REGIONE
LAZIO DELIBERAZIONE
N. DEL
GIUNTA
REGIONALE PROPOSTA
N. 5174
DEL
12/04/2016
STRUTTURA
PROPONENTE
ASSESSORATO
PROPONENTE
DI
CONCERTO
Direzione
Regionale: TERRITORIO,
URBANISTICA E MOBILITA'
Area:
CICLO
INTEGRATO DEI RIFIUTI
Prot.
n. ___________________ del ___________________
OGGETTO:
Schema di deliberazione concernente:
_____(_C_R_E_S_C_E_N_Z_I_
_R_O_B_E_R_T_O_)____ _____(_C_R_E_S_C_E_N_Z_I_ _R_O_B_E_R_T_O_)____
_________(_F_._ _T_O_S_I_N_I_)________ ________(_M_._
_M_A_N_E_T_T_I_)________ ___________________________
L'
ESTENSORE IL RESP. PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE RESPONSABILE IL
DIRETTORE REGIONALE
RAPPORTI
CON IL CONSIGLIO, AMBIENTE, RIFIUTI
______(_B_u_s_c_h_i_n_i_
_M_a_u_r_o_)______
L'ASSESSORE
___________________________
___________________________ ___________________________
___________________________
ALL'ESAME
PREVENTIVO COMM.NE CONS.RE
COMMISSIONE
CONSILIARE: VISTO PER COPERTURA FINANZIARIA:
Data
dell' esame:
con
osservazioni senza osservazioni
SEGRETERIA
DELLA GIUNTA Data
di ricezione: 21/04/2016 prot. 204
ISTRUTTORIA:
____________________________________
____________________________________
IL
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE COMPETENTE
____________________________________
____________________________________
IL
SEGRETARIO DELLA GIUNTA IL PRESIDENTE
Piano
regionale dei rifiuti di cui alla Deliberazione di Consiglio 18
gennaio 2012, n. 14 così come modificato dalla Deliberazione di
Consiglio
24 luglio 2013, n. 8 – Approvazione "Determinazione del
fabbisogno"
___________________________
IL
DIRETTORE DELLA DIREZIONE REGIONALE
PROGRAMMAZIONE
ECONOMICA, BILANCIO, DEMANIO E PATRIMONIO
Pagina
1 / 4 Richiesta
di pubblicazione sul BUR: SI 199
22/04/2016
OGGETTO: Piano
regionale dei rifiuti di cui alla Deliberazione di Consiglio 18
gennaio 2012, n. 14
così come
modificato dalla Deliberazione di Consiglio 24 luglio 2013, n. 8 –
Approvazione
“Determinazione
del fabbisogno”
LA GIUNTA
REGIONALE
Su proposta
dell’Assessore ai Rapporti con il Consiglio, Ambiente e Rifiuti;
VISTO lo Statuto
della Regione Lazio;
VISTA la legge
regionale 18 febbraio 2002, n. 6 “Disciplina del sistema
organizzativo della Giunta e
del Consiglio e
disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale” e
successive
modificazioni;
VISTO il
Regolamento di organizzazione degli Uffici e dei Servizi della Giunta
Regionale del 6
settembre 2002,
n. 1 e successive modificazioni;
VISTO il D.lgs. 3
aprile 2006, n. 152 e s.m.i. “Norme in materia ambientale” e in
particolare l’art. 196,
comma 1;
VISTA la L.R. 9
luglio 1998, n. 27 e s.m.i. “Disciplina regionale della gestione
dei rifiuti”;
VISTA la
Deliberazione del Consiglio Regionale 18 gennaio 2012, n. 14 che
approva il Piano regionale
gestione dei
rifiuti;
VISTA la
Deliberazione del Consiglio Regionale del 24 luglio 2013, n. 8 con la
quale si è proceduto
alla revoca dello
Scenario di Controllo e del Relativo schema di flusso del Piano di
gestione dei rifiuti
del Lazio di cui
alla citata D.C.R. 14/2012;
VISTA la
direttiva 2008/98/Ce contenente misure volte a proteggere l’ambiente
e la salute umana
prevenendo o
riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei
rifiuti, riducendo gli
impatti
complessivi dell’uso delle risorse e migliorandone l’efficacia;
ATTESO che ai
sensi dell’art. 199 comma 1 del D.lgs. 152/2006, le regioni,
sentite le province, i
comuni e, per
quanto riguarda i rifiuti urbani, le Autorità d'ambito di cui
all'articolo 201, nel rispetto
dei principi e
