Due boati fortissimi hanno allertato la popolazione in Lombardiae anche oltre, fino ad Aosta, intorno alle 11. Tanta la preoccupazione, mentre sui social si moltiplicavano i messaggi che riferivano di scene di panico in strada. Ma che cosa è successo? Dopo un’ora di psicosi, a chiarire quello che è successo è stata l’Aeronautica militare: quei botti sono stati provocati dal volo supersonico di una coppia di caccia decollata da Istrana (Treviso), sede del 51° Stormo, per intercettare il volo di linea francese AF671A, diretto dall’isola di Reunion, in Madagascar, a Parigi. Il Boeing 777 aveva perso il controllo con gli enti del traffico aereo italiani quindi i due caccia si sono alzati in volo per un allarme dirottamento. Un’operazione che in gergo si chiama “scramble”. Il velivolo è stato raggiunto, il collegamento è stato ripristinato e i due caccia sono rientrati alla base. Secondo il pm della Procura di Bergamo Walter Mapelli non si ravvisano reati a carico dei due piloti perché hanno agito in condizioni di emergenza.
La ricostruzione – L’allarme è scattato quando il volo dell’Air France che sorvolava l’Italia settentrionale ha perso il contatto radio con gli enti nazionali che controllano lo spazio aereo. I due eurofighter hanno scortato il volo civile, che non è stato in grado di rispettare la normale procedura probabilmente a causa di problemi radio. Gli enti del controllo militare hanno autorizzato i caccia al volo supersonico, circostanza che ha provocato i boati che hanno impaurito molte persone, per ridurre il più possibile i tempi di intervento. “I velivoli d’allarme – spiega l’Aeronautica militare – sono decollati a seguito dell’ordine di scramble ricevuto dal Caoc (Combined Air Operation Center) di Torrejon, ente Nato responsabile d’area del servizio di sorveglianza dello spazio aereo. Per ridurre al minimo i tempi d’intervento, legati alla particolare situazione di necessità, i due velivoli militari hanno superato la barriera del suono; ancorché la quota fosse elevata, le condizioni meteorologiche di vento e temperature hanno amplificato la propagazione dell’onda d’urto rendendola particolarmente udibile al suolo”.
L’Aeronautica militare assicura la sorveglianza dello spazio aereo nazionale 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, con un sistema di difesa integrato, fin dal tempo di pace, con quello degli altri paesi appartenenti alla Nato. Il servizio è garantito – per la parte sorveglianza, identificazione e controllo – dall’11° Gruppo D.A.M.I. di Poggio Renatico (Ferrara) e dal 22° Gruppo Radar di Licola(Napoli), relativamente all’intervento in volo, dal 4° Stormo (Grosseto), dal 36° Stormo (Bari) e dal 37° Stormo (Trapani), tutti equipaggiati con velivoli caccia Eurofighter. A partire da gennaio 2017, l’Aeronautica militare ha attivato anche una cellula di Eurofighter F-2000 presso il 51° Stormo di Istrana (Treviso) al fine di ottimizzare la copertura dello spazio aereo nazionale, in un’ottica di generale riduzione dei tempi di intervento e di tempestivo contrasto di eventuali minacce.
“Tremava tutto” – I boati, però, hanno scatenato paura nella popolazione e molti sono corsi in strada in preda al panico. “Tremava tutto, persino i muri. Abbiamo avuto paura”, ha raccontato all’Ansa Valentina R., 39 anni, che si trovava al lavoro a Saronno. “Sono uscita in strada, c’era una bimba in braccio al nonno che piangeva. E’ stato tremendo”, ha aggiunto. E nei 20 minuti immediatamente successivi ai boati la centrale operativa del Numero unico emergenza di Varese ha ricevuto oltre 500 telefonate, la gran parte dalla provincia di Bergamo, dove le telefonate sono state girate ai vigili del fuoco. Per la procura di Varese “non sono state segnalate al momento criticità” e che “non si ravvisano elementi tali da destare preoccupazione”.
Un Boeing 777 dell’Air France che sorvolava l’Italia settentrionale ha perso il contatto radio con gli enti nazionali che controllano lo spazio aereo. Due Eurofighter sono quindi decollati da Istrana (Treviso) per scortarlo. Panico da Bergamo ad Aosta: "Tremava tutto, gente terrorizzata"di F. Q. | 22 marzo 2018
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