sabato 30 dicembre 2023

anticipazioni de il fatto quotidiano di domani in edicola. CASO VERDINI JR, SALVINI SI NEGA AL PARLAMENTO. ECCO GLI APPALTI FINITI SOTTO LA LENTE DEI MAGISTRATI.

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-30-dicembre-2023/

La giornata in cinque minuti

CASO VERDINI JR, SALVINI SI NEGA AL PARLAMENTO. ECCO GLI APPALTI FINITI SOTTO LA LENTE DEI MAGISTRATI. Salvini in Aula non ci vuole andare, per riferire dell’inchiesta sulle commesse Anas in cui è coinvolto il figlio di Denis Verdini e dei legami tra lui e l’ex parlamentare. Il leader leghista ha fatto sapere oggi alle agenzie che non ha informative in Parlamento in agenda. Il M5S ha annunciato che “non gli darà tregua” finché non si pronuncerà sul caso. La pressione monta anche su Giorgia Meloni: il deputato di Verdi-Sinistra Angelo Bonelli ha scritto una lettera alla premier rilanciando la proposta di regolamentazione (maggiore) dei rapporti tra politica e imprenditoria (tradotto: leggi sui conflitti di interesse e sulle lobby), ma anche tra le fila del partito c’è preoccupazione. Di conflitti di interesse, in effetti, Matteo Salvini dimostra di averne diversi, soprattutto ora che è ministro delle Infrastrutture. E pensare che una decina di anni fa, da leader populista in ascesa, twittava fiero “Dove ci sono i Verdini non c’è la Lega”. L’altro leghista menzionato nelle carte dell’inchiesta, Federico Freni, sostiene che chi tra gli indagati lo cita stia millantando una disponibilità a trattamenti di favore che nei fatti non c’era. Sul Fatto di domani metteremo a fuoco la portata politica dell’inchiesta sulle commesse Anas facendo un elenco degli appalti che secondo gli inquirenti sarebbero stati pilotati da Verdini Jr e i suoi sodali. La somma complessiva ipotizzata, lo ricordiamo, è di 180 milioni di euro. Gli atti dell’indagine, che abbiamo pubblicato sul fattoquotidiano.it, chiariscono la dimensione di asservimento totale dei funzionari pubblici indagati nei confronti degli imprenditori interessati alle commesse Anas. “Dobbiamo aiutarle queste imprese”, dicevano Paolo Veneri e Luca Calderone, destinatari delle cinque misure cautelari.


LEGGE BAVAGLIO E LA NOSTRA CAMPAGNA PER L’OBIEZIONE DI COSCIENZA. COME CI VEDONO ALL’ESTERO. L’ordinanza di custodia cautelare sull’inchiesta per le commesse Anas è una delle tante che non si sarebbero potute pubblicare se l’emendamento firmato da Enrico Costa e votato dalla maggioranza alla Camera fosse già legge. Contro questo ennesimo tentativo di imbavagliare la stampa si sono espressi molti magistrati autorevoli. Oggi Gian Carlo Caselli, intervistato sul nostro giornale, ha commentato: “I bavagli sono fatti apposta per favorire la sonnolenta tranquillità, antitesi di una buona informazione che voglia denunziare ogni ingiustizia”. Su Repubblica, il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ha dichiarato che l’emendamento Costa “è una norma sbagliata, che peraltro non può realizzare il fine che si prefigge” perché “si affida al giornalista il compito di riassumerne il testo, quando è meglio, per lo stesso indagato, che l’ordinanza sia conoscibile per ciò che è oggettivamente e non per le mediazioni di riassunto del cronista”. Nei giorni scorsi, sul Fatto, il procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone ha giudicato l’iniziativa di legge “né utile, né opportuna”. Il procuratore di di Potenza, Francesco Curcio, ha osservato che “le ordinanze non sono secretate, la loro conoscibilità resta possibile”. L’ex giudice della Corte costituzionale Paolo Maddalena ha parlato di “norma incostituzionale”. Sul Fatto di domani sentiremo il parere del giornalista britannico Philip Willan, collaboratore del Times a Roma.