delle finalità di cui agli articoli 177, 178, 179, 180, 181, 182 e
182-bis ed in conformità ai
criteri generali
stabiliti dall'articolo 195, comma 1, lettera m), ed a quelli
previsti dal presente articolo,
predispongono e
adottano piani regionali di gestione dei rifiuti;
ATTESO che ai
sensi dell’art, 200 comma 1 del D.lgs. 152/2006 la gestione dei
rifiuti urbani è
organizzata sulla
base di ambiti territoriali ottimali, di seguito anche denominati
ATO, delimitati dal
piano regionale
di cui all'articolo 199, nel rispetto delle linee guida di cui
all'articolo 195, comma 1,
lettere m), n) ed
o), e secondo i seguenti criteri:
a) superamento
della frammentazione delle gestioni attraverso un servizio di
gestione integrata dei
rifiuti;
b) conseguimento
di adeguate dimensioni gestionali, definite sulla base di parametri
fisici,
demografici,
tecnici e sulla base delle ripartizioni politico-amministrative;
Pagina
2 / 4
c) adeguata
valutazione del sistema stradale e ferroviario di comunicazione al
fine di ottimizzare i
trasporti
all'interno dell'ATO;
d) valorizzazione
di esigenze comuni e affinità nella produzione e gestione dei
rifiuti;
e) ricognizione
di impianti di gestione di rifiuti già realizzati e funzionanti;
f) considerazione
delle precedenti delimitazioni affinché i nuovi ATO si discostino
dai precedenti solo
sulla base di
motivate esigenze di efficacia, efficienza ed economicità;
RICHIAMATO questa
Regione ha assunto impegni inderogabili con la Commissione Europea
per la
risoluzione delle
diverse criticità nell’ambito della pianificazione in materia
rifiuti che, come noto,
hanno visto
l’Amministrazione coinvolta anche in procedimenti presso la Corte
di Giustizia Europea.
In particolare,
la scrivente Amministrazione si è impegnata a rimodulare lo
“scenario di controllo” al
vigente piano
regionale di gestione dei rifiuti, a seguito della revoca attuata con
Deliberazione di
Consiglio
Regionale n. 8 del 24 luglio 2013 allo scenario di controllo
originariamente previsto al piano
rifiuti approvato
con D.C.R. n. 14 del 18 gennaio 2012 determinando il nuovo
“fabbisogno” entro il 31
marzo 2016;
RICHIAMATO
inoltre che la successivamente alla stesura di tale “fabbisogno”
si procederà all’
aggiornamento del
piano regionale di gestione dei rifiuti, sulla base delle future
localizzazioni e
attivando la
procedura prevista alla Parte II del D.lgs. 152/2006 e s.m.i.
relativa alla valutazione
ambientale
strategica (VAS);
PRESO ATTO che
con nota prot. 11204 del 12/01/2016, sono state convocate le riunioni
con le
Province, la
Città metropolitana di Roma Capitale e Roma Capitale per
l’acquisizione di dati e
documenti utili
per la redazione del documento sopra richiamato. Nel corso delle
medesime si era
chiesto alle
citate Amministrazioni ai sensi dell’art. 197 del D.lgs. 152/2006
di fornire dati aggiornati
relativi alla
produzione dei rifiuti urbani nell’ambito provinciale, nonché
quali siano le previsioni
relative alla
gestione dei rifiuti a diversi orizzonti temporali nel breve (data
odierna), medio (cinque
anni) e lungo
periodo (dieci anni) con particolare riguardo agli obiettivi di
raccolta differenziata e gli
intendimenti che
le medesime Amministrazioni intendono porre in essere per valutare la
necessità di
ulteriori
infrastrutture impiantistiche per la gestione del ciclo dei rifiuti
per tale ambito geografico;
PRESO ATTO che
sono state acquisite le valutazioni della Città metropolitana di
Roma Capitale con
nota prot.
34894/16 del 29/02/2016, della Provincia di Latina con nota prot.
