La Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia a causa del ritardo con cui il programma nazionale per l’attuazione della politica di gestione del combustibile esaurito e dei combustibili radioattivi è stato inviato. Il programma italiano, pervenuto in Commissione europea soltanto a febbraio di quest’anno, mentre era atteso entro agosto 2015, dovrebbe contenere l’indicazione dei possibili siti di stoccaggio. Il condizionale è d’obbligo poiché la Dg Energia della Commissione Europea finora si è fermata all’eccezione della violazione formale, “oltre il tempo massimo”, e non è ancora passata ad esaminare il resto. Sogin e Ispra, finora, hanno mantenuto il massimo riserbo sulla location del cosiddetto deposito nazionale, mentre sono in corso di realizzazione i depositi provvisori.
La notizia dell’avvio della procedura d’infrazione per il ritardo italiano fa tremare Borgo Sabotino. La centrale nucleare dismessa alle porte di Latina non sarebbe da considerarsi tra i siti possibili. Lo scorso anno il senatore pontino Claudio Moscardelli, intervenendo sull’argomento, aveva detto che il deposito nazionale delle scorie radioattive non sarebbe mai sorto a Borgo Sabotino. “La Sogin – rassicurava il senatore democratico – non ha assolutamente preso in considerazione Latina per il nuovo sito: una nucleare dismessa e per giunta vicina al mare non avrebbe alcun requisito per ospitare il deposito”. La stessa Sogin, secondo Moscardelli, aveva manifestato l’interesse ad interagire con l’università per avviare dei progetti di ricerca, in particolare sul reattore sperimentale Cirene, mai entrato in funzione.
Ma al di là delle parole, volte a ristabilire serenità nella comunità su una materia così complessa, non è seguita la pubblicazione da parte della Sogin della mappa dei siti possibili. Insomma, a distanza di un anno, per dare credito all’annuncio di Moscardelli i cittadini avrebbero bisogno di una conferma concreta. Giorgio Libralato dell’associazione Ecologia e Territorio, particolarmente attento alle questioni ambientali ed energetiche della provincia pontina, osserva che i parametri stabiliti da Sogin e Ispra per la realizzazione del deposito nazionale sono 14 e che Sabotino ne avrebbe 13/14: “La vicinanza al mare è il solo elemento a nostro favore, cioè che Latina resti fuori dai siti possibili per la costruzione del deposito”.
La notizia dell’avvio della procedura d’infrazione fa di nuovo alzare la guardia attorno al canale Mussolini. Si teme che la “fretta”, si fa per dire vista la contestazione del ritardo, di rimettersi in riga con l’Unione Europea possa indurre il Governo a qualche accelerata di troppo e che alla fine nella confusione Sabotino possa finire sul calderone nonostante si trovi a due passi dal mare. La mappa resta top secret, l’Europa ha messo in mora il nostro Paese. “Non è che forse ci fanno arrivare le sanzioni e le procedure di infrazioni per imporci ciò che la ragione e il buon senso non ammetterebbero mai”, domanda Libralato. http://www.latinacorriere.it/2016/04/28/scorie-radioattive-procedura-dinfrazione-ue-litalia-borgo-sabotino-torna-tremare/
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