giovedì 14 giugno 2018

Greenpeace, bene accordo Ue rinnovabili, ma non sufficiente "Positiva apertura ad autoproduzione, target 32% troppo basso"

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/energia/2018/06/14/greenpeace-bene-accordo-ue-rinnovabili-ma-non-sufficiente_b13322ef-2144-41c6-8e01-d2ae24a30b31.html
L'accordo fra Parlamento europeo e governi europei sull'obiettivo del 32% di rinnovabili al 2030, raggiunto nella notte fra mercoledì e giovedì, secondo il consulente energia di Greenpeace, Sebastian Mang, "riconosce per la prima volta il diritto dei cittadini di partecipare alla rivoluzione energetica in Europa e abbatte alcune grandi barriere che frenano la lotta al cambiamento climatico.
L'obiettivo di crescita delle rinnovabili fissato al 32 per cento è però troppo basso ...
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L'accordo fra Parlamento europeo e governi europei sull'obiettivo del 32% di rinnovabili al 2030, raggiunto nella notte fra mercoledì e giovedì, secondo il consulente energia di Greenpeace, Sebastian Mang, "riconosce per la prima volta il diritto dei cittadini di partecipare alla rivoluzione energetica in Europa e abbatte alcune grandi barriere che frenano la lotta al cambiamento climatico.

L'obiettivo di crescita delle rinnovabili fissato al 32 per cento è però troppo basso - aggiunge Mang -, e permette alle grandi compagnie energetiche di restare ancorate ai combustibili fossili o a tecnologie rivelatesi false soluzioni".

L'accordo secondo Greenpeace "garantisce ai cittadini dell'Unione, alle autorità locali, ai piccoli imprenditori e alle cooperative il diritto di produrre, consumare, immagazzinare e vendere l'energia rinnovabile autoprodotta, senza essere per questo soggetti a sanzioni fiscali o oneri burocratici eccessivi. L'accordo mette al bando misure sanzionatorie che alcuni Paesi hanno introdotto per impedire ai propri cittadini di partecipare alla transizione energetica".

Per Greenpeace "l'obiettivo di crescita minima per l'energia rinnovabile al 32% entro il 2030 è inadeguato per prevenire gli effetti dannosi del cambiamento climatico. L'accordo raggiunto ieri consentirà inoltre ai Paesi e alle imprese di continuare a classificare come rinnovabili alcune bioenergie non sostenibili, spianando la strada all'abbattimento di altri alberi e alla deforestazione di foreste pluviali per la produzione di biocarburante".

I negoziatori tuttavia, conclude la ong, "hanno convenuto di congelare ai livelli attuali l'utilizzo dei biocarburanti che maggiormente danneggiano la biodiversità, come l'olio di palma, e di eliminarne l'uso entro il 2030, ponendo fine all'attuale obbligo per i Paesi membri dell'Unione di includere i biocarburanti ottenuti da colture nel loro mix energetico per il settore trasporti". (ANSA).
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