14885 del 21/3/2016, della
Provincia di
Rieti con nota prot. 11421 del 18/3/2016, di Roma Capitale con nota
prot. 13982 del
15/3/2016. Le
Province di Viterbo e Frosinone hanno inviato proprie valutazioni ma
non dati aggiornati
per cui sono
stati utilizzati i dati ISPRA;
PRESO ATTO che
dalla elaborazione dei dati e delle valutazioni di merito di cui alle
precedenti note è
stato redatto un
apposito documento denominato “Determinazione del fabbisogno”
allegato al presente
atto;
RITENUTO che i
contenuti del citato documento rispondono a quanto previsto dalla
D.C.R. 21 luglio
2013, n. 8 ed in
particolare alla “rideterminazione
del fabbisogno impiantistico dedicato al trattamento
dei
rifiuti urbani” in termini
meramente quantitativi, sulla base delle indicazioni pervenute da
parte
degli Enti
competenti e da ISPRA ed elaborati dalla competente struttura
regionale;
Pagina
3 / 4
VALUTATO che la
DCR 8/2013 prevedeva al 2° punto di “Rideterminare
per gli effetti di cui sopra, il
fabbisogno
impiantistico dedicato al trattamento dei rifiuti urbani del Lazio
mediante procedura di
VAS da
avviarsi secondo modalità da definire con apposita deliberazione
della Giunta Regionale”
RITENUTO che il
documento “Determinazione del Fabbisogno” sostituisca il
paragrafo 10.7 e
seguenti del
vigente Piano regionale dei rifiuti di cui alla Deliberazione di
Consiglio 18 gennaio 2012,
n. 14 così come
modificato dalla Deliberazione di Consiglio 24 luglio 2013, n. 8;
PRESO ATTO di
quanto riportato nelle conclusioni del documento di “Determinazione
del
Fabbisogno” ed
in particolare che è necessario provvedere, nelle more della
definizione della
localizzazione e
della procedura di VAS per l’aggiornamento del Piano di Gestione
dei rifiuti, al fine di
evitare emergenze
e superare la procedura di infrazione, verificare, effettuando tutte
le procedure
previste dalla
legge, la possibilità di autorizzare ulteriori limitate volumetrie
da utilizzare nel periodo
necessario alla
definitiva approvazione di cui sopra, nei siti già esistenti ed in
esercizio per le necessità
di circa 3 anni a
far data dall’approvazione del presente atto, quali impianti di
smaltimento dei residui
del trattamento
dei rifiuti urbani;
RITENUTO
necessario approvare il citato documento denominato “Determinazione
del Fabbisogno”;
CONSIDERATO che
il presente provvedimento non comporta impegno di spesa;
Per quanto sopra
premesso che integralmente si richiama
DELIBERA
a) Prendere atto
della relazione allegata ed approvare il documento denominato
“Determinazione
del Fabbisogno”
parte integrante del presente atto, dando atto che tale documento
sostituisce il
paragrafo 10.7
del vigente Piano regionale dei rifiuti di cui alla Deliberazione di
Consiglio 18
gennaio 2012, n.
14 così come modificato dalla Deliberazione di Consiglio 24 luglio
2013, n. 8;
b) Di stabilire
in attuazione al secondo punto della Delibera di Consiglio Regionale
n. 8 del
24/7/2013, di
sottoporre il documento denominato “ Determinazione del fabbisogno”
a
procedura di
Verifica di Assoggettibilità a VAS di cui all’art. 12 del D.Lgs.
152/2006.
Il presente
provvedimento sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione
Lazio.
Pagina
4 / 4
Il
Presidente pone ai voti, a norma di legge, il suesteso schema di
deliberazione che
risulta
approvato all’unanimità.
Piano
regionale gestione dei rifiuti di cui alla Deliberazione di Consiglio
Regionale
18
gennaio 2012 n. 14 così come modificata dalla Deliberazione di
Consiglio
regionale
24 luglio 2013 n. 8
“Determinazione
del Fabbisogno”;
D
I R E Z ION E T E R R I TOR IO, U R B A N I S T I C A , M OB I L I T
A ’ E R I F I U T I
A
r e a C i c l o I n t e g r a t o d e i R i f i u t i
VIA
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Relazione
tecnica sullo stato della gestione dei rifiuti nel Lazio
A
seguito di revoca con Deliberazione di Consiglio regionale 24 luglio
2013 n. 8 e
nell’ottica
di disporre di utili strumenti nel caso di scostamenti della gestione
dei rifiuti nella
regione
da quanto programmato nel Piano, ai sensi del comma 1bis dell’art.
