“Secondo notizie provenienti dalla Somalia – si legge in un appunto riservato del Sisde datato 31 maggio 1994 – la nave della cooperativa italo-somala ‘Somalfish’ sequestrata, a suo tempo, a Bossaso, avrebbe in precedenza trasportato armi di contrabbando per la fazione Ssdf (Somali salvation democratic front) di quella città. Quanto sopra sarebbe emerso nel corso dell’ultimo servizio effettuato dalla giornalista italiana Ilaria Alpi,in quella zona prima di venire uccisa molto probabilmente perché qualcuno avrebbe avvertito i capi dei contrabbandieri”.
Pochi giorni più tardi, l’8 giugno del 1994, il Sisde ribadiva: “Secondo informazioni acquisite in via fiduciaria, nel corso di un servizio giornalistico svolto a Bossaso (Somalia) qualche giorno prima della morte, i due cittadini italiani in oggetto (Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ndr) avrebbero raccolto elementi informativi in merito a un trasporto di armi di contrabbando effettuato dalla motonave ’21 ottobre’ della cooperativa italo-somala ‘Somalfish’ per conto della fazione somala Ssdf”. Il duplice omicidio “potrebbe quindi essere stato ordinato dai trafficanti d’armi somali per evitare – rilevava l’intelligence – la divulgazione di notizie inerenti all’attività criminosa svolta nel Corno d’Africa”. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/23/omicidio-alpi-e-hrovatin-carte-desecretate-uccisi-per-aver-scoperto-traffico-armi/997882/
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