mercoledì 14 maggio 2014

Sogin, nucleare, expo le spese pazze borse Vuitton, gioielli e biliardini

NON SOLO EXPO » La carta di credito dell’ex Ad Nucci
Sogin: spese pazze
per borse Vuitton,
gioielli e biliardini
In un esposto in Prcura gli acquisti
a spese dell’azienda pubblica
del manager indagato per i rapporti
coi faccendieri di Milano
il fatto quotidiano 14 maggio 2014
LA DENUNCIA
Il dirigente, anche lui
sotto inchiesta
per l’Esposizione 2015,
avrebbe comprato
con soldi pubblici anche
una Vuitton da 995 euro
spiedi
Stefano Feltri
Circa 50.000 euro in un
anno con la carta di
credito aziendale, 199
colazioni di lavoro,
spese difficili da giustificare con
le esigenze di rappresentanza,
come borse di lusso e perfino un
biliardino. Era questo, secondo
un esposto alla Procura di Roma,
lo stile di Giuseppe Nucci,
ex amministratore delegato
della Sogin, indagato nell’in -
chiesta sugli appalti per Expo
2015 a Milano.
I MAGISTRATI di Milano hanno
ricostruito come la società
controllata al 100 per cento dal
Tesoro e che ha compiti delicatissimi
come la gestione delle
scorie nucleari e dei rifiuti ospedalieri,
fosse al centro dei piani
dei faccendieri arrestati: l'imprenditore
Enrico Maltauro
avrebbe ottenuto due importanti
appalti, uno da 98 milioni
di euro e uno da 240 milioni, per
i siti nucleari di Saluggia e Trino
Vercellese, da cui avanzavano,
secondo l'accusa, migliaia di euro
da spartire tra i vari Gianstefano
Frigerio, Luigi Grillo e Primo
Greganti. Nucci cerca l’ap -
poggio del network milanese
per ottenere la riconferma alla
Sogin, società a cui era abbarbicato
da anni, allontanato nel
2006 e poi tornato al vertice con
l’appoggio dell’allora direttore
generale del Tesoro Vittorio
Grilli, nel 2008, quando la società
viene (stranamente) commissariata.
E Nucci prima è vice
commissario, poi amministratore
delegato. Questa volta il
tentativo di Nucci fallisce: nel
settembre 2013 al suo posto si
insedia Riccardo Casale, manager
che arriva dalla gestione di
rifiuti a Genova e che nel giro di
poche settimane inizia a prendere
le distanze dall’era Nucci e
cambia tutta la prima linea del
management. Toglie la procura
generale a Vincenzo Ferrazzano
(che nell’inchiesta milanese è
persona informata sui fatti) e
sostituisce Alberto Alatri, dirigente
preposto (indagato a Milano).
In pratica i due vertici
della gestione contabile e finan
ziaria vengono demansionati.
E Casale commissiona
una due diligence, cioè un
esame della contabilità
interna, i cui risultati
vengono presentati al
consiglio di amministrazione
l’8 maggio,
proprio il giorno in
cui la Guardia di finanza
comincia con
l’operazione Expo, con
perquisizioni anche nella
sede della Sogin a Roma.
Dei risultati di quella
due diligence si trova traccia in
un esposto che Casale ha depositato
alla Procura di Roma, dove
si raccontano “alcune transazioni
effettuate con carte di credito
aziendali”. Seguono dettagli:
tra il primo gennaio 2012 e il
30 settembre 2013, l’allora amministratore
delegato Nucci si
era dato ad alcune spese singolari.
A puro titolo d’esempio”,
nell’esposto sono indicate: a
maggio 2012 “per l’acquisto di
un portafoglio Louis Vuitton”,
poi 697 euro e 420 euro per due
trolley di marca Piquadro, nel
dicembre 2012 compra addirittura
un biliardino, non si sa per
quale destinazione, prezzo: 705
euro. A gennaio 2013 si concede
anche una borsa Louis Vuitton
da 995 euro, stando al prezzo
dovrebbe essere una pochette
Metis della collezione 2013. E ci
sono anche i riscontri di acquisti
in una gioielleria. Beni che “non
risultano essere poi entrati nella
disponibilità dell’azienda”. Non
solo: Nucci ha pagato con soldi
Sogin, cioè soldi pubblici, “di -
versi soggiorni alberghieri, anche
nella città di Roma, luogo di
residenza” del manager. Nel
complesso, da amministratore
delegato, Nucci spendeva circa
50 mila euro all’anno (in aggiunta
a uno stipendio di 570
mila euro), gran parte dei quali
per quasi 200 colazioni di lavoro.
E chissà cos’altro si potrebbe
trovare nella due diligence.
IL NUOVO AD CASALE ha spiegato
in questi giorni che ha ereditato
una società piena di “vi -
rus ma anche di anticorpi”. Già
prima dell’inchiesta Expo ha
cercato di marcare le distanze
dal predecessore, fino all’espo -
sto in Procura. Deve rilanciare
l’azienda, la cui immagine è stata
funestata più volte dagli eccessi
di Nucci ma che è pur sempre
un’impresa strategia piena
di ingegneri, tecnologia e con
compiti sensibili: Sogin vuole
sfruttare all’estero competenze
maturate in questi anni sui rifiuti
nucleari italiani, oltre che
costruire il “deposito nazionale”
per mettere in sicurezza le

varie categorie di scarti pericolosi.

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