di Rosaria Iardino | 30 settembre 2014 Vorrei che Flavio Tosi, il sindaco di Verona, gettasse la maschera e dicesse la verità. Che ammettesse, quindi, che la sua trovata di dar via libera all’uccisione dei lupi presenti nei confini della città che amministra, sia solo una mossa per farsi della pubblicità. Caro Tosi in fondo lo abbiamo capito che alla base di certe decisioni così nette e che possono dar adito a feroci polemiche, c’è soprattutto la volontà di ottenere maggior visibilità, come le prime pagine dei giornali e i titoloni nei servizi dei tg nazionali.
Allo stesso modo la delibera attuata sempre a Verona la scorsa primavera, che vietava agli homeless la possibilità di bivaccare in certe zone del centro storico, in fondo in fondo aveva l’obiettivo di far discutere e di mettere di nuovo sulla bocca di tutti il nome del sindaco leghista Flavio Tosi e della sua amministrazione.
E così credo che non possa che avere una spiegazione la decisione di “aprire la caccia” contro l’unica coppia di lupi che – leggo – esiste in Veneto, stanziati tra le valli del parco naturale della Lessinia, alle porte di Verona. Gli stessi – meschini – vivono in quello che è definito il “distretto del latte”, per cui sarà probabilmente per dimostrarsi “nume tutelatore” degli allevamenti di quel territorio che Tosi (che non dimentichiamoci, è anche presidente di Federcaccia Veneto) con un’ordinanza, emanata la settimana scorsa, ha stabilito che i residenti del suo Comune possono “sparare” e “abbattere” i lupi che “danneggiano gli allevamenti” e mettono “in pericolo” la città.
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Ma il Corpo forestale dello Stato, per proteggere Giulietta (un lupo italico, la femmina della coppia), Slavc (il maschio e lupo delle Alpi orientali) e la loro prole, ha denunciato il primo cittadino scaligero. Del resto mi domando come possa un’amministrazione fare calcoli di questo tipo sulla fauna selvatica presente all’interno dei propri confini? L’introduzione del lupo nei nostri territori rappresenta il simbolo stesso della ripopolazione e della rigenerazione ambientali degli stessi. Come è possibile, a questo punto, dare atto ad una delibera che ne minaccia l’abbattimento?
Per fortuna che una parte delle istituzioni non sembra proprio aver intenzione di stare dalle parte del sindaco leghista. Alcuni agenti del comando regionale del Corpo forestale del Veneto, infatti, si sono presentati negli uffici della Procura di Verona e hanno depositato una notizia di reato riguardante il sindaco scaligero. Flavio Tosi è accusato da loro di aver “autorizzato l’abbattimento di specie protetta“. È la seconda volta in pochi giorni che il Corpo forestale denuncia un amministratore pubblico. Quindici giorni fa era toccato al presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, denunciato per “soppressione di specie rarissima e di bene indisponibile dello Stato”, in seguito alla morte dell’orsa Daniza, uccisa dalle guardie provinciali con una dose eccessiva di narcotico.
Detto questo mi permetto di consigliare al sindaco di Verona più miti pensieri a riguardo della propria fauna e di mettere in campo iniziative differenti per farsi pubblicità. Tra l’altro qualche aiuto potrebbe darglielo l’esempio della mia città, Milano, dove sarà presto varato un nuovo Regolamento per la tutela degli animali, documento che entro la fine dell’anno sarà votato dal Consiglio comunale. A differenza di quello che ha in mente Tosi da noi la libera caccia non è contemplata e le critiche che sono giunte sono accuse di essere “troppo umani” coi nostri amici animali. Molto bene!
Nel regolamento sono individuati quei diritti che vanno assolutamente garantiti, in primis quello alla vita; dopodiché si è pensato fosse opportuno “aprire” il più possibile la città a chi ci è fedele e ci dona amore e ci tiene compagnia incondizionatamente. Tra gli indirizzi così forniti nel regolamento c’è quello che permette l’ingresso degli animali accompagnati in tutti i luoghi “aperti al pubblico”. Immaginiamo, quindi, molto presto che i cani di piccola taglia e non aggressivi, per esempio, potranno avere libero accesso in Chiesa, oppure negli ospedali.
Non sto parlando certamente di lupi, mi rendo conto, ma ho voluto rimarcare le differenze tra le decisioni prese in una città come Verona ed una come Milano. Adottiamo più sensibilità umana verso i nostri animali: al bando fucili e tagliole, pensiamo a soluzioni più intelligenti e che tutelino ciò che è terra e l’ambiente che ci circonda. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/30/tosi-la-smetta-con-le-sue-provocazioni-tuteliamo-i-nostri-animali/1138078/
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