco
«non
vi è un immediato
riscontro
ai pareri espressi
in
conferenza» sempre in
relazione
alla bonifica. Per
quanto
concerne, nello specifico
i
cattivi odori, i maggiori
problemi
sono stati riscontrati
nell’invaso
di
competenza
di Ecoambiente
e
sembrerebbero legati sia al
sistema
usato in loco che
denota
delle irregolarità, sia
alla
tipologia di materiale
conferito
da impianti di
Trattamento
romani cui la
Regione
ha annunciato fornirà
ulteriori
direttive per le
migliorie.
Nell’invaso di Indeco
invece
sono stati «riscontrati
ristagni
di percolato
all’interno
del bacino in
aree
funzionali al rilancio
presso
i siti di pertinenza».
In
sintesi la Regione Lazio
rischia
in questo momento
di
essere denunciata da Comune
e
Provincia per aver
rinnovato
le autorizzazioni
senza
chiedere ai gestori il
rispetto
delle condizioni circa
l’esecuzione
della bonifica
in
un’area così fragile e
compromessa.
Dunque si va
oltre
il ricorso al Tar per
l’annullamento
degli atti
amministrativi.
E’ presso -
ché
certo che dopo le autotrizzazioni
Aia
ci sarà un
«sì»
all’ampliamento funzionale
degli
invasi, una
procedura
che non richiede
un
ulteriore passaggio in
conferenza,
ossia il confronto
con
altri soggetti (Arpa,
Asl,
Provincia, Comuni).
Ancora
ieri i tecnici della
Regione
Lazio intervenuti
sul
posto hanno sostenuto
che
«è condizione indispensabile
che
venga proseguita
l’attività
di bonifica da parte
di
Ecoambiente con l’im -
missione
di reagenti anche
nei
piezometri ricadenti
nell’ambito
di competenza
Indeco».
Quest’ultima fino
ad
oggi non ha consentito
l’accesso
ai suoi pozzi (per
avviare
la bonifica)= e ieri
ha
sostenuto che tale atteggiamento
era
motivato dal
fatto
che l’accesso si stava
facendo
senza la presenza di
rappresentanti
degli enti
pubblici.
La Regione ha ribadito
che
«l’attività deve
essere
ripresa indipendentemente
dalla
presenza degli
enti».
Come si può notare
gli
ostacoli a questa bonifica
imposta
e tanto attesa sono
molteplici
e quasi si è dovuti
arrivare
alla imposizione
della
immissione dei reagenti.
Eppure
tutto questo
non
basta perché mentre gli
interventi
di tutela vengono
procrastinati
dai due gestori,
la
Regione ha già varato le
autorizzazioni
che, come è
stato
confermato ieri, risultano
essere
propedeutiche
agli
ampliamenti (seppure
funzionali)
degli invasi. Ciò
significa
che si andrà ad
abbancare
materiale residuale
del
tmb sui vecchi siti,
con
il sicuro risultato dei
cattivi
odori, e con probabili
conseguenze
sulle falde.
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IL
QUOTIDIANO - Martedì 23 Settembre 2014
Latina
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