360 mln
Il dannoerariale secondo
i pm della Corte dei conti
Spesi 3,5 miliardi di euro - I punti
1
Il progetto
a p p rova to
nel 2002
prevedeva 30
fermate che
t a g l i ava n o
la città dalla
periferia est
fino a San
Pi e t ro
2
Il primo tratto
(15 fermate
da Pantano
a Centocelle)
è stato
i n a u g u ra to
il 9 novembre
2 01 4
3
Ieri il secondo
tratto: 6
fermate per
5,4 km.
Le 21 fermate
coprono 18,5
chilometri.
Per la cifra,
finora, di 2,7
miliardi: ogni
km è costato
146 milioni
GIORGIO MELETTI
I
ndaga il procuratore della
Repubblica di Roma Giuseppe
Pignatone. Indaga l’Auto -
rità anticorruzione di Raffaele
Cantone. Indaga la Corte
dei conti. E tutti quelli che indagano
si dichiarano increduli.
Quello che si è riusciti a fare con
la Metro C, la terza linea della
metropolitana di Roma, è talmente
assurdo che se uno prova a
raccontarlo lo prendono per
matto.
Sarà per questo che il sindaco
Ignazio Marino, da due anni alle
prese con un rebus da enigmisti
esperti, ha deciso ieri di inaugurare
un nuovo tratto della cervellotica
infrastruttura come se
niente fosse, scegliendo la giornata
della festa patronale senza
curarsi della data del 29 Giugno,
sinistro omaggio all’omo nima
cooperativa di Salvatore Buzzi
protagonista di Mafia Capitale.
È ARRIVATO anche il ministro
delle Infrastrutture Graziano
Delrio, che paga il 70 per cento
dell ’opera, a dare manforte con
l’ottimismo: “Oggi è una bella
giornata. I mali da cui sono afflitte
le nostre metropoli, quali il traffico
e l'inquinamento, oggi sono
un po’ colmati da questa opera”.
Traffico e inquinamento della
Capitale saranno rintuzzati dai
nuovi 5,4 chilometri della Metro
C, sei fermate dal quartiere periferico
di Centocelle a via La Spezia
(stazione piazza Lodi), da cui
i passeggeri potranno comodamente
camminare per un chilometro
fino alla basilica di San Giovanni,
dove passa la Metro A.
Può sembrare assurda la scelta
di cominciare i lavori dall’estre -
ma periferia est per costruire una
metropolitana che deve attraversare
il centro storico e poi proseguire
(forse) verso la periferia
nord. Ma non è la cosa più assurda.
Ieri, a margine della solenne
inaugurazione, si è appreso che
nei prossimi giorni ci sarà un vertice
proprio con Delrio per discutere
le diverse ipotesi di tracciato
per andare avanti con la metropolitana
in costruzione da nove
anni. È proprio così. Per adesso si
sa solo che da San Giovanni la Metro
C dovrebbe proseguire fino al
Colosseo e poi raggiungere (forse)
piazza Venezia entro un numero
imprecisato di anni. Da lì in
poi si reciterà a soggetto. L’unica
ipotesi in campo è che da piazza
Venezia si continui a scavare fino
a oltre Tevere, zona di San Pietro,
un tunnel di oltre due chilometri
senza fermate, pare per insormontabili
difficoltà archeologiche
che, pur trattandosi del centro
storico di Roma, hanno colto
di sorpresa progettisti e costruttori.
Riccardo Magi, consigliere comunale
dei Radicali italiani, autore
di ponderosi esposti alla procura
della Repubblica, sintetizza
così il problema: “Oggi a Roma, a
fronte della vertiginosa somma
spesa e impegnata (circa 3,5 miliardi
di euro), avrebbe dovuto avere
una linea metropolitana
completa corrispondente al progetto
approvato nel 2002, cioè fino
a Clodio-Mazzini. Invece si è
scelto di accumulare ritardo, con
enorme spreco di risorse pubbliche,
accettando l’inacc ettabi le,
riconoscendo alle imprese somme
illegittime extra contratto”.
SIAMO DI FRONTE ai brillanti risultati
della Legge Obiettivo,
quella con cui il governo Berlusconi
annunciò nel 2002 di aver
trovato la soluzione per garantire
costi, tempi e qualità della grandi
opere. Nel 2006 un consorzio formato
da Astaldi, Vianini (Caltagirone)
e due coop rosse (Cmb e
Ccc) ha vinto la gara offrendosi di
progettare e realizzare l’o p er a
completa per 2,7 miliardi. Solo
per arrivare a piazza Venezia (poco
più della metà) se ne spenderanno,
se va bene, 3,7.
I N TA N TO il general contractor,
che doveva garantire tempi e costi,
litiga con la stazione appaltante,
la società Roma Metropolitane
appositamente costituita, 190
dipendenti per tenere il conto di
maggiori costi e ritardi. Lavoro
così efficace che il procuratore
del Lazio presso la Corte dei Conti,
Raffaele Dominicis, ha già contestato
alla società un danno erariale
da 360 milioni di euro.
La tratta inaugurata ieri è stata
completata con sette mesi di ritardo,
e Roma Metropolitane ha
chiesto una penale di 28 milioni, i
costruttori si sono inviperiti perché
vantano 200 milioni di fatture
non pagate, e per protesta hanno
disertato l’inaugurazione. Volano
le carte bollate: c’è una causa
civile tra general contractor e stazione
appaltante per la quale il
tribunale di Roma ha fissato la
prima udienza nel 2017. Non c’è
fretta. Simpatico il commento di
Michele Meta (Pd) presidente
della commissione Trasporti della
Camera: “Il completamento
della linea C deve essere perseguito
con l'obiettivo irrinunciabile
di abbattere tempi e costi. Ciò
può rappresentare una vera e
propria discontinuità nel modo di
concepire le grandi opere in Italia”.
Speranza lodevole, ma anche
stavolta sembra più ragionevole
prevedere che la discontinuità la
porteranno i soliti magistrati.
Twitter@giorgiomeletti
© RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 30 giugno 2015
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