205 del D.lgs.
152/2006,
si riformula la determinazione del fabbisogno in termini
impiantistici per il trattamento,
recupero
e smaltimento dei residui, basato sui dati statistici forniti da
ISPRA nei Rapporti Rifiuti
del
2012, 2013, 2014 ad oggi a disposizione in aggiornamento di quanto
riportato nel precedente
Piano
di cui alla Deliberazione di Consiglio 18 gennaio 2012 n. 14.
La
Regione Lazio vuole inoltre procedere all’aggiornamento del Piano
di gestione dei rifiuti
che
sia basato non solo su una gestione efficace ed efficiente, ma
soprattutto su un approccio
complessivo
e sostenibile finalizzato a preservare le risorse naturali ed
energetiche ed a ridurre le
emissioni
nell’ambiente. Tale approccio necessita di una revisione
dell’intero processo a partire
dalla
progettazione del prodotto, alla sua realizzazione, al suo utilizzo
sostenibile da parte
dell’utente
fino alla gestione del rifiuto prevedendo comportamenti e stili di
vita che non mettano a
repentaglio
l’ambiente circostante, la qualità della vita dell’uomo stesso,
la tutela del territorio e la
salute
dei cittadini.
La
programmazione della Regione Lazio ha l’obiettivo di governare il
processo di
promozione
delle azioni di prevenzione della produzione dei rifiuti nel
territorio migliorando lo
scambio
di informazioni, il coordinamento e la collaborazione tra i diversi
soggetti coinvolti a
livello
territoriale ed istituzionale.
Si
ricorda che tuttora si è in attesa dei lavori che dovrà svolgere il
Ministero dell’Ambiente
in
materia di prevenzione dei rifiuti, per i quali è stata avviata la
creazione di un gruppo di lavoro.
La
Regione Lazio vuole costruire la consapevolezza nella cittadinanza
della necessità di
operare
scelte e comportamenti virtuosi in campo ambientale in tutti i
momenti della vita civile
anche
al fine di creare opportunità di lavoro che possa rispondere alle
richieste del territorio
nell’ottica
che vede il rifiuto come risorsa e non solo come onere.
Richiamato
che il Piano vigente ha la finalità di garantire il raggiungimento
dei seguenti
obiettivi:
a)
Miglioramento delle attività di prevenzione e riduzione nella
produzione dei rifiuti;
b)
Miglioramento della raccolta differenziata;
c)
Miglioramento delle capacità di trattamento dei rifiuti e delle
attività di compostaggio e
valorizzazione
delle frazioni organiche;
d)
Autosufficienza per l’attività di trattamento dei rifiuti in
termini di impiantistica;
e)
Autosufficienza per le attività di termovalorizzazione e di
conferimento in discarica delle
frazioni
non riutilizzabili, non riciclabili e non valorizzabili;
f)
Riduzione della mobilizzazione dei rifiuti all’interno ed
all’esterno della regione.
a)
Miglioramento delle attività di prevenzione e riduzione nella
produzione dei rifiuti
Con
Deliberazione di Giunta Regionale n. 720 del 24 ottobre 2014 sono
state approvate le
linee
guida per la redazione del Programma regionale di prevenzione dei
rifiuti del Lazio. Nel
provvedimento
sono state indicate le diverse iniziative volte alla riduzione nella
produzione dei
VIA
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rifiuti
avviando buone prassi di riuso dei beni inutilizzati e di consumo
consapevole, nonché
rafforzando
campagne di sensibilizzazione ai consumatori; supportando studi che
operano sulla
progettazione
di imballaggi, avviando, in un’ottica regionale, un dialogo con
aziende e distributori
del
territorio o particolarmente attivi sul territorio; attivando
procedure di premialità per le ditte in
possesso
di certificati verdi per la raccolta differenziata e per la
produzione di imballaggi
ecocompatibili;
nel rispetto delle direttive del piano di riduzione di rifiuti di cui
al Decreto
Direttoriale
del 7 ottobre 2013 con il quale il Ministero dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio e
del
Mare ha adottato il Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti
nel rispetto della scadenza
comunitaria
prevista dalla Direttiva 2008/98/CE per il 12 dicembre 2013. Il
sostegno alla riduzione
alla
produzione dei rifiuti è il primo punto che il Piano di gestione dei
rifiuti del Lazio ha inserito
tra
gli obiettivi e linee di intervento nel rispetto della gerarchia di
azione dettata dalla normativa
comunitaria.
