mercoledì 27 giugno 2018

Opere idriche bloccate dalla burocrazia, a rischio miliardi di euro Allarme Consorzi bonifica, costruttori, sindacati e ricercatori

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Lo stallo burocratico in Italia mette a rischio miliardi di euro che l'Unione europea ha destinato per la realizzazione di strutture idriche, utili da un lato allo sviluppo dell'agricoltura, dell'occupazione, del turismo, dell'agroindustria e del made in Italy e dall'altro a preservare e razionalizzare la risorsa acqua dalla scarsità minacciata dai cambiamenti climatici. L'allarme arriva da una inconsueta alleanza fra i Consorzi di bonifica, i costruttori edili, i sindacati e...
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ANSA.IT
Lo stallo burocratico in Italia mette a rischio miliardi di euro che l'Unione europea ha destinato per la realizzazione di strutture idriche, utili da un lato allo sviluppo dell'agricoltura, dell'occupazione, del turismo, dell'agroindustria e del made in I... (ANSA)

Lo stallo burocratico in Italia mette a rischio miliardi di euro che l'Unione europea ha destinato per la realizzazione di strutture idriche, utili da un lato allo sviluppo dell'agricoltura, dell'occupazione, del turismo, dell'agroindustria e del made in Italy e dall'altro a preservare e razionalizzare la risorsa acqua dalla scarsità minacciata dai cambiamenti climatici. L'allarme arriva da una inconsueta alleanza fra i Consorzi di bonifica, i costruttori edili, i sindacati e i ricercatori che propongono un patto per il Paese con l'obiettivo di usare al meglio le risorse e velocizzare i cantieri.

L'apertura dei cantieri per la realizzazione di opere "è bloccata dalle pastoie burocratiche - ha spiegato Francesco Vincenzi, presidente Anbi (Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue) - Considerati i tempi tecnici necessari agli adempimenti e alla realizzazione dei lavori, è forte il pericolo di non riuscire a rispettare la scadenza del 2023 per la rendicontazione come indicato dagli organi comunitari. Si tratta di 300 milioni di euro, destinati ad interventi per l'irrigazione e per la sistemazione del territorio e di altri 300, per gli stessi obbiettivi, ma per i quali da mesi è attesa l'uscita dei bandi".

Per il vice presidente dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Edoardo Bianchi, vanno ridotti i tempi fra l'idea e la realizzazione di un'opera e sono tre le priorità da affrontare per mettere in moto qualche investimento, non per opere faraoniche ma per "interventi sull'esistente", anche se l'Italia "è un Paese in cui manca la cultura della manutenzione". Va "alleggerita la responsabilità erariale altrimenti il reato di abuso di ufficio inibisce la firma dei funzionari pubblici", vanno rivisti "funzioni e tempi del Cipe" evitando ripetuti passaggi per progetti strategici e "rideterminato il ruolo della Corte dei Conti" che deve essere "più celere e tempestiva".

Sulla necessità di investimenti anche privati in ricerca e innovazione e di nuove assunzioni nella Pubblica amministrazione per aggiornare le competenze ha insistito il presidente del Crea Salvatore Parlato mentre a nome dei sindacati confederali di categoria Gabriele De Gasperis della Filbi Uil ha rilevato la necessità di valorizzare il lavoro e le competenze specifiche degli addetti al settore. 

Dopo aver lanciato la Campagna "Paese da codice rosso" con cui ha denunciato il blocco dei lavori pubblici in Italia, l'Ance ha aperto dall'aprile scorso il sito sbloccacantieri.it aperto a tutti i cittadini per segnalare interventi di gestione delle acque e opere idriche in fase di stallo o in ritardo. L'associazione dei costruttori rileva che "infrastrutture inefficienti mettono a rischio la salute dei cittadini e l'economia del territorio" e avverte che "in un Paese attraversato dal dissesto idrogeologico, dove ogni anno i mutamenti climatici dovuti a siccità e nubifragi producono vittime oltre a ingenti danni all'economia del territorio, la gestione efficiente delle acque dovrebbe essere l'obiettivo prioritario". Ma le infrastrutture idriche italiane "si sono mostrate invece in più di una occasione del tutto inadeguate a fronteggiare le emergenze oltre a essere inefficienti nella quotidianità".
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