Per l’Europa le acque in tutti i Paesi dell’Unione dovevano raggiungere la buona qualità entro il 2015. La direttiva è del 2000. A distanza di quindici anni, come ora emerge dall’ultimo documento redatto dalla Regione per aggiornare il piano di tutela delle acque nel Lazio, la realtà è però ben diversa e in terra pontina è indubbiamente pesante. La provincia è stata divisa, escludendo quelli delle isole, in sei bacini idrografici, che corrispondono ai corsi d’acqua principali e che contengono 32 sottobacini, con i corsi d’acqua minori.
Ebbene, soltanto in 9 sottobacini è stato raggiunto un livello qualitativo delle acque pari a buono, l’obiettivo fissato entro quest’anno per tutti dall’Ue, 8 si fermano a sufficiente e 11 si trovano tra lo scarso e il pessimo. In quelle aree sono presenti 197 insediamenti industriali e 107 siti contaminati.
La situazione migliore appare quella del sud pontino, nonostante 33 siti contaminati, con il bacino Fondi-Itri che ha tre sottobacini di buona qualità e altri due di qualità sufficiente. Stessa situazione nel bacino del Garigliano. Il caso peggiore è invece quello dell’Astura, con due sottobacini tra lo scarso e lo scadente. Il bacino di Badino ha poi due sottobacini di buona qualità, due in cui la qualità delle acque è sufficiente e ben cinque in cui oscilla tra lo scadente e il pessimo, 61 impianti industriali e 22 siti contaminati.Rio Martino ha un sottobacino buono e quattro tra pessimo e scadente, 80 impianti industriali e 39 siti contaminati. Bene invece il Melfa, con 4 impianti industriali presenti nella zona e 10 siti contaminati. A Ponza, infine, i siti contaminati sono tre, mentre risultano pari a zero a Ventotene.
Ovvio che la Regione già ha deciso di chiedere una proroga all’Europa, mentre sta valutando come risanare fiumi e fossi, con interventi che superano i due miliardi di euro. http://www.h24notizie.com/2015/08/servono-due-miliardi-di-euro-per-avere-una-buona-qualita-delle-acque/
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