domenica 11 agosto 2013

emergenza rifiuti Regione, Rida e comuni nel caos mentre la provincia manca di intervenire

Difficile pensare che gli "attori soddisfatti" per aver risolto l'emergenza rifiuti (stando ad improbabili comunicati) credessero veramente che la questione sarebbe stata se non risolta almeno avviata verso una soluzione seria. Infatti già oggi (quindi il giorno dopo questi comunicati improbabili) Latina Oggi titola "

"Latina caos rifiuti emergenza di ritorno: fino a settembre si va avanti senza programmazione nonostante le promesse - anche ieri respinte da Rida 120 tonnellate che vanno a Saf, con i camion dirottati sulla struttura di Colfelice. 120 tonnellate in eccedenza il surplus quotidiano, 610 il carico autorizzato dalla Regione Lazio"

Avevamo, infatti, già scritto che senza una reale, vera raccolta differenziata spinta porta a porta ci stiamo (o ci stanno dipende dai punti di vista) solo prendendo in giro, prendendo (e perdendo) tempo. Senza una raccolta differenziata che superi il 65% del quantitativo dei rifiuti, oltre a rispettare la legge che sarebbe questa sì una notizia per la nostra provincia, avremmo più che dimezzato il quantitativo da inviare in discarica e di conseguenza (o viceversa) ai centri di trattamento dei rifiuti. Chi amministra, oltre che a curare comunicati stampa, dovrebbe fare atti amministrativi, programmazione e tutela del territorio. Manca in tutta questa confusione (forse ci è sfuggito ma nell'albo pretorio a parte l'incentivo all'informazione non abbiamo trovato altro) il ruolo fondamentale di coordinamento della Provincia, un piano di bacino o provinciale. In tutto questo i cittadini sono costretti a subire l'incapacità di amministratori e dirigenti per i danni sociali, sanitari (discariche e impianti nocivi fanno ammalare, uccidono), ambientali (l'inquinamento della falda è riconosciuto da 8 anni, quello dell'aria con le emissioni odorigene moleste pure), turistici (chi può essere tentato da una provincia con simile disorganizzazione e confusione stando agli articoli di giormale), economici (le aziende non hano certezza dei progetti), aziendali(di quelle costrette a convivere con impianti degradati), la perdita di migliaia di posti di lavoro (che potrebbe portare la raccolta differenziata porta a porta). Insomma il grido di vittoria per aver superato l'emergenza è durato la spazio di una giornata (forse di caldo particolare che può aver condizionato) tanto c'è il carnevale estivo sulla spiaggia... Il risultato è anche aumento dei costi dello smaltimento dei rifiuti, bastava la differenziata e il materiale recuperato diventava risorsa e anche soldi tanti per i comuni che ne rivendevano il materiale... Ancora una volta buttiamo al macero (o in discarica o chissà dove) risorse economiche e le campagne di tutta la provincia (altra cronaca quotidiana) diventano discariche abusive a cielo aperto di rifiuti di ogni tipo. C'è chi ci guadagna e chi sta nelle condizioni della provincia di Latina...

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