domenica 18 maggio 2014

nucleare a Chernobyl gli animali, per sopravvivere, si devono adattare alle radiazioni

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« inserito:: 09 Mag 14, 13:09:39 »

Timothy Mousseau: A Chernobyl gli animali, per sopravvivere, si devono adattare alle radiazioni
Traduzione di ProgettoHumus da http://www.nytimes.com

NOVOSHEPELYCHI , Ucraina: Il ticchettio del rilevatore delle radiazioni del professor Timothy Mousseau, aumenta lentamente mentre cammina attraverso la foresta a pochi chilometri a ovest della centrale nucleare di Chernobyl.



Nel momento in cui si ferma ad esaminare una ragnatela appesa ad un ramo di un albero, il display del dispositivo segna 25 microsievert l’ora.
“Questa è una situazione tipica”, dice Mousseau, per questa zona non lontana da Novoshepelychi, uno delle centinaia di villaggi che sono stati evacuati dopo il fallout radioattivo seguito all’incidente del 1986 e che ha reso gran parte di questa regione inabitabile.

I livelli di radioattività sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli che si registrano ancora  in prossimità del vecchio sarcofago che ricopre il reattore distrutto, struttura che entro il 2017 verrà sostituita da un enorme arco con lo scopo di eliminare la minaccia di un ulteriore contaminazione radioattiva.

Ma la contaminazione in questa radura, dove acacie e pini silvestri si alternano ai fienili dei kolchoz diroccati, é più alta del normale. Una persona, qui in 10 giorni, potrebbe essere esposta a radiazioni di fondo quanto un residente degli Stati Uniti ne riceve da diverse fonti nell’arco di un anno.
Ciò rende il territorio off-limits, tranne che per brevi incursioni, ma adatto a studiare gli effetti a lungo termine delle radiazioni sugli organismi.

“Questo livello di esposizione cronica è superiore a quello che la maggior parte delle specie tollera senza mostrare alcune conseguenze, sia in termini di durata di vita che di numero di patologie tumorali, mutazioni genetiche o cataratte che si sviluppano. E’ un laboratorio perfetto”, dice Mousseau.

Il professore è un biologo dell’Università del South Carolina ed ha ha iniziato i suoi studi nella zona di Chernobyl nel 1999. Luì piccoli, capinere, rondini e altri volatili, insetti tra cui bombi, farfalle e cicale; ragni e pipistrelli, topi, arvicole ed altri piccoli roditori, sono state le specie oggetto delle sue ricerche.
Dopo l’incidente di Fukushima, tre anni fa, ha iniziato a condurre studi simili anche nel Giappone contaminato.

Gli animali a Chernobyl


In decine di documenti, Mousseau ed il suo collaboratore di lunga data, Ander Moller del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica in Francia, hanno evidenziato - nel corso degli anni - il duro “pedaggio” richiesto dalle radiazioni: frequenze più elevate di tumori e anomalie fisiche, come becchi deformi tra gli uccelli rispetto a quelli provenienti da zone incontaminate ed una diminuzione delle popolazioni di insetti ragni in relaziond alla crescente intensità di radiazione.
Ma le loro scoperte più recenti, pubblicate il mese scorso, mostrano qualcosa di nuovo. Alcune specie di uccelli (pubblicazione sulla rivista Functional Ecology) sembrano essersi adattati all’ambiente radioattivo con la produzione di alti livelli di antiossidanti protettivi, che dovrebbero dare conseguenze meno dannose al patrimonio genetico. Per questi uccelli, dice Mousseau, l’esposizione cronica alle radiazioni sembra essere una sorta di “selezione innaturale” che guida il cambiamento evolutivo.

Le radiazioni ionizzati, come quelle prodotte dal cesio, stronzio ed altri isotopi radioattivi, colpiscono i tessuti viventi in diversi modi, tra i quali la rottura degli strati di DNA. Una dose abbastanza alta – molte migliaia di volte superiore ai livelli della foresta – può causare malattie o morte. Questo è ciò che è successo a diverse migliaia di tecnici e vigili del fuoco che sono accorsi per spegnere le conseguenze dell’esplosione del reattore il 26 aprile 1986.
Essi sono stati esposti a dosi letali, in molti casi, in pochi minuti, ed i loro organi e tessuti erano così danneggiati che sono morti nel giro di poche settimane.

Dosi relativamente basse di radiazioni, anche per lungo tempo possono causare anche pochi effetti. Ma basse dosi possono causare anche mutazioni genetiche che portano a tumori e problemi fisici che potrebbero presentarsi per periodi più lunghi, influenzando la salute fisica e la longevità. Studiare gli effetti sugli animali e insetti potrebbe portare a migliorare la comprensione dell’esposizione sulle persone.


In rosso il villaggio di Novoshepelychi ed in nero i luoghi della zona di esclusione

Alcuni ricercato hanno “sfidato” gli studi del Dott. Mousseau e dei suoi collaboratori, sostenendo che è difficile dimostrare che i livelli di radioattività nella zona di esclusione, che si estende per circa 1.000 chilometri quadrati, abbiano avuto effetti rilevanti. Ci sono state anche segnalazioni aneddotiche di popolazioni abbondanti di alcune specie di animali nella zona, il che suggerisce che la mancanza di attività umana ha portato l’area a diventare una sorta di rifugio per la fauna selvatica.
Il Dott. Mousseau respinge l’idea che la zona di esclusione sia una sorta di post-apocalittico Eden. L’ultimo studio mostra il tipo di adattamento che può consentire ad alcune specie – fringuelli piuttosto che rondini - di prosperare nella zona.
“Tuttavia resta da vedere se la popolazione di queste specie sono davvero così fiorenti”, dice il professore.



I risultati suggeriscono che in alcuni casi i livelli di radioattività potrebbero avere un effetto inverso: gli uccelli esposti a radiazioni superiori possono mostrare maggiore adattamento, quindi, meno danni genetici, rispetto a quelli che vivono nelle aree con livelli di contaminazione più bassi.

Come quasi tutte le ricerche di Mousseau ed il suo team, l’ultima sfrutta in pieno le circostanze uniche della zona di esclusione di Chernobyl; un laboratorio del mondo reale.
“La natura è un ambiente molto più stressante rispetto ai laboratori chiusi. Le anomalie e gli altri effetti delle radiazioni sono più constatabili rispetto a quelle riscontrate in studio”, ha detto.

I livelli di radioattività nella zona variano notevolmente da luogo a luogo a causa della variazione delle condizioni meteo durante l’incidente e la diversa incidenza del fallout.

Non lontano da qui si trova una delle zone più contaminate dell’area, la cosidetta Foresta Rossa, dove i livelli di radioattività erano così alti nei giorni dopo l’incidente che gli aghi dei pini silvestri sono diventati rossi e le piante sono morte.

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