VENTITRE' ANNI FA CHIUDEVA LA CENTRALE FIUMARETTA http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_gennaio_31/2febb-inchiesta-ambiente-montalto-2113786456316.shtml
Porto e centrali, la città cerca il risanamento: verso accordo Enel e Comune per «costruire» bosco da 42 mila ettari dietro Torrevaldaliga, riconvertita a «carbone pulito»
Civitavecchia lotta per l'ambiente pulito
di A.Nittoli e A.Perla
di A.Nittoli e A.Perla
L’INQUINAMENTO- Secondo Marzia Marzoli, attivista del movimento ‘No coke alto Lazio’, «si tratta di un’area avvelenata da più di 40 anni. Oltre al porto, carente di banchine elettrificate e che costringe dunque le navi in rada a tenere accesi i motori, c’è una centrale a gas, da circa 1200 megawatt, di proprietà della Tirreno Power. Poi, per anni, sono state attive la centrale termoelettrica di Fiumaretta e quella a olio combustibile di Torrevaldaliga nord». Mentre la prima è stata chiusa negli anni ’90, la seconda, di proprietà di Enel, dopo il 2003 è stata riconvertita a carbone.
PUNTARE SULLE RINNOVABILI - «Piuttosto, al momento della riconversione, si sarebbe potuto puntare sulle rinnovabili. E’ ovvio che il nuovo impianto a carbone è meno dannoso del precedente a olio combustibile ma in un’area già così altamente inquinata non si dovrebbe più neanche accendere una sigaretta. Si è persa l’occasione di mettere la parola fine a quello che resta il principale fattore di inquinamento della zona, fosse solo per le sue mastodontiche dimensioni». La centrale di Torrevaldaliga Nord produce infatti la metà dell’energia dell’intero Lazio e il 4% del fabbisogno nazionale.
L’ALLARME DEL SINDACO - A lanciare l’allarme inquinamento, ad agosto 2012, era stato anche il sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei, eletto con il Pd lo scorso anno. «Farò chiudere la centrale Enel, inquina troppo», aveva tuonato a fine estate. Allarme che aveva gettato nel panico la popolazione, paventando un caso «Ilva bis». Poi, il dialogo con l’azienda. «La centrale ha sempre rispettato i parametri previsti dalla normativa - spiega Molina -, abbiamo avuto una serie di incontri con l’amministrazione comunale che hanno portato a una progressiva situazione di chiarimento». Ma da allora cos’è cambiato? «Se addirittura il sindaco era arrivato a minacciare la chiusura dello stabilimento - si chiedono i cittadini - qual è il reale grado di pericolo?».
«DIALOGO CON ENEL PER LA SALUTE » - «L’allarme è sempre valido – spiega il sindaco –. Tutto inquina, dal porto alla centrale a gas di Torrevaldaliga Sud, e anche la centrale a carbone fa la sua parte. Ora però stiamo dialogando con Enel per stipulare una nuova convenzione, guardando soprattutto alla salute dei cittadini». Scaduta la precedente, risalente al 2008, Enel aveva infatti chiuso ogni rapporto con l’amministrazione non parlando più delle «misure compensative», che il primo cittadino ritiene invece necessarie: «Bisogna considerare che lo stabilimento occupa 150 ettari di territorio sul mare, è ovvio che debba dare qualcosa in cambio alla popolazione».
MISURE COMPENSATIVE -Tra il 2008 e il 2012, secondo la ricostruzione del sindaco, Enel ha versato alle casse dell’amministrazione comunale circa 60 milioni di euro. «Da sempre ci siamo interessati al territorio – spiega Molina -. E’ normale che come attività di responsabilità sociale siamo attenti e vogliamo fare la nostra parte». Soldi che la precedente giunta, a detta di Tidei, avrebbe usato per spese correnti. «Questo ha generato un aumento di costi – racconta il sindaco -, dovuti soprattutto a nuove assunzioni, che una volta venuti meno gli introiti da Enel, il Comune non riesce più a coprire. E se non si troverà una soluzione saremo costretti a dichiarare il dissesto».
UN GIARDINO DIETRO LA CENTRALE - Una questione di do ut des, dunque. Ma secondo Alessandro Manuedda, del comitato ‘No coke’, «qui in gioco c’è la salute dei cittadini che non si può barattare col denaro». Eppure il sindaco non chiede solo denaro. Tra le misure compensative c’è la realizzazione di un’area verde di 42mila ettari, alle spalle della centrale, già prevista in realtà dal decreto di Valutazione di impatto ambientale del 2003. Area ad oggi ancora non realizzata. E che ora Tidei reclama a gran voce: abbiamo un incontro a breve con l’azienda e siamo speranzosi che entro 90 giorni Enel avvierà i lavori per la realizzazione del bosco. Molina spiega però che il ritardo sarebbe imputabile a un cambio di localizzazione del parco, voluto dalla precedente amministrazione comunale.
RINNOVO AIA - La partita più grande si giocherà, tuttavia, in sede di Conferenza dei servizi, di imminente convocazione, per il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale, ovvero il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto e ne prescrive limiti e parametri di funzionamento. Il sindaco ha deciso di mettere sul piatto una serie di prescrizioni: «dalla riduzione dei tempi di funzionamento della centrale al contenimento della percentuale di zolfo, attualmente superiore allo 0,3%, fino alla rimozione di 680mila mq di escavo (composto da arsenico e sale) che sono stati ammucchiati sul territorio in seguito a di lavori per la realizzazione di un carbonile a mare». Prescrizioni parzialmente in linea con le richieste che il comitato ‘No coke’ ha raccolto in un documento da consegnare proprio all’amministrazione comunale. «Siamo fiduciosi – dice in sindaco – che in Conferenza queste prescrizioni verranno accolte perché possiamo fare affidamento su Provincia e Regione che condividono almeno in parte le nostre richieste».
31 gennaio 2013 (modifica il 5 febbraio 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA
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