sabato 8 marzo 2014

Rio Galeria, il satellite inquadra il "fiume nero" inquinamento rifiuti e veleni tra discarica e raffineria

Petrolio e veleni già da nove mesi. I residenti: "C'è acqua contaminata da anni che bevevano anche i pascoli" Si presenta malissimo già dall’alto, sulle immagini satellitari di «google earth» che da centinaia di chilometri di distanza distinguono il Rio Galeria dal Tevere (anche) per il colore dell’acqua, nera come la pece. Da vicino è ancora peggio, per l’odore acido che lo accompagna e per quello che c’è dentro, dai rifiuti alle sostanze contaminanti che - come ha rivelato anche l’Arpa - si riscontrano in concentrazioni allarmanti nonostante la chiusura della discarica più grande d’Europa, Malagrotta, che dunque era solo una parte, seppur sostanziale, del problema. Perché laggiù in Valle Galeria le acque delle canalette di scolo che costeggiano l’invaso finendo nel Rio Galeria, che a sua volta si immette direttamente nel Tevere, restano rossicce, gli argini imbottiti di plastiche e altri veleni mentre sui terreni catalogati «Seveso II», ad alto rischio visti gli insediamenti industriali, galleggia ancora il petrolio dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio Roma. «Qua c’è ancora tanto da fare, chiusa la discarica i problemi restano, bisogna iniziare la bonifica - incalza Rodolfo Warckok, tra i principali sostenitori delle lotte anti-discarica - Sa da quanto tempo denunciamo questo scempio? Percolato, acqua contaminata utilizzata nei campi dove pascolano le pecore, adesso il municipio ha fatto un’ordinanza per vietarne l’utilizzo ma prima, dov’erano prima?».

«Prima» era il 2006, Angela Sarsi assieme ad altri membri del comitato Malagrotta giravano delle riprese per un’emittente locale, denunciavano l’inquinamento del suolo, delle falde, di tutto, e a un certo punto è successo qualcosa: «Abbiamo alzato gli occhi e nella canaletta che dovrebbe convogliare le acque chiare, che finisce nel fosso di Santa Maria Nuova e poi nel Rio Galeria, c’era di tutto, sostanze scure, rosse e nere». Prima denuncia ai carabinieri del Noe e primo esposto all’Arpa che già allora, 25 settembre 2006, scriveva: «Le analisi hanno evidenziato la presenza di arsenico e nichel in concentrazioni superiori a quelle fissate per le acque superficiali», e «nell’area della discarica si registrano presenza di arsenico e zinco in concentrazioni superiori a quelle fissate sia per i siti a uso pubblico, privato e residenziale sia per i siti a uso commerciale e industriale». Arsenico, nichel, piombo e zinco, sembra di rileggere le ultime rilevazioni, sempre dell’Arpa, intervenuta dopo l’alluvione che ha portato «a galla», sparsi tra i campi e i corsi d’acqua, il petrolio della vicina raffineria e i rifiuti ospedalieri dell’inceneritore Ama, fatti su cui sta indagando la procura ipotizzando il reato di «getto pericoloso di cose»: «Affinché siano significative le analisi dovranno essere rifatte - spiega Salvatore Damante, consulente ambientale che già nel 2012 per conto dell’ex XVI municipio aveva appiccicato il bollino nero sul Rio Galeria - Resta uno dei corpi idrici più inquinati d’Italia, con le piogge e i nubifragi degli ultimi tempi i valori sono poco indicativi». Damante, tra aria e acqua, trovò benzene e arsenico «in misure preoccupanti». 2006, 2012, nel frattempo denunce ed esposti e invece arriviamo qui, oggi, e ritroviamo la Valle Galeria di sempre, sommersa di rifiuti anche se a Malagrotta, appunto, non si conferisce più. «Petrolio? Ne abbiamo portato via non so quanto, ma più su ancora c’è, ci vorranno due settimane per finire», indicano le chiazze nere gli operai incaricati di fare la bonifica, stretti tra un campo coltivato a grano e, dall’altro lato, ancora il Rio Galeria, più discarica che torrente. L’immondizia è ovunque, «nascosta» nel terriccio che dovrebbe costituire gli argini o in bella vista, vicino all’inceneritore Ama e il deposito ex Agip: «Tanto è alto il cumulo di rifiuti che non riusciamo neanche ad aprire la centralina elettrica» commentano i tecnici Enel osservando, poi, che «tutta quella roba alla prossima piena finisce in acqua». Tv, divani, gabbiani morti, sacche per le flebo. Poi ci sono le «famose» canalette, che costeggiano Malagrotta e, anche queste, finiscono nel rio. Intanto, il risultato di tutto questo, è evidente anche sui lontanissimi satelliti di google, che già a giugno dell’anno scorso documentava lo stato del Rio Galeria all'altezza dell'immissione nel Tevere, sporco come una fogna e nero come la pece. \n\n\n
Erica Dellapasqua http://www.iltempo.it/cronache/2014/03/08/il-satellite-inquadra-il-fiume-nero-petrolio-e-veleni-gia-da-nove-mesi-1.1227410?localLinksEnabled=false

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