La nave "Laura C" fu silurata nel 1943. Aveva a bordo circa sette tonnellate di tritolo destinate ai militari italiani nelle colonie. Per anni la criminalità calabrese si è rifornita di esplosivo dalle sue stive. Avviate le operazioni di pulizia e cementificazione
di GIUSEPPE BALDESSARRO EGGIO CALABRIA - La chiamano la nave della 'ndrangheta, la Santa Barbara dei clan, l'arsenale dei picciotti calabresi che per anni hanno usato il tritolo che arrivava dalle sue stive per far saltare in aria attività commerciali e nemici. Ora la Laura Cosulich, ribattezzata "Laura C" sta per essere bonificata in maniera definitiva. La Procura e la Prefettura di Reggio Calabria hanno avviato un piano per ripulire parte del suo ventre e cementificare il resto. Nessuno potrà più immergersi, come accaduto in passato, per estrarre il suo carico di esplosivo.
Le operazioni sono partite nei giorni scorsi e sono curate dai sommozzatori della Marina Militare del Comando Subacquei Incursori, che nel giro di alcuni giorni hanno fatto riemergere 121 panetti di tritolo. Saponette da 200 grammi con un buco in mezzo nel quale veniva collocato il detonatore. Esplosivo perfettamente conservato ed efficiente nonostante sia rimasto immerso in mare a 50 metri di profondità per oltre 60 anni.
La "Laura C", che dall'Italia trasportava armi e mezzi in Africa, venne infatti silurata da un sommergibile nel 1943 al largo della costa calabrese, davanti a Saline Ioniche. Scoperta alla fine del 1970, per anni venne quasi dimenticata. A nessuno, stranamente, venne in mente di andare a recuperare il suo contenuto. In base ai registri navali, tra stoffe, liquori e macchine utensili, erano nascoste 7 tonnellate di tritolo destinate all'esercito Italiano nelle colonie. A metà degli anni '90 si fece una prima bonifica, che riuscì a sbarrare l'accesso alle stive solo in parte. A svelare cosa realmente ruotava attorno a quel relitto in fondo al mare fu poi l'operazione "Bumma" del 2002, quando venne accertato che la nave era diventata una cava a disposizione delle cosche della 'ndrangheta. L'indagine a cui collaborarono anche i servizi segreti portò all'arresto di una serie di personaggi legati al clan Iamonte di Melito Porto Salvo. Per anni la 'ndrangheta aveva estratto tritolo. Esplosivo che è ancora oggi in circolazione. Piccole partite di Tnt, presumibilmente dello stesso tipo di quello contenuto nella "Laura C", sono state sequestrate anche di recente dalle forze dell'ordine in varie zone del reggino.
Tra l'altro, il "presunto" tritolo della "Laura C" ha riempito per anni le pagine delle cronache. Voci poi nel tempo smentite. Si disse, ad esempio, che era stato usato per la strage di Capaci e per l'attentato al treno di Madrid. Ipotesi mai sostenute da fatti con riscontri reali. Non si è mai invece chiarito l'episodio che si verificò al comune di Reggio Calabria, a ottobre del 2004. Una notte nel municipio della città venne rinvenuto del tritolo all'interno di un bagno. Si parlò di un tentativo di attentato, o comunque di un'intimidazione, evitato grazie a una soffiata dei servizi segreti, guidati all'epoca da Nicolò Pollari. Una strana storia, mai chiarita fino in fondo, episodi "oscuri". E sullo sfondo sempre la 'ndrangheta, qualche volta i servizi, quasi mai la verità. http://www.repubblica.it/cronaca/2014/05/21/news/laura_c_nave_tritolo-86758987/?ref=HREC1-34
Nessun commento:
Posta un commento