domenica 10 giugno 2012
Pontinia, turbogas punto di partenza per un nuovo modo di amministrare?
La lunga vicenda del più contestato progetto del comune di Pontinia, la centrale a turbogas, conferma che la volontà popolare, la competenza, la conoscenza, la ragione anche se di un piccolo comune o di pochi cittadini possono far desistere le corazzate multinazionali che possono mettere in campo legali, professionisti, risorse notevolmente superiori.
Questa esperienza spero possa servire a tutti coloro (comunità, cittadini, associazioni, comuni, comitati) contesta progetti incompatibili con il territorio, speculazioni, alleanze ad alto livello.
Penso per esempio ai cittadini di Borgo Montello che tentano di resistere contro il mostro dell’incapacità politica che porta morte, malattie e svalutazione degli immobili con il suo potente carico inquinante della discarica. Ma penso a tutti coloro che contestano progetti come il TAV in Val Susa, inceneritori, impianti a biomasse, autostrade, altre centrali a turbogas, discariche. Oppure chi si oppone alla speculazione, allo sfruttamento, alla privatizzazione dei servizi e dei beni pubblici, tra le quali l’acqua. A Pontinia dopo aver sconfitto la centrale a biomasse (che un esponente dell’udc vorrebbe resuscitare, lo stesso che voleva togliere i vincoli che potevano ostacolare la centrale a turbogas), dopo aver archiviato il progetto dell’inceneritore, l’abbandono del devastante corridoio tirrenico, dopo aver preso atto dell’impossibilità a realizzare il mega centro commerciale di Mesa, dopo la sciagurata cessioni delle reti dell’acqua, l’approvazione del progetto del centro di compostaggio, dopo l’archiviazione del dissesto (inesistente secondo corte dei conti, ministero dell’interno, Tar e consiglio di stato) si accantona anche la centrale a turbogas. Ripercorrendo la storia amministrativa dal maggio 2003, quindi dalla vittoria della destra che ha portato le peggiori situazioni di cui sopra, sono stato il protagonista costante, mio malgrado, della resistenza dei cittadini e dello ristabilimento della ragione della volontà locale. In merito alla turbogas c’è voluta una costante, ostinata, competente conoscenza e opposizione. Non sono bastati gli evidenti errori del progetto, su molteplici aspetti: procedurali, tecnici, amministrativi, di prevenzione incendi, della tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica. Né è bastato segnalare il mancato rispetto di norme e leggi, di forzature nei procedimenti. Anche la valutazione di impatto ambientale (che conteneva numerosi errori) era scaduta da oltre 18 mesi. C’è voluta la capacità di comunicazione di Paolo Cima per far cambiare idea al sindaco, riempiendo il teatro. Da allora il sindaco ha sempre dimostrato la sua volontà a contrastare questo progetto. Anche contro alcuni componenti della sua maggioranza, contro il candidato a sindaco della destra, il suo consigliere dell’udc. Non sono bastate le richieste di risarcimento (clamorosamente sbagliate non hanno saputo fare nemmeno le addizioni figuriamoci il progetto) che sono apparse più dimostrative che reali tanto che sono state respinte dal Tar e dal consiglio di stato. Ci sono stati momenti difficili nel ristretto tavolo tecnico che ha svolto un lungo, metodico, costante lavoro che ha dimostrato tutti gli errori, l’imprecisione e l’approssimazione. Ci siamo spesso trovati di fronte a commissioni, conferenze di servizio dove c’erano fior di personalità, sigle, enti, società che hanno cercato in tanti modi di imporre il progetto indesiderato. Proprio dal momento più difficile (l’approvazione AIA nel maggio 2009) abbiamo elaborato la strategia, le motivazioni, gli atti che hanno costretto al ritiro del progetto. L’insieme di cittadini (Paolo, Alessandro, Andrea, Gianpaolo, Annalisa, Luigi, della rete no turbogas solo per citarne alcuni), di associazioni (WWF, Legambiente, Cia, Coldiretti per esempio), tecnici e legali (il geologo Alessandro Carlomagno, gli avvocati Carlo Bassoli e Luciano Falcone, l’ing. Corradi) con l’unico sindaco che avrebbe potuto difendere comunque il nostro territorio, il dottor Eligio Tombolillo, ha reso possibile questo risultato insieme a tutti gli organi di informazione (giornali, tv, radio locali) che hanno dato la giusta risonanza e importanza. Tombolillo aveva chiesto più volte alle aziende che volevano imporre impianti incompatibili di cambiarli con quelli a servizio del territorio (energie naturali e rinnovabili, risparmio energetico) e finalmente la Gdf Suez ha cambiato parere. Ma questo è solo l’inizio. Da una parte è necessario ristabilire il diritto e annullare tutti gli atti che il progetto della turbogas ha prodotto restituendo legittimità, proprietà e diritti ai cittadini. Dall’altra, come ripeto da anni, questo deve essere solo l’inizio della creazione di anticorpi per impedire progetti incompatibili, per non far arrivare aziende indesiderate, per contrastare l’arrivo della malavita (come chi ha organizzato lo smaltimento illegale di rifiuti, o quell’azienda che fa riferimento al parlamentare di cui è stato chiesto l’arresto per associazione a delinquere), di scelte territoriali consapevoli per tutelare l’agricoltura di qualità, la storia (valorizzando e tutelando il paesaggio agricolo, i poderi, le opere anteriori alla bonifica), la cultura. C’è da attuare la vera raccolta differenziata, l’aggiornamento degli impianti pubblici. Da far promuovere politici, amministratori, associazioni che valorizzano il territorio, allontanando quelli che dal 2003 hanno pensato a distruggere, a creare tensioni sociali, bloccare l’attività amministrativa. Insomma passiamo dalla politica della lotta a quella delle opere per il bene comune, tornando alla gestione pubblica dell’acqua, migliorando il trasporto pubblico, mettendo in sicurezza la viabilità, recuperando i siti dimessi, dando spazi ai giovani e alle associazioni. Facciamo diventare Pontinia efficiente e virtuosa. Poi attribuiamo pure meriti e medaglie a chi ne ha bisogno per fare carriera. Chi lavora per il bene comune da sempre non ne ha bisogno. Applichiamo la regola democratica per eccellenza del “pueblo unido jamas sarà vencido” che hanno permesso il risultato dell’abbandono del progetto della turbogas, a tutti gli aspetti sociali, politici e amministrativi.
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