Molte le città che hanno aderito alla giornata per la sensibilizzazione sul surriscaldamento globale, partita dal Palazzo di Vetro a New York. Il 23 settembre Ban Ki Moon ha convocato un vertice Onu straordinario per un nuovo accordo sul clima dopo Kyoto del 1997
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 settembre 2014 E’ partita alle 11.30 (ora americana) del 21 settembre a New York la “People’s climate march“, la più grande marcia mai organizzata per sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi sul gravissimo rischio che tutto il pianeta sta correndo con il riscaldamento globale e il cambiamento climatico. A pochi giorni dal vertice Onu in programma martedì 23 settembre a New York, ilPalazzo di Vetro si è trasformato in un maxi schermo per lanciare l’allarme sul riscaldamento globale.
Ventiquattro proiettori hanno diffuso immagini e slogan sul cambiamento climatico, un video di 12 minuti a ciclo continuo diretto da Louis Psihoyos, il fondatore della Oceanic Preservation Society.
“Non c’è tabellone più grande del Pianeta”, ha detto Fisher Stevens, che ha prodotto lo show con l’auspicio che ispiri leader, capitani d’industria e l’opinione pubblica mondiale sulla necessità di prendere misure concrete che contengano il riscaldamento del Pianeta. Dopo stasera l’apparato di proiezione verrà smantellato ma un video della presentazione, a cui hanno lavorato funzionari Onue l’ufficio del sindaco di New York Bill de Blasio, sarà postato la prossima settimana su YouTube. ”New York City – ha detto il sindaco de Blasio in prima fila alla marcia- deve continuare a tenere il passo e fornire la coraggiosa leadership necessaria. Diventare la maggiore città del mondo impegnata per una riduzione dell’80% di emissioni entro il 2050 è centrale per questo impegno”.
“Non c’è tabellone più grande del Pianeta”, ha detto Fisher Stevens, che ha prodotto lo show con l’auspicio che ispiri leader, capitani d’industria e l’opinione pubblica mondiale sulla necessità di prendere misure concrete che contengano il riscaldamento del Pianeta. Dopo stasera l’apparato di proiezione verrà smantellato ma un video della presentazione, a cui hanno lavorato funzionari Onue l’ufficio del sindaco di New York Bill de Blasio, sarà postato la prossima settimana su YouTube. ”New York City – ha detto il sindaco de Blasio in prima fila alla marcia- deve continuare a tenere il passo e fornire la coraggiosa leadership necessaria. Diventare la maggiore città del mondo impegnata per una riduzione dell’80% di emissioni entro il 2050 è centrale per questo impegno”.
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L’obiettivo dell’evento mondiale, si legge sul sito People’s climate change, è quello di “creare la più lunga marcia della storia, una manifestazione in contemporanea in tutto il mondo per chiedere un’azione immediata perché si smetta di ignorare il problema”.
Però non c’è solo Manhattan. Perché le campagne di sensibilizzazione si svolgono in contemporanea in 166 Paesi e molte sono le città che hanno aderito all’iniziativa: 383 mila persone si sono registrate online per aderire all’appello. Da Berlino a Rio de Janeiro fino a Lagos e Melbourne, sono state organizzate oltre tremila manifestazioni in ogni angolo della Terra e un milione di persone si sono messe in marcia per difendere il pianeta, per chiedere politiche economiche energetiche e sociali a tutela della Terra.
A Roma i cittadini si sono dati appuntamento al Colosseo per realizzare una coreografia immortalata dall’alto tramite un drone. “Oggi è il giorno della globalizzazione della speranza – ha dettoMariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf - Oggi la scelta di evitare il cambiamento climatico disastroso è possibile”.
Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha convocato il vertice straordinario a New York per il prossimo 23 settembre. L’obiettivo è discutere con i capi di Stato una base politica comune per concordare impegni concreti da parte dei diversi Paesi sul contenimento delle emissioni in vista dell’accordo globale sul clima atteso nel 2015 in occasione della Conferenza di Parigi. Il vertice sarà il primo dopo il fallimentare incontro di Copenaghen nel 2009 quando i leader mondiali non riuscirono a trovare un’intesa su un nuovo trattato che sostituisse il Protocollo di Kyoto del 1997. In Danimarca, infatti, i governi si accordarono solamente su una serie di “impegni volontari” per ridurre le emissioni entro il 2020. La speranza di Ban Ki-Moon è di rilanciare il dibattito e tracciare le linee guida per arrivare a un accordo entro il prossimo anno. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/21/peoples-climate-march-marcia-in-166-paesi-contro-il-riscaldamento-globale/1128339/
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