Le
azioni previste dal Decreto sono:
a)
la prevenzione nella produzione di rifiuti e la riduzione della
pericolosità sull’ambiente e sulla
salute
umana;
b)
il potenziamento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani e di
quelli assimilati adottando in
via
preferenziale il sistema di raccolta porta a porta e dei rifiuti
speciali;
c)
la promozione e la sostenibilità delle attività di riutilizzo,
riciclaggio e recupero dei rifiuti urbani
e
speciali, nonché di ogni altra azione diretta ad ottenere da essi
materia prima secondaria;
d)
lo sviluppo dell’applicazione di nuove tecnologie impiantistiche, a
basso impatto ambientale, che
permettano
un risparmio di risorse naturali;
e)
la riduzione della movimentazione dei rifiuti attraverso lo
smaltimento in impianti il più possibile
prossimi
ai luoghi di produzione;
f)
la riduzione dello smaltimento della frazione di rifiuto
indifferenziato;
g)
il miglioramento dell’informazione dei cittadini e della loro
partecipazione ai processi
decisionali;
h)
la promozione della progettazione nei centri di ricerca e presso le
imprese, di prodotti ed
imballaggi
tali da ridurre all’origine la formazione di rifiuti non
riciclabili e non differenziabili.
Nel
rispetto di tali direttive il piano regionale prevede diverse
iniziative che prevedono la
definizione
di misure di prevenzione e l’applicazione di strumenti di
attuazione. Le misure sono sia
di
carattere generale tali da contribuire al successo delle politiche di
prevenzione prendendo in
considerazione
più tipologie di rifiuto che specifiche che invece riguardano
singole tipologie di
rifiuto.
Le
misure generali sono rappresentate da:
1)
Legislazione, pianificazione e programmazione e quindi misure
relative agli
adeguamenti
legislativi, pianificatori e programmatori in materia di prevenzione,
oltre a
regolamenti
ed altri atti amministrativi;
2)
Produzione sostenibile: comprende misure che prevedono cambiamenti
nei modelli di
produzione
ed organizzazione delle attività erogatrici di beni e servizi.
3)
Green Public Procurement: misure riguardanti l’introduzione, nelle
procedure di
acquisto
e nei bandi pubblici, di criteri di selezione e di valutazione di
carattere
ambientale
che, pur assicurando la libera concorrenza, garantiscono l’acquisto
di
prodotti
preferibili dal punto di vista ambientale.
4)
Riutilizzo: misure che promuovono iniziative dirette a favorire il
riutilizzo dei prodotti;
5)
Informazione, sensibilizzazione, educazione: misure di informazione,
sensibilizzazione
ed
educazione dirette ai cittadini ed alle strutture pubbliche e private
in materia di
prevenzione;
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6)
Promozione e ricerca: misure che promuovono la ricerca e lo sviluppo
di attività per la
prevenzione
della produzione dei rifiuti.
Le
Misure Specifiche comprendono interventi particolari sui rifiuti da
imballaggio, da
costruzione
e demolizione; da plastica; da apparecchiature elettriche ed
elettroniche, ingombranti;
indifferenziati
e biodegradabili.
Nel
rispetto dei principi di sostenibilità economica ed ambientale della
gestione dei rifiuti, il
Piano
deve innanzitutto garantire la piena coerenza tra le necessità e la
disponibilità impiantistica
che
possa garantire il necessario trattamento e smaltimento all’interno
dapprima degli ATO (ambiti
territoriali
ottimali le cui Autorità d’ambito non sono mai state costituite) e
quindi del territorio
regionale.
L’obiettivo
della coerenza può essere raggiunto sia con la realizzazione di
nuovi impianti,
cosa
che sta accadendo con le ultime autorizzazioni rese nel corso del
periodo 2014-2015 che con il
raggiungimento
delle percentuali previste della raccolta differenziata.
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