Quando arriva un piazzista del biogas... http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2013/10/quando-arriva-un-piazzista-del-biogas.html
Quando arriva un piazzista del biogas...
Quando ai cancelli dell'azienda agricola si presentano i piazzisti del biogas, vanno accolti così.
Hanno già messo nei guai tanti agricoltori illudendoli di facili guadagni e dell'assenza di "rogne". Che reperire gli "scarti" e i "sottoprodotti" sia facile e che ci sono in giro tanti rifiuti (scarti di mensa ecc.) che attendono solo di essere immessi nei digestori. Ora con tante centrali in esercizio c'è anche una concorrenza per il reperimento di biomasse.
Non hanno presentato nel modo corretto i problemi di funzionameno dei digestori che sono sensibili a variazioni della composizione delle biomasse e alla presenza di elementi antifermentativi (antibiotici, metalli pesanti), alle variazioni della "dieta" che non possono piegarsi alla convenienza di mercato o alla reperibilità occasionale di biomasse in saldo.
Non hanno presentanto in modo corretto i problemi tecnici: perdite di gas, corrosioni, legate alle stesse caratteristiche del biogas che contiene acqua, idrogeno solforato, silossani, acidi.
Se hanno problemi le centrali nuove cosa succederà tra un po' di anni? le centrali entrate in esercizio nel 2013 cesseranno l'attività nel 2033. I problemi di manutenzione andranno intensificandosi mentre nulla assicura che le ditte che oggi si affollano in un mercato emergente sull'onda del boom saranno ancora pronte a correre fornire assistenza tra vent'anni. Con il rischio che gli impianti diventino dei catorci, delle bombe ecologiche e di dover affrontare tutte le conseguenze del caso.
L'attenzione dei residenti, dei comitati, della magistratura, dei NOE nei confonti delle centrali è destinata a crescere e non ad affievolirsi. Mano a mano che si diffonde la consapevolezza degli impatti che producono le centrali vi sarà crescente attenzione ai controlli delle emissioni, all'utilizzo del digestato, alla provenienza delle biomasse. Le centrali che si aggiungono alle esistenti saranno tenute d'occhio e gli sgarri non saranno lasciati passare lisci.
Varrà per le "grosse", per le "medie" e le "piccole" perché 10 centrali da 100 kW inquinano più di una da 1MW e determinano più rischi di danni all'ambiente per sversamenti accidentali dovuti a errori umani o carenza di manutenzione.
Quanto più si diffondono le notizie relativi ai frequenti casi di inquinamento di corsi d'acqua, di cattiva gestione dei digestati e quanto più diventano note al pubblico le emissioni inquinanti delle centrali, quanto più chi intende realizzare una centrale a biogas dovrà mettere in conto di essere considerato non solo uno speculatore (in primo luogo dagli agricoltori che non partecipano al business) ma anche un inquinatore. Deve mettere in conto di divenire oggetto di una sanzione sociale negativa, di divenire un "biogassista".
Conviene riflettere sulle ormai non poche centrali bloccate dopo che sono entrate in esercizio per accertate irregolarità, per sversamenti, emissioni in atmosfera oltre i limiti o irregolarità amminsitrative.
Oggi ci sono parecchi motivi per non lasciarsi sedurre dalle blandizie del gatto e della volpe (anche quando assumono le sembianze di serissimi esperti e persino di funzionari pubblici).
Quando ai cancelli dell'azienda agricola si presentano i piazzisti del biogas, vanno accolti così.
Hanno già messo nei guai tanti agricoltori illudendoli di facili guadagni e dell'assenza di "rogne". Che reperire gli "scarti" e i "sottoprodotti" sia facile e che ci sono in giro tanti rifiuti (scarti di mensa ecc.) che attendono solo di essere immessi nei digestori. Ora con tante centrali in esercizio c'è anche una concorrenza per il reperimento di biomasse.
Non hanno presentato nel modo corretto i problemi di funzionameno dei digestori che sono sensibili a variazioni della composizione delle biomasse e alla presenza di elementi antifermentativi (antibiotici, metalli pesanti), alle variazioni della "dieta" che non possono piegarsi alla convenienza di mercato o alla reperibilità occasionale di biomasse in saldo.
Non hanno presentanto in modo corretto i problemi tecnici: perdite di gas, corrosioni, legate alle stesse caratteristiche del biogas che contiene acqua, idrogeno solforato, silossani, acidi.
Se hanno problemi le centrali nuove cosa succederà tra un po' di anni? le centrali entrate in esercizio nel 2013 cesseranno l'attività nel 2033. I problemi di manutenzione andranno intensificandosi mentre nulla assicura che le ditte che oggi si affollano in un mercato emergente sull'onda del boom saranno ancora pronte a correre fornire assistenza tra vent'anni. Con il rischio che gli impianti diventino dei catorci, delle bombe ecologiche e di dover affrontare tutte le conseguenze del caso.
L'attenzione dei residenti, dei comitati, della magistratura, dei NOE nei confonti delle centrali è destinata a crescere e non ad affievolirsi. Mano a mano che si diffonde la consapevolezza degli impatti che producono le centrali vi sarà crescente attenzione ai controlli delle emissioni, all'utilizzo del digestato, alla provenienza delle biomasse. Le centrali che si aggiungono alle esistenti saranno tenute d'occhio e gli sgarri non saranno lasciati passare lisci.
Varrà per le "grosse", per le "medie" e le "piccole" perché 10 centrali da 100 kW inquinano più di una da 1MW e determinano più rischi di danni all'ambiente per sversamenti accidentali dovuti a errori umani o carenza di manutenzione.
Quanto più si diffondono le notizie relativi ai frequenti casi di inquinamento di corsi d'acqua, di cattiva gestione dei digestati e quanto più diventano note al pubblico le emissioni inquinanti delle centrali, quanto più chi intende realizzare una centrale a biogas dovrà mettere in conto di essere considerato non solo uno speculatore (in primo luogo dagli agricoltori che non partecipano al business) ma anche un inquinatore. Deve mettere in conto di divenire oggetto di una sanzione sociale negativa, di divenire un "biogassista".
Conviene riflettere sulle ormai non poche centrali bloccate dopo che sono entrate in esercizio per accertate irregolarità, per sversamenti, emissioni in atmosfera oltre i limiti o irregolarità amminsitrative.
Oggi ci sono parecchi motivi per non lasciarsi sedurre dalle blandizie del gatto e della volpe (anche quando assumono le sembianze di serissimi esperti e persino di funzionari pubblici).
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