GAZA, L’IDF STRINGE SU KHAN YUNIS. L’INCHIESTA: GLI ERRORI DI ISRAELE IL 7 OTTOBRE, ORA PER ORA. REPORTAGE DAL KIBBUTZ BE’ERI. Il capo del Mossad David Barnea ha informato il gabinetto di guerra israeliano, riunito giovedì sera, che il mediatore del Qatar ha un messaggio per Israele. Il contenuto: Hamas sarebbe pronto a negoziare un accordo per il rilascio di 40-50 ostaggi, tra cui donne, adulti e malati, in cambio di un cessate il fuoco di 20-30 giorni e del rilascio di prigionieri palestinesi. A dirlo è il principale sito di news israeliano Ynet, citando fonti del governo di Tel Aviv. A Gaza, intanto, le forze di Tel Aviv avanzano, e si concentrano nel centro della Striscia e nell’area di Khan Yunis a sud, dove l’esercito israeliano sostiene di aver fatto irruzione nel quartier generale militare della divisione di intelligence di Hamas. I tank si addentrano sempre di più e sono sostenuti da intensi attacchi aerei che hanno riempito gli ospedali di feriti palestinesi. Sale a 21.672 il bilancio delle vittime nella Striscia da quando Israele ha iniziato l’offensiva militare in risposta agli attacchi del 7 ottobre compiuti da Hamas. Stasera è attesa una conferenza stampa del premier Benjamin Netanyahu. Mentre documenti video inediti pubblicati dal New York Times permettono di ricostruire con precisione le prime ore dell’attacco, mettendo a nudo lacune cruciali del sistema di sicurezza di Israele. L’inchiesta dipinge il quadro di un esercito che per lunghe ore non è riuscito a comprendere la portata della minaccia di Hamas, rispondendo lentamente e in modo inefficiente, con squadre troppo piccole e mal equipaggiate. L’attacco alla caserma di Reìm della divisione dell’Idf, ricostruisce il quotidiano statunitense, è stato la chiave per il successo dell’assalto, perché ha portato alla paralisi dell’unità responsabile del coordinamento di tutte le attività militari nella regione. In mancanza di direttive o ordini chiari, molte unità sono finite a comunicare su gruppi WhatsApp o Telegram improvvisati. E così per 4 ore il massacro è andato avanti, fino a provocare 1200 vittime e la cattura di circa 230 ostaggi. Sul Fatto di domani leggere un reportage dai resti del kibbutz Be’eri, tra i più devastati dagli attacchi del 7 ottobre.


BANCHE ED ENERGIA: I BIG DEL MERCATO FESTEGGIANO UN ANNO DI UTILI. I CONSUMATORI PENALIZZATI ANCHE NEL 2024. Se sul piano geopolitico è stato un anno di sconvolgimenti, sul piano economico il 2023 tutto sommato è andato bene per i grandi attori di mercato. Le incertezze provocate dalla guerra in Ucraina sono state riassorbite, quelle sulla guerra in Medio Oriente erano previste o non hanno ancora fatto in tempo a manifestarsi. L’anno non è stato buono per i consumatori, invece. Il boom dell’inflazione ha impoverito il potere d’acquisto, mentre le banche hanno fatto profitti da urlo, beneficiando del rialzo dei tassi di interesse e del fatto che quasi nessun governo gli ha chiesto conto degli extra profitti maturati, né obbligati (nel caso delle banche) ad alzare gli interessi corrisposti ai correntisti per i loro depositi. La fiammata sui prezzi dell’energia si è affievolita, comunque, trainando al ribasso i prezzi al consumo, tanto che secondo l’autorità dell’energia nel primo trimestre 2024 la bolletta elettrica calerà del 10,8% per gli utenti del mercato tutelato. Questo perché il costo della materia energia è sceso di circa -14%. Però a metà dell’anno prossimo il mercato tutelato finirà, e tutti gli utenti (tranne i fragili con Isee molto basso) passeranno al mercato libero, con una previsione di tariffe più alte. Anche sul piano internazionale i grandi produttori e distributori di energia si preparano a incassare altri record. Sul Fatto di domani leggerete un’analisi della situazione, e vedremo perché i consumatori rischiano nuovi aumenti.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Migranti, nel 2023 ne sono arrivati 155.754: +50% dell’anno precedente. Dall’1 gennaio al 29 dicembre gli arrivi sono 155.754, mentre nel 2022 erano stati 103.846, secondo i dati del Viminale. Non si tratta di un anno record, che resta il 2016 quando al governo c’era Matteo Renzi, ma il 2023 resta uno dei peggiori in assoluto, nonostante le promesse sbandierate dal governo Meloni e i tentativi di silenziare mediaticamente il boom di sbarchi.

Ucraina, sono 39 i morti nel raid di ieri. Kiev risponde con droni contro basi russe. Il bilancio delle vittime è stato aggiornato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Le forze ucraine annunciano intanto di avere lanciato la notte scorsa oltre 70 droni contro strutture militari sul territorio russo. Il governatore russo di Belgorod denuncia che due bambini sono morti in seguito ad un attacco ucraino sulla città, a circa 30 chilometri dal confine.

Delocalizzazioni “in loco”: il nuovo trucco per evitare i sindacati. Le multinazionali con sede in Italia hanno preso l’abitudine di spostare le attività a pochi chilometri di distanza, quando in un loro stabilimento i lavoratori cominciano a sindacalizzarsi e protestare.

Le pagelle della Tv e degli influencer. Top e flop di una stagione televisiva da dimenticare per molti aspetti, dove si è registrato il sorpasso di Mediaset sulla Rai come media di pubblico. Poi, Selvaggia Lucarelli farà la classifica delle peggiori e delle migliori star dei social (sì, c’è anche Chiara Ferragni).

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