Il Corpo forestale denuncia presidente e consigliere delegato della Guidizzolo Energia per l’impianto di Birbesi
GUIDIZZOLO. Avevano falsificato i documenti per potersi accaparrare gli incentivi statali per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Ma sono stati scoperti dal Corpo forestale dello Stato e denunciati. Le accuse di aver indebitamente percepito fondi statali e di falso in atti pubblici riguardano i vertici della Guidizzolo Energia, società creata per la realizzazione di un impianto di cogenerazione biogas a Birbesi di Guidizzolo.
Le indagini, iniziate nel 2013, ora sono chiuse e la procura ha iscritto nel registro degli indagati Alessandro De Angeli, residente a Castellucchio, presidente e Fabio Rossi, di Passirano (Brescia), consigliere delegato della società.
Tutto è partito tra fine 2012 e inizio 2013 da un esposto presentato da un gruppo di cittadini, che aveva segnalato alla procura probabili irregolarità nella realizzazione dell’impianto, da parte di una società agricola formata da più persone, società che tra l’altro, con il nome di Spark Energy, aveva dato il via alla costruzione anche di un altro impianto gemello a Roverbella.
La procura ha affidato l’incarico al Corpo forestale di Mantova, guidato dal comandante Alberto Ricci, che ha dato subito il via alle indagini. Dopo una serie di sopralluoghi e l’acquisizione dei documenti necessari all’iter autorizzativo per il funzionamento dell’impianto, la Forestale ha scoperto che la Guidizzolo Energia aveva dichiarato al Gse, il Gestore servizi energetici nazionale, che l’impianto, al 30 aprile 2013 - data in cui scadeva l’ultima tranche di sostanziosi contributi sulle energie rinnovabili - era terminato e pronto ad entrare in funzione. In realtà, è bastato un sopralluogo per accertare che dei quattro digestori di vegetali e liquami zootecnici per produrre il biogas, soltanto uno era costruito, ma all’interno non c’era nemmeno il motore. E tutte le dichiarazioni di conformità, per le quali bastava un’autocertificazione, erano state falsificate.
L’impianto è stato bloccato, il Gse, in seguito all’avvio dell’indagine della Forestale ha sospeso l’erogazione degli incentivi e, all’esito dell’inchiesta, ha revocato alla società la qualifica IAFR, il prerequisito necessario per l’ottenimento dei Certificati Verdi. Pertanto l’azienda non è riuscita a percepire i contributi previsti per il quindicennio, svariati milioni di euro, circa una decina. In seguito, la società ha fatto ricorso al Tar del Lazio per chiedere la sospensione del provvedimento. http://m.gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2015/12/02/news/guidizzolo-incentivi-sul-biogas-con-documenti-falsi-1.12547470
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