Treviso, si suicida un altro imprenditore
‘Veneto Stato’ contro Equitalia: “Strozzini” Dopo la morte di Giovanni Schiavinato, i membri dell'organizzazione separatista veneta protestano contro l'agenzia di riscossione delle tasse: "Ce l’abbiamo con i parlamentari giù a Roma. Se la situazione è diventata questa, per cui c’è gente che dopo aver lavorato una vita e che per un debito irrisorio perde addirittura la casa, la colpa è solo loro”Al grido di “assassini” rivolto a impiegati e funzionari asserragliati all’interno, un centinaio di attivisti di ‘Veneto Stato’ ha manifestato con cartelli e striscioni (“strozzini di stato italico”) non proprio amichevoli di fronte alla sede Equitalia di Treviso. L’ultima goccia a far tracimare la protesta fiscale è stato il suicidio di Giovanni Schiavinato, imprenditore di 71 anni di Montebelluna allontanatosi martedì 27 dicembre e ritrovato morto il 30 sera a Longarone (Belluno). Schiavinato, si è gettato in un fiume di montagna con le tasche piene di pietre proprio nel giorno in cui la sua casa andava all’asta. Aver tentato la fortuna anche in Cina, seguendo gli ultimi dettami dell’imprenditoria nordestina che non si ferma mai, non si era rivelato salvifico e i debiti e la conseguente depressione hanno fatto il resto. Anche in sua memoria ardeva uno della decina di lumini accesi di fronte all’ingresso dell’esattoria. Ma quella dei suicidi, è una macabra conta per difetto.
“Da un conto sommario abbiamo contato almeno 53 suicidi a partire dal 2008” raccontano rabbiosi i ‘venetisti’. Di questi, una ventina sono avvenuti negli ultimi dodici mesi nel solo trevigiano. E trevigiani erano tre degli ultimi quattro imprenditori che si sono tolti la vita nel corso del solo ultimo mese. Numeri da allarme sociale e come tale trattati anche dalla potente Unindustria Treviso che già mesi fa aveva diffuso un appello sui giornali locali invitando i propri associati a non nascondersi e a coinvolgere la stessa associazione nei propri problemi personali. Un’associazione artigiana ha addirittura costituito un team di supporto di psicoterapeuti, anche se “la risposta migliore rimane sempre quella di rafforzare la rete di tenuta economica attorno alle imprese con finanziamenti ad hoc”, dice Mario Pozza della Confartigianato. Nonostante gli appelli e gli aiuti è spesso il sentimento di vergogna a prevalere, anche perché il motto che “fallire nel lavoro equivale a fallire nella vita” è duro a morire nella mentalità di un’imprenditoria orgogliosa di essersi fatta da sé e che vede crollargli il mondo addosso.
“Clienti che non pagano, le banche che chiudono i rubinetti, mentre i debiti, quelli sì, corrono sempre e non dormono mai. Come Equitalia”, ammoniscono i ‘venetisti’ già organizzatori di manifestazioni alle concerie di Arzignano (Vicenza), Verona e Padova. Più che con Equitalia e i suoi uomini “che sono il braccio operativo, lo strumento e ci dicono che loro eseguono solo gli ordini”, gli indipendentisti raccontano che ce l’hanno con “i parlamentari giù a Roma. Se la situazione è diventata questa, per cui c’è gente che dopo aver lavorato una vita e che per un debito irrisorio perde addirittura la casa, la colpa è solo loro”. Colpa di aver portato gli animi all’esasperazione “massima, come la tassazione ormai insostenibile”, dichiara il segretario di ‘Veneto Stato’ Lodovico Pizzati, costruendo un castello di leggi “forti con i deboli e deboli con i forti. Per cui, se hai un debito anche solo di poche centinaia di euro, Equitalia ti porta al fallimento pignorandoti quegli stessi macchinari che ti servirebbero per rimetterti in carreggiata. E magari hai anche dei crediti che però non puoi compensare. Senza dimenticare poi che spesso è questo stesso Stato, così rigoroso e fiscale nel chiedere senza valutare le diverse situazioni, il primo ad essere inadempiente nei pagamenti”. Parole che negli ultimi mesi hanno attraversato l’Italia da Nord a Sud, isole comprese. “Sì, ma in Sicilia non c’è Equitalia. C’è ‘Riscossione Sicilia‘ partecipata dalla Regione”. Quindi cosa cambia? “Che anche noi dobbiamo farci qui la nostra ‘Equiveneto‘”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/04/treviso-suicida-altro-imprenditore-veneto-stato-contro-equitalia-strozzini/181594/
Altro che Beppe Grillo: per Stracquadanio
“Equitalia è pizzo di Stato” Secondo Domenico Scilipoti "le cartelle esattoriali stanno distruggendo tante famiglie". Bersani polemizza con il comico genovese, ma aggiunge: "Qualcosa va cambiato". E nel frattempo il presidente della Provincia di Frosinone giovedì presenterà una proposta di legge di iniziativa popolare contro l'Agenzia che si occupa della riscossione nazionale dei tributiIl deputato Pdl Giorgio Stracquadanio Tutti attaccano Beppe Grillo, ma a 48 ore dagli ultimi atti intimidatori contro le sedi di Equitalia, crescono a dismisura gli attacchi della politica contro la società pubblica che si occupa della riscossione nazionale dei tributi. Dopo il post di ieri del comico genovese - secondo cui “oltre che condannare gli attentati, bisogna capirne le ragioni” - , a schierarsi contro Equitalia sono una serie di esponenti istituzionali di centro-destra. Con prese di posizione durissime e toni davvero incendiari, specialmente se paragonati all’analisi tutto sommato pacata del leader del Movimento 5 Stelle.
