martedì 26 giugno 2018

WWF Ipotesi "surreale" per il Delta del Po

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La bozza di intesa per la gestione unitaria del parco del Delta del Po presentata stamane dalla Regione Emilia Romagna è surreale sia dal punto di vista del percorso istituzionale che dei contenuti: è singolare che una sola delle due regioni coinvolte (l’altra è il Veneto) abbia avanzato una proposta senza averla condivisa.
Tuttavia la questione di fondo che, invece, deve chiarire il governo è se quello che si va creando, dopo oltre 30 anni di politiche attive di tutela inesi...
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WWF.IT
L'Emilia-Romagna punta a un parco interregionale sotto il controllo dei sindaci che non tutela la biodiversità

La bozza di intesa per la gestione unitaria del parco del Delta del Po presentata stamane dalla Regione Emilia Romagna è surreale sia dal punto di vista del percorso istituzionale che dei contenuti: è singolare che una sola delle due regioni coinvolte (l’altra è il Veneto) abbia avanzato una proposta senza averla condivisa.
Tuttavia la questione di fondo che, invece, deve chiarire il governo è se quello che si va creando, dopo oltre 30 anni di politiche attive di tutela inesistenti da parte delle due regioni e dei due parchi regionali esistenti (la zona del Delta è black spot per il bracconaggio ittico e venatorio a livello nazionale) è se, come scritto nelle modifica alla legge quadro sulle aree protette (contenuta nella legge di Bilancio 2018), si va a costituire un parco nazionale sulla base di un’intesa che coinvolga anche il Ministero dell’Ambiente o se invece tutto è delegato a Regioni ed enti locali, che sinora non sono stati capaci di assicurare la protezione effettiva della biodiversità nella più grande e importante area umida del Paese.
La bozza di Intesa presentata oggi dalla Regione Emilia Romagna punta alla creazione di un parco interregionale che non decide niente ed è posto sotto il controllo totale dei sindaci della zona e su un piano di interventi che non solo non mette al centro la tutela della biodiversità ma fa solo un riferimento generico (e non giuridicamente vincolante) alla dichiarazione di Area MAB UNESCO.
Per il Parco del Delta del Po si profila una governance volutamente confusa che non promette nulla di buono e che rappresenta l’ennesima forzatura (dopo lo smembramento amministrativo dello Stelvio) della Legge sui parchi, con un evidente gioco al ribasso rispetto alla tutela di aree dal grandissimo valore ambientale. Per assicurare la protezione della più grande zona umida italiana per il WWF è necessario che il Delta del Po diventi un Parco Nazionale ‘vero’ così da garantire, al tempo stesso, la tutela della biodiversità e il benessere, sostenibile e duraturo, per le comunità locali.

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