sabato 20 novembre 2010

arriva la sentenza a prescindere

Condanniamo Ciccillo perchè ha arrubbato il malloppo che non c'è?
Certo a prescindere.
Condanniamo Turiddu per l'uccisione di nessuno?
Certo a prescindere.
Questo il paese governato a sua insaputa?
61 morti l'anno per 7 eventi catastrofici che si verificano in media l'anno in Italia non importano a nessuno?
e i 3 morti sul lavoro al giorno?

introduzione

A causa di leggi poco chiare, spesso in contrasto con altre, che sono finalizzate a favorire non l'interesse pubblico e generale, ma quello privato, come è evidente nella questione energetica, le sentenze diventano importanti e fanno giurisprudenza.
E’ per questo motivo che si aspetterebbe, dalle sentenze della Giustizia Amministrativa, analisi degli argomenti, approfondimenti, indicazioni e soprattutto chiarezza sui fatti amministrativi.
Invece arrivano le sentenze “a prescindere” dall’argomento in questione.
Un po’ come se si analizzasse un furto e la sentenza fosse a prescindere dal fatto se il furto sia o meno avvenuto oppure un omicidio ma non ci sia nessun defunto.
In altre parole gli aspetti tecnici ed amministrativi andrebbero analizzati nel merito.
Invece ci ritroviamo davanti sentenze che sembrano contenere solo aspetti politici e non amministrativi.
Quindi arrivano decisioni che non tengono conto degli aspetti idrogeologici come se in Italia non ci fosse stato, per esempio, il terremoto de L’Aquila oppure una serie di dissesti e decine di morti, di cui 2 nella nostra provincia nell’ultimo anno. 61 morti, con almeno 7 eventi catastrofici l'anno in media in Italia, con un costo di oltre un miliardo di euro l'anno
(http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/11/01/visualizza_new.html_1726036294.html).
Oppure di incidenti sul lavoro come se l’Italia non registrasse la media superiore a 3 morti al giorno, sabato, domenica e feste comandate compresi incidenti mortali avvenuti nell’ultimo periodo all’azienda proponente (incidente Formello 10/1/2009) e ben 2 nel 2010 comune di Pontinia.
(http://www.ilfaroonline.it/2010/10/31/fiumicino/salta-il-serbatoio-acea-nella-notte-evacuato-uno-stabile-11929.html)
In genere quando un Tribunale deve giudicare su aspetti tecnici, volendo analizzarli a fondo e non “a prescindere”, si affida a dei consulenti tecnici di ufficio.

Aspetti trascurati nella sentenza

L’aspetto in questione è appunto, talmente tecnico che a nessuna delle osservazioni del comune di Pontinia, proprio nella conferenza unificata presso il MISE (ministero dello sviluppo economico) del 9 aprile di cui è stato estrapolato solo una parte del passaggio.
La sentenza ignora (perché?) il vincolo idrogeologico e il rischio sprofondamento ricadendo l’intervento delle opere connesse nella zona “rossa” idrogeologica e non edificabile perché instabile (come certificato dalla Regione Lazio).
Nello stesso verbale si fa riferimento a 20 osservazioni tecniche (prodotte da Comune, Associazioni, cittadini con centinaia di pagine) completamente ignorati sia dalla società proponente, sia dalla società che gestisce il metanodotto. Il silenzio conferma e amplia tutte le preoccupazioni.
Mancano completamente le indagini geologiche.
Manca il documento di valutazione dei rischi in materia di sicurezza in base al testo unico sulla sicurezza (decreto legislativo n. 81 del 2008).
Tutto come se gli incidenti in centrali analoghe con decine di morti non fossero mai avvenuti (2 persone sono morte nella contea di Lipscomb nel Texas il 9 giugno di quest'anno per l'esplosione di un gasdotto durante le opere di manutenzione
(http://www.youreporter.it/foto_Esplosione_gas_naturale_negli_Stati_Uniti_morti_feriti_1) (noturnogasaprilia.it). (5 morti accertati nell'esplosione della centrale a gas a Middletown nel Connecticut il 7 febbraio 2009, con un'esplosione avvertita fino a 50 km di distanza
(http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2010/02/07/visualizza_new.html_1681424467.html?idPhoto=1). , come se l’incidente di Viareggio (29 giugno 2009 con 31 vittime) con decine di morti fosse stato completamente dimenticato.

Domande sulla sentenza

il riferimento del comma 4.1 è in palese contrasto con l'interpretazione data dal TAR che, motivandolo tecnicamente, esplicita l'assoggettabilità del progetto alla normativa Seveso per gli impianti a rischio di incidente rilevante. La sentenza attuale, invece, non ne spiega stranamente le motivazioni. Perché?
difatti (comma 4.2) proprio questo, che è l'elemento fondamentale viene definito “prescindendo”. Questo è il punto dell'intera questione dal quale non si può “prescindere”. Se così fosse stato dimostrato sarebbe caduto da solo l'intero procedimento. In altre parole la sentenza e il motivo del contendere doveva finire qui.
La sentenza non dice nulla, stranamente, sulla legittimità del parere negativo di incompatibilità emanato dal Sindaco di Pontinia. Perchè?
Anche questo era un argomento principale che viene addirittura ignorato, riguardo poi alle censure sul documento tecnico RIR nulla viene detto di diverso, in aggiunta o diminuzione, rispetto alla sentenza del TAR e non ne vengono spiegati criteri e motivazioni.
Da un tribunale amministrativo suona molto strana la definizione “politica” e il riferimento ad un solo passaggio di un discorso tecnico articolato, peraltro mai smentito addirittura nemmeno dalla controparte, che non viene né citato, né esaminato nella sentenza.
Perchè?
Infine la liquidazione delle spese appare una innovazione punitiva alla consuetudine e non viene minimamente analizzata e spiegata.

Conclusioni

Proprio la mancanza di analisi dell’argomento in questione rafforza tutte le convinzioni e le argomentazioni del comune di Pontinia.
E’ ormai evidente che nessuno risponderà mai alle richieste di sicurezza, prevenzione di incidenti, agli effetti sulla popolazione.
Se una risposta (anche minima) c’era l’avremmo già avuta.
Lo stesso vale per tutti gli errori, tecnici, amministrativi, procedurali segnalati da una serie di enti, istituzioni locali (tutti quelli che ne hanno competenza), se a questi non viene data risposta, vuol dire, forse, che una risposta non esiste?
La motivazione è forse quella enunciata oggi da un quotidiano locale
“questa turbogas s’ha da fare”?
Ma questa affermazione ricorda quella di un famoso libro italiano che racconta una storia importante e dolorosa, che però finisce in modo diverso e contrario da quello che avrebbe voluto il potere del tempo.

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