Acerra. La Commissione regionale sull’ecomafia e i siti inquinati oggi ha diramato un comunicato stampa secondo cui, in base a una recentissima analisi dell’Arpac sui terreni coltivati a ortaggi nell’area di Lenza Schiavone, ad Acerra, “ è stata rilevata nei campi la presenta di veleni di ogni tipo”.
Le analisi, che risalgono ad alcuni gironi fa, sono state effettuate in un appezzamento di tre ettari ( circa quattro campi di calcio ) in questo momento coltivato a patate. Lo stesso terreno, piuttosto esteso, aveva prodotto tonnellate di friarielli, poi commercializzati due mesi e or sono.
Quindi è stato eseguito il controllo sul posto da parte dei tecnici dell’Arpac, che hanno subito verbalizzato “ la presenza di rifiuti mescolati al terreno superficiale”, riservandosi di “ rendere noti alle autorità preposte i successivi risultati di laboratorio sui campioni di terreno superficiale e profondo ”. Intanto i risultati di queste ultime analisi sono stati trasmessi dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente alla Commissione regionale sull’ecomafia, presieduta dal consigliere Antonio Amato. Nel comunicato della Commissione di controllo campana si scrive della “ presenza di berillo, cromo, rame, stagno, zinco, idrocarburi pesanti e PCB ( diossine ) ben oltre la soglia fissata per i siti a verde pubblico, privato e residenziale ”. “ Eppure – aggiunge nella nota il presidente Amato - l’area di Lenza Schiavone ad Acerra, circa 20mila metri quadrati di terreno, su cui l’ARPAC ha realizzato rilievi il 14 aprile scorso, continua ad essere coltivata ”.
“Purtroppo – continua il responsabile della Commissione ecomafia e siti inquinati - i dati dell’ARPAC confermano le preoccupazioni già emerse a seguito di alcuni sopralluoghi ispettivi realizzati in zona dopo le segnalazioni provenienti da associazioni e cittadini, innanzitutto dalle “Guardie Ambientali Acerra”.
“Qui, in località Lenza Schiavone – racconta Amato - su più punti della superficie dell’area si notavano plastica (anche combusta), metallo, aghi di siringhe, materiale di risulta: tutto insieme alle coltivazioni. Quindi, con la Polizia Municipale, abbiamo sollecitato l’ARPAC per prelievi top soil che hanno confermato i sospetti di inquinamento ”. Il responsabile della commissione regionale di controllo ha fatto sapere che “ è stato inviato l’incartamento delle analisi di Lenza Schiavone alla procura di Nola ”e di “ essere certo che il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, interverrà ad horas per tutelare la salute dei cittadini, a partire dall’attivazione delle procedure per il sequestro di un’area che non capiamo perché non sia ancora avvenuto ”.
La Commissione presieduta da Amato era intervenuta già due settimane fa sullo stato dei terreni di Acerra, chiedendo, in base ad analisi ARPAC del 2008, l’interdizione comunale delle coltivazioni in un’altra area, quella del bosco di Calabricito. Ma questa richiesta è stata duramente contrastata dall’associazione locale dei coltivatori AriAmo, che ha sostenuto l’inattendibilità delle analisi del 2008, considerate vecchie e contraddittorie, peraltro superate da altre analisi, fatte effettuare dal comune, ben più recenti e che hanno dato esiti più che confortanti circa la salubrità delle coltivazioni.
“Ora però – spiegano gli ecologisti Alessandro Cannavacciuolo, Antonio Montesarchio e i volontari delle Guardie Ambientali di Acerra – sono sopraggiunte queste ulteriori analisi, a ben più ampio spettro, complete di tutto e appena eseguite. Analisi che smentiscono quanti finora hanno giudicato inattendibile il nostro lavoro di sorveglianza del territorio finalizzata alla tutela della salute pubblica, soprattutto alla tutela dei consumatori che ingeriscono ogni giorno cibi dei quali non si conosce lo stato dei terreni di provenienza: ma ora, con queste prove schiaccianti fornite dallo Stato, sfidiamo chiunque a sostenere il contrario e a continuare a non fare niente”.
“Dobbiamo agire tutti immediatamente sulla strada delle bonifiche – conclude Antonio Amato – sia perché i controlli s’ impantanano in lungaggini burocratiche e scaricabarili sia perché dopo il clamore mediatico l’argomento non sembra essere più di moda. Ma, come dimostrano ancora anche queste analisi, non c’è più tempo da perdere. Non smetteremo di sollecitare tutti gli enti competenti, a partire dal governo nazionale, perché si diano risposte concrete in tempi certi ”.
