domenica 25 settembre 2016

Autostrade a processo “Guard rail marci, l’azienda non fece nulla”. E fu strage L’INCHIESTA Il disastro di Avellino Il pullman è precipitato dal viadotto perché l’azienda concessionaria non aveva sostituito le protezioni, dicono le perizie dei pm

I numeri
6,3
i miliardi
di profitti
accumulati da
Autostra de
per l’Italia
negli anni
della crisi,
tra 2008
e 2015
31, 5
i miliardi di
ricavi
compless ivi
nello stesso
periodo
per la società
che fa capo
alla famiglia
Benetton
ENRICO FIERRO
E GIORGIO MELETTI
Non è un incidente
stradale qualsiasi. È
una delle peggiori
sciagure trasportistiche
della storia italiana: il
28 luglio 2013 sull’aut obus
precipitato dal viadotto autostradale
Acqualonga, nel comune
di Monteforte Irpino,
sono morti 40 fedeli di Padre
Pio reduci da un pellegrinaggio
a Pietrelcina. Ma soprattutto
non è un processo qualsiasi
quello che da mercoledì
prossimo ad Avellino vedrà alla
sbarra, con la società Autostrade
per l'Italia, tutto il sistema
delle concessionarie e la
capacità (o volontà) dello Stato
di assoggettarle alle regole e
ai controlli. Tra gli imputati
per omicidio colposo plurimo
e altri reati ci sono l’ammini -
stratore delegato di Autostrade
per l'Italia Giovanni Castellucci,
il direttore generale
Riccardo Mollo e altri dieci
funzionari e dirigenti della
concessionaria: Michele Renzi,
Paolo Berti, Nicola Spadavecchia,
Bruno Gerardi, Michele
Maietta, Gianluca De
Franceschi, Gianni Marrone,
Massimo Fornaci, Marco Perna
e Antonio Sorrentino.
CI SONO MOLTI punti di somiglianza
con il processo che si
sta chiudendo per la strage ferroviaria
di Viareggio del 2009.
Per quei 32 morti l’accusa ha
chiesto 16 anni di carcere per
l’allora amministratore delegato
di Fs Mauro Moretti.
Stesso reato: omicidio plurimo
colposo. Stesse motivazioni.
Secondo il procuratore della
Repubblica di Avellino Rosario
Cantelmo, che ha coordinato
il lavoro dei sostituti

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