Scusate questo esordio. Ma perché parlo del selfie? Perché l’ultimo suo selfie famoso (si fa per dire) èquello che ha richiesto ai sindaci di farsi di fronte ai possibili cantieri per il dissesto idrogeologico.
Renzi avrebbe dovuto fare il venditore di pentole. Mi ricorda tanto quello che si sgolava in televisione qualche tempo fa per vendere le cose più disparate. Era anche simpatico, e Renzi pure può risultare simpatico a chi è di bocca buona, ma non certo credibile.
Dissesto idrogeologico, allora. 2.480 milioni di fondi non spesi, dal 1998 ad oggi, sebbene già previsti negli accordi di programma, tra fondi dal bilancio di Stato, regioni, e fondi Ue destinati alla messa in sicurezza dello stivale. E’ la campagna “#italiasicura”, a cui appunto il selfie si riferisce. Due osservazioni preliminari. Mi piacerebbe sapere quante delle ben 3.395 opere in elenco serviranno davvero a rendere più sicuro il territorio, oppure a renderlo addirittura più vulnerabile. Conoscendo la classe politica italiana, ci metterei la mano sul fuoco che buona parte di esse saranno solo l’ennesima colata di cemento. La seconda osservazione è che è per lo meno schizofrenico da un lato stanziare fondi per mettere in sicurezza l’Italia e dall’altra stanziarne molti di più per aggravare il suo già fragile equilibrio (Tav, autostrade lombarde, Orte – Mestre insegnano).
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Ma, a parte questi tutt’altro che trascurabili aspetti, ritorno come in un mio precedente post su una delle cause più evidenti, più palpabili del dissesto, che è l’abusivismo edilizio, anche perché buona parte delle costruzioni non in regola sono state realizzate in zone di vincolo idrogeologico. Renzi al riguardo non spende una parola, come del resto sul versante economico non spende una parola, né un’azione sul fronte dell’evasione fiscale, cioè due dei problemi più gravi per dissesto ed economia vengono bellamente ignorati. Secondo un dossier diLegambiente dal 2000 al 2011 sono state 46.760 le ordinanze di demolizione emesse, ma solo 4.956 sono state eseguite: un decimo. Cosa dice questo governo in proposito? Perché non interviene?
Si vuole riformare la giustizia, si vogliono accelerare i processi. Perché non intervenire allora affinché si accelerino in particolare i processi penali di abusi edilizi ed i processi amministrativi con cui vengono impugnate le ordinanze di demolizione? Affinché tra la scoperta dell’abuso e la sua potenziale eliminazione non trascorrano decenni?
E poi ancora. Presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è costituito, in teoria, l’Osservatorio nazionale dell’abusivismo edilizio, con il compito di monitorare il fenomeno. Non è granché voi direte, e posso essere d’accordo. Ma non preoccupatevi, perché così come sono concreti gli abusi, altrettanto evanescente è l’Osservatorio. Esso è citato dall’articolo 32, comma 13, del decreto-legge 30 settembre 2003 n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326 (“Le attività di monitoraggio e di raccolta delle informazioni relative al fenomeno dell’abusivismo edilizio di competenza del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, fanno capo all’«Osservatorio nazionale dell’abusivismo edilizio».), ma se andate sul sito del Ministero delle Infrastrutture e cercate “Osservatorio abusivismo” non troverete nulla. Nulla. Il nostro Renzi cosa dice in proposito? Eppure l’Osservatorio potrebbe/dovrebbe monitorare il fenomeno anno dopo anno e servire di stimolo ai comuni che non emettono ordinanze di demolizione pur essendo a conoscenza dell’esistenza di abusi sul loro territorio.
Insomma, queste sono solo alcune delle suggestioni che mi vengono in mente sulla lotta all’abusivismo che in Italia non si vuole fare.
In compenso si suggerisce ai sindaci di fare dei selfie sulla lotta al dissesto. Sapete cosa vi dico? Se Renzi vendesse pentole, io non ne comprerei. Anzi, spegnerei la televisione quando lo vedessi. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/29/abusivismo-edilizio-renzi-e-i-selfie/1136780/
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