Nel frattempo ieri tecnici dell’Arpac e agenti del Corpo Forestale dello Stato sono giunti nei terreni del bosco di Calabricito per prelevare altri campioni di terreno. Obiettivo: dare il via a una nuova serie di analisi. http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/terra-fuochi-allame-arpac-acerra/notizie/704458.shtml
Le analisi, che risalgono ad alcuni gironi fa, sono state effettuate in un appezzamento di tre ettari ( circa quattro campi di calcio ) in questo momento coltivato a patate. Lo stesso terreno, piuttosto esteso, aveva prodotto tonnellate di friarielli, poi commercializzati due mesi e or sono.
Quindi è stato eseguito il controllo sul posto da parte dei tecnici dell’Arpac, che hanno subito verbalizzato “ la presenza di rifiuti mescolati al terreno superficiale”, riservandosi di “ rendere noti alle autorità preposte i successivi risultati di laboratorio sui campioni di terreno superficiale e profondo ”. Intanto i risultati di queste ultime analisi sono stati trasmessi dall’Agenzia Regionale per l’Ambiente alla Commissione regionale sull’ecomafia, presieduta dal consigliere Antonio Amato. Nel comunicato della Commissione di controllo campana si scrive della “ presenza di berillo, cromo, rame, stagno, zinco, idrocarburi pesanti e PCB ( diossine ) ben oltre la soglia fissata per i siti a verde pubblico, privato e residenziale ”. “ Eppure – aggiunge nella nota il presidente Amato - l’area di Lenza Schiavone ad Acerra, circa 20mila metri quadrati di terreno, su cui l’ARPAC ha realizzato rilievi il 14 aprile scorso, continua ad essere coltivata ”.
“Purtroppo – continua il responsabile della Commissione ecomafia e siti inquinati - i dati dell’ARPAC confermano le preoccupazioni già emerse a seguito di alcuni sopralluoghi ispettivi realizzati in zona dopo le segnalazioni provenienti da associazioni e cittadini, innanzitutto dalle “Guardie Ambientali Acerra”.
“Qui, in località Lenza Schiavone – racconta Amato - su più punti della superficie dell’area si notavano plastica (anche combusta), metallo, aghi di siringhe, materiale di risulta: tutto insieme alle coltivazioni. Quindi, con la Polizia Municipale, abbiamo sollecitato l’ARPAC per prelievi top soil che hanno confermato i sospetti di inquinamento ”. Il responsabile della commissione regionale di controllo ha fatto sapere che “ è stato inviato l’incartamento delle analisi di Lenza Schiavone alla procura di Nola ”e di “ essere certo che il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, interverrà ad horas per tutelare la salute dei cittadini, a partire dall’attivazione delle procedure per il sequestro di un’area che non capiamo perché non sia ancora avvenuto ”.
La Commissione presieduta da Amato era intervenuta già due settimane fa sullo stato dei terreni di Acerra, chiedendo, in base ad analisi ARPAC del 2008, l’interdizione comunale delle coltivazioni in un’altra area, quella del bosco di Calabricito. Ma questa richiesta è stata duramente contrastata dall’associazione locale dei coltivatori AriAmo, che ha sostenuto l’inattendibilità delle analisi del 2008, considerate vecchie e contraddittorie, peraltro superate da altre analisi, fatte effettuare dal comune, ben più recenti e che hanno dato esiti più che confortanti circa la salubrità delle coltivazioni.
“Ora però – spiegano gli ecologisti Alessandro Cannavacciuolo, Antonio Montesarchio e i volontari delle Guardie Ambientali di Acerra – sono sopraggiunte queste ulteriori analisi, a ben più ampio spettro, complete di tutto e appena eseguite. Analisi che smentiscono quanti finora hanno giudicato inattendibile il nostro lavoro di sorveglianza del territorio finalizzata alla tutela della salute pubblica, soprattutto alla tutela dei consumatori che ingeriscono ogni giorno cibi dei quali non si conosce lo stato dei terreni di provenienza: ma ora, con queste prove schiaccianti fornite dallo Stato, sfidiamo chiunque a sostenere il contrario e a continuare a non fare niente”.
“Dobbiamo agire tutti immediatamente sulla strada delle bonifiche – conclude Antonio Amato – sia perché i controlli s’ impantanano in lungaggini burocratiche e scaricabarili sia perché dopo il clamore mediatico l’argomento non sembra essere più di moda. Ma, come dimostrano ancora anche queste analisi, non c’è più tempo da perdere. Non smetteremo di sollecitare tutti gli enti competenti, a partire dal governo nazionale, perché si diano risposte concrete in tempi certi ”.
Nel frattempo ieri tecnici dell’Arpac e agenti del Corpo Forestale dello Stato sono giunti nei terreni del bosco di Calabricito per prelevare altri campioni di terreno. Obiettivo: dare il via a una nuova serie di analisi. http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/terra-fuochi-allame-arpac-acerra/notizie/704458.shtml
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