Il primo maxi filone d’indagine sul «sistema rifiuti» va a processo. L’imprenditore Manlio Cerroni sarà giudicato con rito immediato assieme ad altri sei, ai domiciliari dal 9 gennaio scorso, per...Il primo maxi filone d’indagine sul «sistema rifiuti» va a processo. L’imprenditore Manlio Cerroni sarà giudicato con rito immediato assieme ad altri sei, ai domiciliari dal 9 gennaio scorso, per associazione a delinquere, corruzione, attività organizzate per il traffico di rifiuti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, frode nelle pubbliche forniture, truffa, abuso d’ufficio, falsità ideologica e materiale e violazione penale del Testo unico sull’edilizia. Verso la richiesta di archiviazione, invece, la posizione di Fabio Ermolli, direttore dell’Arpa Lazio, che risulterebbe estraneo a tutte le accuse. In chiusura indagini, infine, il terzo troncone in cui ci sono esclusivamente gli indagati, come l’ex presidente della Regione, Piero Marrazzo, e il prefetto ed ex commissario governativo con delega all’emergenza rifiuti, Goffredo Sottile. L'indagine ha fatto emergere un vero e proprio sistema illecito nella gestione dei rifiuti nel Lazio, nelle mani di Cerroni. «È quasi superfluo – scrive il gip – definire i fatti», che sarebbero «di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettività». È Cerroni il vero dominus, «esercita un rilevantissimo potere di controllo in seno alla Pubblica amministrazione». Attraverso i collegamenti con gli ormai scomparsi Mario Di Carlo, ex assessore regionale con Marrazzo, e Arcangelo Spagnoli, responsabile unico, riesce ad avere un occhio di riguardo per l’impianto raccolta rifiuti e il termovalorizzatore di Albano Laziale, per la realizzazione di un invaso destinato alla discarica di Monti dell’Ortaccio e per la gestione, in monopolio, dei rifiuti dei comuni di Anzio e Nettuno. Il coinvolgimento di Marrazzo riguarda il termovalorizzatore di Albano Laziale, in particolare un’ordinanza che nel 2008 avrebbe consentito a Cerroni di beneficiare dei finanziamenti Cip6 e avviare il progetto anche se la programmazione regionale non lo prevedeva in quella zona. «L’ordinanza presidenziale è stata partorita praticamente sotto dettatura da parte dei destinatari del provvedimento», scrive il gip. Ancora sotto indagine, inoltre, resta una movimentazione sospetta per 3 milioni di euro sull’ex responsabile unico per l’emergenza rifiuti, Spagnoli, deceduto nel 2012. Accertamenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma, sono concentrati su una polizza estero che avrebbe sottoscritto Spagnoli.
Ivan Cimmarusti http://www.iltempo.it/roma-capitale/cronaca/2014/04/02/giustizia-sprint-lo-scandalo-rifiuti-va-gia-a-sentenza-1.1236041
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