venerdì 5 novembre 2010

100 piazze per il clima contro il nucleare, c'è anche Pontinia

100 piazze per il clima
FESTA DELLE ENERGIE RINNOVABILI

GIORNATA NAZIONALE DI LOTTA ANTINUCLEARE E PACIFISTA PER IL PROSSIMO ANNIVERSARIO DEL VITTORIOSO REFERENDUM (8-9 NOVEMBRE 1987)
C'è anche Pontinia (Piazza Indipendenza) domenica mattina 31 ottobre continuiamo la raccolta di firme per la PROPOSTA DI LEGGE sulle FONTI RINNOVABILI (si può firmare anche nei giorni feriali presso l'ufficio elettorale del comune di Pontinia durante l'orario di ufficio), continuiamo domenica 7 novembre con la distribuzione del materiale informativo.
Domenica 7 novembre, di mattina, chi vorrà potrà indossare la tuta antinucleare e sventolare la bandiera.
Pontinia continua a resistere contro le centrali a turbogas e a biomasse


http://www.greenpeace.org/italy/news/nucleare-comitato
FERMIAMO IL NUCLEARE, NON SERVE ALL'ITALIA
04 Novembre 2010Stampa Invia
Il messaggio del Comitato "Fermiamo il nucleare, non serve all'Italia" mandato da Roma. Ingrandisci
ROME, Italia — Le ragioni che portarono gli italiani a dire no all'atomo 23 anni fa sono tuttora valide e l'unica strada sostenibile in materia di energia è quella del risparmio, dell'efficienza e dello sviluppo delle fonti rinnovabili e pulite. È questo il messaggio del Comitato "Fermiamo il nucleare, non serve all'Italia", che si è riunito oggi a Roma in conferenza stampa.

Il nucleare costa troppo, non dà indipendenza energetica e, soprattutto, costituisce un grave rischio per l'ambientale e per la salute. Come ha sottolineato il nostro direttore esecutivo Giuseppe Onufrio aprendo il dibattito, non è vero che l'energia nucleare sia più conveniente delle altre fonti. Oltre a ricordare che l'uranio è una risorsa che entro qualche decennio sarà esaurita, Onufrio ha richiamato l'attenzione su un fatto accaduto negli Stati Uniti, ma che ci riguarda da vicino. Una delle aziende elettriche Usa, la Constellation Energy (socia di EDF nella società Unistar) ha ricevuto - e poi rifiutato - dal Governo federale un fondo di garanzia di 7,5 miliardi di dollari (a fronte di un prospetto di spesa che ammontava a 10 miliardi) per la costruzione di un reattore EPR.

Alla luce di questo dato qualcosa non torna nei conti fatti da Enel in Italia: come è possibile che la previsione di spesa dell'azienda italiana per la costruzione dello stesso tipo di reattore non arrivi nemmeno a 5 miliardi di dollari?


Il problema dei rischi sanitari è stato al centro del dibattito. Molti dei relatori hanno ribattuto alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal candidato alla presidenza dell'Agenzia per la Sicurezza nucleare, Umberto Veronesi, che pare sottostimare molto i rischi legati all'atomo. Giovanni Ghirga, dell'associazione Medici per l'ambiente si è soffermato su vari studi. Nella sua relazione, Ghirga ha citato il libro "Chernobyl: Consequences of the Catastrophe for People and the Environment" pubblicato quest'anno dalla New York Academy of Sciences, secondo cui circa un milione di persone sono morte a causa dell'incidente nella centrale del reattore ucraino. Il nucleare, infatti, continua a far sentire i suoi effetti a distanza di tempo dal momento del disastro e, più in generale, è nocivo anche quando non si verificano incidenti.

Ricerche condotte in Germania, Inghilterra e Francia dimostrano che le zone nelle immediate vicinanze di una centrale sono inquinate dalla radioattività, che causa malattie gravi tra la popolazione. Secondo uno studio governativo tedesco, realizzato dagli epidemiologi dell'Università di Magonza sui 16 impianti nucleari della Germania, i bambini che abitano a meno di 5 chilometri dai reattori subiscono un incremento del 76% del rischio di ammalarsi di leucemia rispetto ai coetanei che vivono a più di 50 chilometri.

Oggi il Governo vuole smantellare la volontà popolare attraverso provvedimenti che mirano al ritorno al nucleare nel nostro Paese. Le associazioni e organizzazioni del Comitato sono unite e compatte in un deciso rifiuto di adeguarsi a questa idea.

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