martedì 30 giugno 2015

Tra gli 007 sospettati da Fulci c’erano undici “gladiator i” Servizi “s p o rc h i ”Alcuni agenti indicati dall’ex capo Cesis furono reclutati da Musumeci. L ’ombra della Falange Armata e le stragi

A Bologna Nel processo per l’eccidio del 2 agosto ‘80 furono individuati i parà “sottratti al controllo” 
»ANDREA PALLADINO ANDREA TORNAGO Li chiamavano “co mp it i militari speciali”. Guerri- glia, resistenza agli inter- rogatori,uso diesplosivi, tiro, infiltrazione-esfiltrazione. E propaganda, materia impartita durante i corsi riservati in Sarde- gna da una delle poche donne dell’organizzazione, nome in co- dice Paola. Gladio,ovvero l’arti - colazione italiana di Stay Behind, il programma Nato di guerra non ortodossa, continua ancora oggi a mostrare tanti punti d’ombra. È da questa organizzazione che provengono quasi tuttii compo- nenti della lista dell’ambasciato - re Francesco Paolo Fulci, che da- vanti ai giudici del processo sulla trattativa Stato-mafiagiovedì ha confermato i suoi sospetti sull’o- riginedella FalangeArmata.Al- meno 11 nomi sui 15 inseriti nella lista dell’ex direttore del Cesis hanno avuto un ruolo in Gladio, come ha potuto verificare il Fatto Quotidianoconsultando la docu- mentazione allegata ai processi per le stragi. Con ruoli diversi, da semplici partecipanti ai corsi di addestramento fino ad alcuni i- struttori militari. Fulci arrivò a dirigere il Cesis – l’organismo che negli anni 90 coordinava Sismi e Sisde –un an- no dopo lo scioglimento di Gla- dio. Nell’autunno del 1990 Giulio Andreotti divulgò la lista dei 622 civili inquadrati nell’o rg a ni zz a- zione, sciogliendo il segreto di Stato. Un affronto che molti gla- diatori non gli perdoneranno mai. La disclosurein realtà fu par- ziale, perché l’elenco del perso- nale militare non venne mai di- vulgato in Parlamento. Accanto a Gladio –in una sorta di coordi- namento per la “guerra non orto- dossa” –da tempo vi eranoi due reparti d’eccellenza dell’e se rc i- to: il Comsubin (Comando subac- quei incursoridella Marina,con sede a La Spezia) e il 9° reggimen- to “Col Moschin”(incursori pa- racadutisti, con sede nella caser- ma Vannucci di Livorno). Il per- no attorno al quale ruotava la macchina con “compiti militari speciali”era la 7ª divisione del Si- smi, cresciuta con il generale In- zerilli, a capo di Gladio fino al 1987. Ed è daquesto cono d’om - bra che verranno i reparti speciali utilizzati anche negli anni suc- cessivi, durante quella stagione di stragi e segreti.
“LE PERSONE di cui alla nota dell’ambasciatore Fulci –si legge nell’ordinanza del giudice istrut- toreLeonardo Grassidell’agosto 1994 sulla strage di Bologna –fan - no parte di questo organismo ul- trasegreto e ultraspecializzato (Gladio, ndr), reclutato in buona parte informe illegalidal colon- nello Musumeci”. I magistrati bolognesi arrivarono a indivi- duare inquell’elenco ungruppo di paracadutisti arruolati da Pie- tro Musumeci tra il ’79 e l’81: uo- mini “addestratialla guerrigliae
al sabotaggio (...) un nucleo clan- destino di offesa e di provocazio- ne sottratto a ogni altro control- lo”, si legge negli atti del processo sulla strage del 2 agosto 1980. Musumeci arriva direttamen- te dalle cronache degli anni 70. Considerato l’“anima nera”d el Sismi, iscritto alla Loggia di Licio Gelli, fu protagonista di un duro scontro con la presidente della
Commissione parlamentare sulla P2 Tina Anselmi, che lo fece ar- restare durante la sua deposizio- ne. Alla fine delprocesso sui de- pistaggi che seguirono la strage di Bologna venne condannato per calunnia pluriaggravata. Sull’ori - gine del gruppo che transiterà nella organizzazione Ossi (opera- tori specialidella 7ªdivisione Si- smi) durante il processo per la strage di Bologna i magistrati a- scoltarono la testimonianza di Pasquale Notarnicola, generale del Sismi, resa il 6 dicembre ’91: “Appresi che c’era altro persona- le, circa 20-30 persone, affluito tra la fine del ’79 e l’inizio dell’81, reclutato tra ex militari di leva della Brigata Paracadutistidi Li- vorno e della Scuola di Pisa. Ri-
tengo che queste persone siano state addestrate a capo Marrar- g i u”. Ovvero il centro di forma- zione di Gladio, dove –secondo i documenti sequestrati dall’allora giudiceistruttore diVeneziaFe- lice Casson –firmarono il vincolo di segretezza della Stay Behind.
TRA I 15 COMPARE Bruno Gari- baldi, nome di copertura “Tarqui - nio”, ufficiale del Sismi responsa- bile tra il 1987 eil 1990 della Se- zione addestramenti speciali del- la Gladio. Da lui passavano tutte le reclute, aveva un ruolo di vertice. Secondo la documentazione pro- veniente dagli archivi S ta y Behindallegati aiprocessi perle stragi, fu lui aautorizzare la col- laborazione di agenti anche per il
Centro addestramenti speciali Scorpione di Trapani, su segna- lazione di Vincenzo Li Causi, il maresciallo ucciso nel 1993 in So- malia. A Garibaldi venne affidato, inoltre, il comando del gruppo “K”, dislocato presso la struttura del Centro di intercettazione e trigonometria di Cerveteri (Ro- ma), che beneficiava di fondi di finanziamento autonomi rispet- to al servizio militare. Nella lista Fulcicompaiono al- tri due nomi di rilievo, provenien- ti direttamente dalla struttura chiusa da Andreotti nel 1990: Mauro Morandi e Roberto Scroc- co, agenti di primo piano impe- gnati nei centriperiferici di Gla- dio del Nord Italia. Anche loro fanno parte di quel gruppo di pa- racadutisti arruolati presso l’Uf - ficio controllo e sicurezza dal ge- nerale Musumeci. Dopo lo scio- glimento di Gladio, gli operatori speciali della 7ªdivisione inizie- ranno a frequentarsi in anonimi alberghi, tra Brescia e Rocca di Mezzo, in Abruzzo. Una circo- stanza ricostruita nei dettagli dal- la Digos, su delega del pm romano Pietro Saviotti. L’indagine fu chiusa stabilendo l’estraneità alla Falange Armatadei 15agenti in- dicati da Fulci. Ma quelle riunioni avevano suscitato un forte inte- resse negli investigatori romani: le date precedevano di poco le campagne dell’organizzazione e- versiva controLibero Gualtierie il quotidiano R ep ub b li c a. Solo coincidenze, per la Procura di Roma. Misteri che tornano all’at - tenzione dei giudici di Palermo vent’anni dopo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
il fatto quotidiano 27 giugno 2015

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