sabato 3 settembre 2016

Roma, Ama, Acea, M5S, Raggi e l'amministrazione della capitale. POTERE Un calderone di 26 mila addetti ma debiti miliardari Il riordino dell’ex Consob tagliava fuori i fedelissimi di Virginia La vera lite è sul controllo delle “r icche”Par tec ipate

 numeri 1 m i l i a rd o : il debito di Atac, che ha 11.738 addetti e riceve fondi anche dalla Re g i o n e 7 93 I milioni che l’Ama, per co n t ra t to, i n c a ss a dal Comune (con 7.924 addetti)

» ANDREA MANAGÒ Èsullagestione dellesocietà partecipate del Campidoglio, una galassia di 26 aziende con circa 22 mila dipendenti, che si è consumato l’u ltimo scontro, il più acceso, tra Marcello Minenna, ex assessore al Bilancio, e i fedelissimi dello staff della sindaca Virginia Raggi, a partire dal vice capodi gabinetto Raffaele Marra fino al capo della segreteria politica Salvatore Romeo. Una contesa di intensità tale che ieri in Campidoglioha fattosussurrarea più di un consigliere grillino: “Se l’andazzo èquesto, che cistiamo a fare qui?”.
DA QUASI UN MESE,Minenna lavorava ad un piano per la razionalizzazione delle aziende municipalizzate, che rendesse definitiva la scelta di farle guidare da un amministratore unico, già sperimentata negli ultimi anniin Campidoglio.Via icda, sarebbe rimastauna sola figura, assistitadaun direttoregenerale,a guidare le aziende in housedel Comune di Roma. Una scelta in linea con la spending reviewtanto cara ai 5Stelle. La delibera era pronta ma è slittata per diverse sedute di giunta visto che il nuovo modello di g o v e rn a nc e non avrebbe trovato ampia condivisione tra gli uomini più vicini alla sindaca, desiderosi di inserirsi nella partita. Perché avere le mani libere su Atac e Ama - una gestisce i trasporti, l’altra i rifiuti - significa dirigere buona parte dell’attività del Campidoglio

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