Nessuna delle navi da crociera europee "è al momento raccomandabile" per quanto riguarda ambiente e salute. E' la conclusione della classifica 2016 delle prestazioni ambientali delle navi da crociera stilata dalla onlus tedesca Nabu secondo cui tutte stanno ancora utilizzando olio combustibile pesante; l'80% della flotta di navi che navigano in Europa non utilizza alcun sistema di depurazione dei gas di scarico o semplicemente soddisfa lo standard minimo legale, che richiede almeno un impianto di lavaggio dei fumi per ridurre le emissioni di zolfo. Lo rende noto l'associazione 'Cittadini per l'aria' alla vigilia dell'Italian Cruise Day - in programma il 30 settembre a La Spezia - rivolgendo un appello alle Capitanerie di Porto, cui sono affidati i controlli delle navi nei porti italiani, affinché venga applicata "con rigore la Circolare 2/2016 del Ministero dell'Ambiente che prevede severi controlli sull'utilizzo di carburanti con tenore di zolfo non superiore all'l'1,5% per le navi da crociera e i traghetti". L'associazione, inoltre, ha chiesto di "rendere accessibili, anche in quanto dati ambientali, i dati inerenti i controlli e le sanzioni comminate affinché sia visibile l'impegno delle Capitanerie e quello, positivo o negativo, delle Compagnie".
L'analisi svolta da Nabu si focalizza sull'inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni di gas di scarico mentre a bordo delle navi non vengono adottate misure efficaci per ridurre gli inquinanti atmosferici molto nocivi come la fuliggine, le particelle ultrafini e gli ossidi di azoto. Gli interventi di 'retrofitting' (aggiunta di nuove tecnologie) delle navi garantirebbero grandi benefici sulla salute, tuttavia solo 11 navi vanno oltre lo standard minimo legale per ridurre l'impatto delle loro emissioni sugli uomini e l'ambiente. La migliore performance è di AIDAprima, seguita da Hapag Lloyd "Europa 2" e le più recenti navi di TUI Cruises, "Mein Schiff 3, 4 e 5". Lo stesso vincitore della classifica 2016 e degli ultimi anni, AIDA Cruises, non è affatto un buon modello, osserva Nabu ricordando che nonostante gli impegni presi nel 2012 la società naviga ancora con combustibile tossico e inquinante. I controlli compiuti da Nabu hanno dimostrato il mancato funzionamento delle tecnologie ambientali su AIDAprima, la più recente nave della flotta promossa come la più rispettosa dell'ambiente. La onlus, che ha ottenuto i dati non dalle singole società ma dalla Clia, l'organizzazione che raggruppa le compagnie delle crociere, ha dichiarato che sono 23 le navi già dotate di filtro antiparticolato, senza tuttavia essere in grado di citarne neppure una. Royal carribean, rileva Nabu, ha dichiarato di aver filtri antiparticolato su dodici navi con un tasso di riduzione di inquinamento del 95%. Ma secondo la onlus tedesca, nessuna delle navi di questa società utilizza questa tecnica.
Il settore navale e crocieristico, afferma la presidente di Cittadini per l'aria, Anna Gerometta, "continua dunque a ignorare i risultati sconvolgenti degli studi, come quello della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha confermato il carattere cancerogeno degli scarichi navali e che le particelle di fuliggine, che danneggiano cuore e polmoni, vengono trasportate nell'entroterra per chilometri. "Le soluzioni tecniche per ridurre le emissioni dei motori diesel (filtri antiparticolato o catalizzatori di ossidi di azoto) sono disponibili e non vengono adottate - spiega Gerometta - solo per garantire un profitto ancora maggiore. È in ragione del profitto che il settore si è finora rifiutato di passare a carburanti più puliti e di attrezzare le navi con le tecnologie di riduzione delle emissioni" conclude auspicando che anche di questo si parli "in occasione di un evento fondamentale per i professionisti dell'industria crocieristica nazionale (ideato da Risposte Turismo con il supporto di Clia Europe e organizzato in partnership con l'Autorità Portuale della Spezia e Discover La Spezia)".
L'analisi svolta da Nabu si focalizza sull'inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni di gas di scarico mentre a bordo delle navi non vengono adottate misure efficaci per ridurre gli inquinanti atmosferici molto nocivi come la fuliggine, le particelle ultrafini e gli ossidi di azoto. Gli interventi di 'retrofitting' (aggiunta di nuove tecnologie) delle navi garantirebbero grandi benefici sulla salute, tuttavia solo 11 navi vanno oltre lo standard minimo legale per ridurre l'impatto delle loro emissioni sugli uomini e l'ambiente. La migliore performance è di AIDAprima, seguita da Hapag Lloyd "Europa 2" e le più recenti navi di TUI Cruises, "Mein Schiff 3, 4 e 5". Lo stesso vincitore della classifica 2016 e degli ultimi anni, AIDA Cruises, non è affatto un buon modello, osserva Nabu ricordando che nonostante gli impegni presi nel 2012 la società naviga ancora con combustibile tossico e inquinante. I controlli compiuti da Nabu hanno dimostrato il mancato funzionamento delle tecnologie ambientali su AIDAprima, la più recente nave della flotta promossa come la più rispettosa dell'ambiente. La onlus, che ha ottenuto i dati non dalle singole società ma dalla Clia, l'organizzazione che raggruppa le compagnie delle crociere, ha dichiarato che sono 23 le navi già dotate di filtro antiparticolato, senza tuttavia essere in grado di citarne neppure una. Royal carribean, rileva Nabu, ha dichiarato di aver filtri antiparticolato su dodici navi con un tasso di riduzione di inquinamento del 95%. Ma secondo la onlus tedesca, nessuna delle navi di questa società utilizza questa tecnica.
Il settore navale e crocieristico, afferma la presidente di Cittadini per l'aria, Anna Gerometta, "continua dunque a ignorare i risultati sconvolgenti degli studi, come quello della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha confermato il carattere cancerogeno degli scarichi navali e che le particelle di fuliggine, che danneggiano cuore e polmoni, vengono trasportate nell'entroterra per chilometri. "Le soluzioni tecniche per ridurre le emissioni dei motori diesel (filtri antiparticolato o catalizzatori di ossidi di azoto) sono disponibili e non vengono adottate - spiega Gerometta - solo per garantire un profitto ancora maggiore. È in ragione del profitto che il settore si è finora rifiutato di passare a carburanti più puliti e di attrezzare le navi con le tecnologie di riduzione delle emissioni" conclude auspicando che anche di questo si parli "in occasione di un evento fondamentale per i professionisti dell'industria crocieristica nazionale (ideato da Risposte Turismo con il supporto di Clia Europe e organizzato in partnership con l'Autorità Portuale della Spezia e Discover La Spezia)".
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