La prima bordata è del deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio, che in un’intervista a La Zanzara su Radio 24 ha sparato ad alzo zero contro Equitalia, rea, al pari dell’Agenzia delle Entrate, di aver “messo sul lastrico migliaia di imprese con atti di tipo estorsivo”. Stracquadanio, poi, ha parlato di metodo estorsivo, paragonando i metodi dell’agenzia con quelli della criminalità organizzata siciliana. “A Palermo lo chiamano pizzo, questo invece si chiama pizzo di Stato” ha detto il deputato Pdl, che ha anche offerto una personale ricostruzione del modus operandi di Equitalia. “A Palermo quelli del pizzo recuperano un sacco di soldi. Il metodo è lo stesso, un metodo estorsivo – ha detto Stracquadanio - Funziona così: contestano a un’azienda un’evasione, facciamo un esempio, di 100 milioni di euro ma il cittadino dice di aver fatto tutto regolarmente; a quel punto con i poteri che ha il Fisco ti blocca mezzi per 100 milioni e poi ti dice ‘dammi 15 e la finiamo qui’. Come si chiama questa? Estorsione. E a Palermo invece pizzo”.
Dopo aver esposto la sua tesi, il politico berlusconiano ha allargato il campo della critica, individuando i colpevoli dell’odierna situazione. “Oggi – ha detto Stracquadanio – ci sono leggi che sono contro le regole dello stato di diritto: bisogna riportare le cose alla normalità, con l’inversione dell’onere della prova. Ora siamo noi a dover dimostrare di non aver evaso il fisco, bisogna per prima cosa cambiare questa regola. Purtroppo la Lega e Tremonti sono accaniti sostenitori di Equitalia, e restano i principali responsabili della caduta di Berlusconi“.
Sulla stessa linea d’onda Domenico Scilipoti, che dopo aver condannato la violenza (“queste deprecabili azioni dimostrative forniscono l’immagine della crisi in atto nel Paese”), ha aggiunto che “occorrerebbe interrogarsi sul perché di queste azioni e comprendere che le cartelle esattoriali di Equitalia, come i pignoramenti dei beni ai danni degli inadempienti, oltre che terrorizzare, stanno distruggendo tante famiglie italiane, soffocate da tassi d’interesse altissimo, e potrebbero portare qualche imprenditore esasperato dalla pressione fiscale, dagli aumenti e dalla crisi economica, o qualche padre di famiglia a soluzioni estreme bruttissime”.
Ha utilizzato toni più misurati, invece, la deputata del Pdl Souad Sbai, secondo cui “la condanna della violenza e della strategia dell’intimidazione è doverosa, ma non può e non deve prescindere dalla considerazione che le maglie della riscossione in Italia sono divenute troppo stringenti, soprattutto per chi vuole fare impresa onestamente e magari sbaglia una scelta, trovandosi in grave difficoltà”. Dopo aver accusato la politica del “riguadagnare la credibilità perduta su tematiche delicate”, Souad Sbai ha aggiunto che “accanto alla lotta all’evasione forse occorrerebbe una maggior tutela per chi è preda delle follie burocratiche e fiscali di questo Paese perché – ha detto la deputata – fare impresa o gestire un’azienda è un’attività sociale e come tale va preservata, rispettando chi riscuote ma anche chi prova in tutti i modi a pagare, cadendo nelle mani dell’usura e sacrificando spesso anche la propria vita”.
Improntate alla realpolitik, invece, le parole di Antonello Iannarilli, presidente della provincia di Frosinone, che giovedì presenterà una proposta di legge di iniziativa popolare, che lo vede tra i firmatari, intitolata ‘Per fermare Equitalia’. ”Ho costanti conferme di come anche nella nostra provincia esistano centinaia di aziende in grave difficoltà a causa dei metodi e delle richieste di Equitalia” ha detto Iannarilli, secondo cui “in uno Stato che funzioni occorre attivare e rendere efficaci i meccanismi della democrazia per regolamentare una situazione che altrimenti rischia di andare fuori controllo”. Nel commentare la sua iniziativa, Iannarilli ha specificato che “tale proposta anticipa di fatto gli umori e il sentire di migliaia di italiani, che oggi si vedono costretti a scendere in piazza. Avevamo bene interpretato come quella di Equitalia si sarebbe trasformata presto in una vera e propria emergenza sociale. Mi è parso doveroso, in simili frangenti – ha concluso – garantire il massimo sostegno a un’iniziativa che punta ad abrogare un indebito guadagno sulla riscossione dei tributi da parte delle società concessionarie”.
In serata, sulla questione è intervenuto anche il segretario nazionale del Partito democratico Pier Luigi Bersani. ”Forse l’informazione non si è accorta che già sei mesi fa presentammo delle proposte per migliorare i termini degli interventi di uno strumento fatto per perseguire l’evasione – ha detto il, leader dei democratici – Siccome ieri ci sono state delle pallottole io dico prima no, visto che in Italia le abbiamo già viste, e poi discutiamo”. Per Bersani, inoltre, non è detto che “chi non riesca a pagare le tasse sia da considerare per forza un evasore. Non vorrei però che in questo dibattito ci sia una giustificazione di massa a chi intende usare la violenza”. Poi Bersani se l’è presa con Grillo: “Equitalia va migliorata ma non darò ragione a Grillo. Non può esserci giustificazione chi intende usare la violenza; ci sono dibattiti che rischiano di alimentare i violenti, anche perchè andiamo incontro a mesi delicati”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/03/ieri-grillo-oggi-scilipoti-straquadaniomonta-protesta-contro-equitalia/181343/
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