lunedì 26 maggio 2014

RIFIUTI E VELENI A LATINA Falde acquifere avvelenate, slitta ancora la perizia: ecco perché

Il perito assicura: "L'unico problema è stato trovare degli analisi, ma ora ci sono riuscito e a giugno inizieremo le operazioni"

Nessuna perizia ancora sull’inquinamento delle falde acquifere di Borgo Montello. L’udienza preliminare a carico dei tre manager dei rifiuti si è risolta con l’ennesimo rinvio. A distanza di 15 mesi dall’incarico affidato dal giudice Guido Marcelli a un perito, per fare piena luce su quanto accaduto nella maxi discarica di via Monfalcone, la verità resta lontana. Ma nulla di strano sui ritardi, solo una serie di problemi per trovare dei professionisti a cui far compiere le analisi. Ad assicurarlo aCorrieredilatina.it è lo stesso perito Tomaso Munari, atteso invano in tribunale, ma raggiunto telefonicamente da chi scrive.
L’INCHIESTA. Dopo le analisi compiute dall’Arpa sui pozzi di controllo della discarica, nel 2005, la scoperta di un profondo inquinamento della falda acquifera e le indagini della polizia provinciale, il sostituto procuratore Giuseppe Miliano ha chiesto il rinvio a giudizio di Vincenzo Rondoni e Bruno Landi, all’epoca dei fatti al vertice di Ecoambiente, società che nel borgo gestisce la discarica dove vengono smaltiti i rifiuti di Latina, e di Nicola Colucci, anche lui imprenditore nel settore dei rifiuti, ritenuti responsabili dell’avvelenamento delle acque. I tre imputati, secondo gli inquirenti, sarebbero responsabili dell’inquinamento non avendo controllato la sicurezza degli invasi S1, S2, S3 ed S0. I tre inoltre, non avendo eseguito le opere di impermeabilizzazione di tali impianti, nonostante le carenze fossero a loro note a partire dal 1995, avrebbero consentito al percolato di fuoriuscire dagli invasi e “avvelenare” appunto la falda acquifera.
L’UDIENZA. Il giudice Guido Marcelli, ormai 15 mesi fa, affatto convinto sulle effettive responsabilità di quanto accaduto in via Monfalcone, ha disposto una perizia, per stabilire una volta per tutte chi e come ha inquinato l’ambiente, mettendo a rischio anche la salute dei cittadini. Un incarico affidato al dott. Tomaso Munari. Quest’ultimo, però, ha già richiesto diverse proroghe, specificando che il lavoro è complesso, facendosi infine affiancare da altri due esperti, di Aprilia e Pomezia.
PERIZIA TORMENTATA. Oggi doveva essere discussa in aula la perizia, ma il dott. Munari non ha presentato alcun elaborato e non si è recato in tribunale. Il giudice Marcelli ha così disposto un’ulteriore proroga e rinviato l’udienza al 30 giugno. Cosa sta accadendo con la perizia? “Nessun problema particolare, c’è stata soltanto la difficoltà di trovare dei professionisti a cui far compiere le analisi, visto che le strutture pubbliche non hanno accettato e non è stato semplice trovare dei privati disposti a svolgere un simile lavoro. Ora però tutto è risolto e le operazioni inizieranno a giugno”, ci ha assicurato il dott. Munari, raggiunto telefonicamente da Corrieredilatina.it. In questi mesi il perito ha comunque già raccolto e ordinato tutta la mole di documenti storici relativi alla discarica e compiuto un sopralluogo in via Monfalcone. La verità questa volta, forse, è vicina. http://www.corrieredilatina.it/news/giudiziaria/6715/Falde-acquifere-avvelenate--slitta-ancora.html

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